ARCHIVIO DI STATO DI REGGIO CALABRIA -
INV.81
NOTAI DELL'AREA GRECANICA DAL 1600 AL
1850
(REGESTI VARI)
Il
presente documento contiene vari regesti relativi, principalmente, alle
famiglie ARCIDIACO, MANDALARI, MAFRICI, SACCA’,
PIZZI, CARACCIOLO, MURRIA di San Lorenzo, Melito, Condofuri, Pentidattilo e
Bova.
Le
trascrizioni non sono complete e l’indicazione “nessun atto” associata
alla singola busta o al singolo volume indica che non vi è stato trovato alcun
atto relativamente alle famiglie sopracitate.
La
colonna riferimento rappresenta, infine, il numero progressivo di immagine
digitale nell’archivio del ricercatore.
BUSTA
1
Notaio
Giovanni Nicola Alaface di Sant'Agata (1610 e 1619)
Notaio
Giovanni Battista de Marco di Bova (1610-1646)
B1
Vol. 1 - Giovanni Nicola Alaface (1610) - NESSUN ATTO |
B1
Vol. 2 - Giovanni Nicola Alaface (1619) - NESSUN ATTO |
B1
Vol. 3 - Giovanni Battista de Marco (1610-1630) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
3791 |
9.5.1619 |
Giando Arcidiaco della Terra dell'Amendolea compare insieme a suo figlio Francesco Arcidiaco
dichiarando che quattro anni prima i due ricevettero dal fu Felice Toscano la
somma di otto ducati per un pezzo di terra di loro proprietà sito nel
territorio della Terra dell'Amendolea. Successivamente il suddetto Felice
Toscano concesse questa terra in dote al genero Domilio Modaffari ed oggi
Giando Arcidiaco e suo figlio Francesco, asserendo che quel pezzo di terra
valeva 18 ducati (cioè molto più degli otto ducati a suo tempo ricevuti), si
accordano con Domilio Modaffari e ricevono da questo altri otto ducati (dieci
meno il 20%, cioè otto). |
3798 |
4.11.1619 |
Giando Arcidiaco della Terra dell'Amendolea vende una terra sita nel Territorio
dell'Amendolea a Bernardina Versaci, moglie di Didaco Siviglia, per la somma di
quattro ducati. |
B1
Vol. 4 - Giovanni Battista de Marco (1631-1637) - NESSUN ATTO |
B1
Vol. 5 - Giovanni Battista de Marco (1636-1646) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
4091 |
17.10.1642 |
Caterinella Arcidiaco vergine in capillis di San Lorenzo vende una Terra in contrada
Ligumeno (probabilmente si tratta della contrada Gomeno) al Clerico Giovanni
Pietruccio Manti per la somma di 26 carlini. |
4127 |
9.6.1646 |
Giando Arcidiaco di San Lorenzo vende per la somma di 27 ducati un giardino sito
nel Territorio di San Lorenzo a Giovanni Pietruccio Manti. |
BUSTA
2
Notaio
Nicola Maria Versace di Bova (1615-1624)
B2
Vol. 6 - Nicola Maria Versace (1615-1624) - NESSUN ATTO |
B2
Vol. 7 - vari esempi di atti notarili - NESSUN ATTO |
BUSTA
3
Notaio
Angelo Velonà di Bova (1634-1682)
B3
Vol. 11 - Angelo Velonà (1634-1640) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
5358 |
1.6.1637 |
Permuta
tra Minica Lanatà, vedova di Geronimo Caracciolo, ed il figlio Giovanni Vincenzo Caracciolo. Non è
noto, ma è probabile, che si tratti di parenti del nostro Giovanni Vincenzo
Caracciolo. |
5457 |
6.9.1639 |
Capitoli
matrimoniali tra Vittoria Murria
e Luca Spataro. Compaiono i genitori della sposa, Giovanni Giacomo Murria e
Caterina D'Agui. Non è
noto, ma è probabile, che si tratti di parenti del nostro Tommaso Murria. |
5458 |
29.9.1639 |
Giovanni Giacomo Murria e sua moglie
Caterina D'Agui vendono alcuni beni stabili in Contrada San Lutiano al
Monastero di Francesco de Assisi di Bova e per esso al Reverendo Padre
Daniele di Bova, fratello di Giovanni Giacomo Murria, per il prezzo di ducati
30. Non è
noto, ma è probabile, che si tratti di parenti del nostro Tommaso Murria. |
B3
Vol. 12 - Angelo Velonà (1640-1653) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
4812-13 |
20.9.1640 |
Giando Arcidiaco di San Lorenzo ed il
figlio Didaco Arcidiaco
vendono un giardino alberato di sicomoro, ulivi ed altri alberi da frutto
sito e posto nel territorio della Terra dell'Amendolea nella contrada detta
Condofuri per il prezzo di ducati 25 a Don Francesco Biase. |
4819 |
22.12.1640 |
Compravendita di una
terra in Contrada Carusena tra Francesco Calco e Minica Lanatà, vedova di
Geronimo Caracciolo, che compare insieme ai figli Gio. Vincenzo, Michelangelo e Vittoria Caracciolo. Non è
noto, ma è probabile, che si tratti di parenti del nostro Giovanni Vincenzo Caracciolo. |
4850 |
1.5.1641 |
Compravendita tra Giovanni Giacomo Murria e Caterina D'Agui, marito e
moglie, e Daniele De Bova religioso del monastero S. Francesco d'Assisi di
Bova e fratello di Gio. Jacobo Murria. Insieme a Giovanni
Giacomo Murria e Caterina D'Agui compaiono i figli Domenico ed Innocenzo
Murria. Non è
noto, ma è probabile, che si tratti di parenti del nostro Tommaso Murria. |
4951 |
20.8.1643 |
Vittoria Murria moglie di Luca
Spataro (figlia di Giovanni Giacomo Murria e Caterina D'Agui) dichiara che
suo marito non le presta alimenti né porta il peso del matrimonio tra essi
contratto e perciò non ha altro modo di vivere se non dentro il "Conservatorio delle donne di Bova"
nel quale si ritrova da più giorni e mesi. Detto questo,
Vittoria effettua una donazione al conservatorio con varie clausole, citando
anche suo padre Giovanni Giacomo Murria e suo zio Frate Daniele di Bova
(fratello del padre, come si legge in altri atti). Non è
noto, ma è probabile, che si tratti di parenti del nostro Tommaso Murria. |
4966 |
8.9.1644 |
Capitoli matrimoniali
tra Domenico Murria, figlio
di Giovanni Giacomo Murria e Caterina D'Agui, ed Angela Condemi. Non è noto, ma è probabile, che si tratti di parenti del
nostro Tommaso Murria. |
4993-94 |
6.2.1646 |
Capitoli matrimoniali
tra Cristoforo Parasporo e Francesca
Murria, figlia di Giovanni Giacomo Murria e Caterina D'Agui. Citato
anche lo zio Frate Daniele (fratello del padre, come si legge in altri atti). Non è
noto, ma è probabile, che si tratti di parenti del nostro Tommaso Murria. |
5070-71 |
10.4.1649 |
Capitoli matrimoniali
tra Michelangelo Caracciolo
e Francesca Spataro. Non è
noto, ma è probabile, che si tratti di parenti del nostro Giovanni Vincenzo
Caracciolo. |
5118 |
16.10.1650 |
Capitoli matrimoniali
tra Innocenzo Murria,
figlio di Giovanni Giacomo Murria e Caterina Caterina D'Agui, e Francesca
Violi. Non è
noto, ma è probabile, che si tratti di parenti del nostro Tommaso Murria. |
5218 |
29.5.1653 |
Procura a Giovanni
Lorenzo Manti di San Lorenzo da parte dei seguenti abitanti di San Lorenzo: "Tarnà Nicola sindaco, Pannuti Gaspare eletto,
Messineo Michele eletto, Palumbo Domenico eletto, Paparcudi Antonino eletto,
Miserrafiti Gio. Michele eletto, Aijello Gio. Domenico eletto, Manti
Francesco eletto, Romeo Doro eletto, Romeo Camillo eletto, Gurni Pietro
eletto, Lafaci Coletta, Mandalari
Pietro, Mandalari Francesco, Pellicanò Giando, Azarello Giuseppe,
Marino Simone, Paunuti Troijilo, Scaramuzino Paolino, Missineo Domenico,
Maurici Leonardo, Farnumata Coletta, Asprea, Minico, Rauniti Masi,
Miserrafiti Caridio, Azarello Gilormo, Maijsano Giovanni, Pitasi Salvatore,
Ciliuni Cola, Jofrida Silvestro, Pellicanò Placido, Maurici Agostino, Maurici
Leonardo, Ligato Domenico, Foti Pello, Scaramuzino Gio. Battista, Maijsano
Gio. Lorenzo, Farcumata Andrea, Ligato Cesare, Maurici Antonino, Miserrafiti
Gio. Jacopo, Paunuti Gio. Domenico, Sideri Antonino, Corduma Andrea, Ficara
Bastiano, Pizi Santoro, Lafaci Francesco, Alvano Nino, Mesiano Bernardo, Pizi
Francesco, Maurici Nunzio, Maijsano Francesco, Di Adario Gilormo, Campagna
Jacopo". |
B3
Vol. 13 - Angelo Velonà (1662-1667) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
4656 |
19.10.1664 |
Compravendita tra Tommaso Murria e Mariana Orlando, marito e
moglie, e Giovanni Violi. |
B3
Vol. 14 - Angelo Velonà (1677-1682) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
5608 |
7.1.1681 |
Compravendita tra Tommaso Murria ed il Reverendo
Don Stefano Murria, padre e
figlio, e Felice Biasi. |
BUSTA
4
Notaio Domenico Amodei di Bova (1668-1700)
B4
Vol. 21 - Domenico Amodei (1668-1700) - capitoli matrimoniali |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
8980-84 |
1667 circa |
Capitoli matrimoniali tra Anna Caracciolo, figlia di
Giovanni Vincenzo e Mariana Maisano, ed Angelo Morabito. Citato l'altro
figlio Clerico Giuseppe Caracciolo. La data (1667 circa) è imprecisa poiché in
nessuna delle pagine è indicata in modo leggibile. Non è
noto, ma è probabile, che si tratti di parenti del nostro Giovanni Vincenzo
Caracciolo. |
9065-66 |
18.12.1695 |
Capitoli matrimoniali tra Antonina Murria, vedova del fu
Antonino Malgeri e figlia di Tommaso
Murria e Mariana Orlando,
e Giovanni Andrea Pugliatti. NB: Antonina Murria era sorella di
Elisabetta Murria, moglie di Paolo Mandalari di Condofuri. I capitoli
matrimoniali relativi al primo matrimonio sono datati 19.11.1687, ASRC, inv.
81, Busta 8, notaio Domenico Dieni di Bova. |
9075 |
27.9.1699 |
Capitoli matrimoniali tra Giuseppe Caracciolo e
Francesca Toscano. L'atto di matrimonio risulta nella Parrocchia di San
Costantino di Bova il 28 settembre 1698. Giuseppe Caracciolo muore il 31
dicembre 1756. L'atto indica che era figlio dei furono Michele Angelo ed
Antonia Sfaraone e che era vedovo di Francesca Toscano e di Domenica Dieni,
morto a 80 anni in casa di Angelo Foti suo genero. Non è
noto, ma è probabile, che si tratti di parenti del nostro Giovanni Vincenzo
Caracciolo. |
BUSTA
8
Notaio Domenico Dieni di Bova (1669-1696)
B8
- Notaio Domenico Dieni (1669-1696) - capitoli matrimoniali |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
2673-75 2707-09 |
23.1.1696 |
Capitoli Matrimoniali tra Paolo Mandalari "laico e senza padre" di
Gallicianò ed Elisabetta Murria
di Bova, figlia di Tommaso Murria e
Mariana Orlando. Compaiono anche i fratelli della
sposa Abate Stefano Murria
e Ignazio Murria, ed il
fratello dello sposo Reverendo
Giuseppe Mandalari. Da altri documenti (testamento del Rev. Giuseppe
Mandalari, not. Antonio Foti B23 Vol. 139, 1719) sappiamo che il padre dello
sposo si chiamava Marco Mandalari. |
2753 |
12.1.1693 |
Capitoli matrimoniali tra Anna Murria e Domenico De
Marco. Anna Murria, morta nel 1742 a 68
anni (Parrocchia di San Teodoro di Bova), è figlia di Innocenzio Murria e
Francesca Violi. Suo padre Innocenzo Murria è figlio di Giovanni Giacomo
Murria (cfr. Not. Angelo Velonà, Busta 3 vol. 12, 16.10.1650). Citato il fratello della sposa,
Giovanni Battista Murria. Nella seconda pagina c'è un altro atto dove è
citato il Dottor Don Giacomo Murria, procuratore di Giovanni Battista. |
2864-67 |
19.11.1687 |
Capitoli matrimoniali tra Antonina Murria, figlia di Tommaso Murria e Mariana Orlando, ed Antonino
Malgieri. Citati i fratelli della sposa Abate Stefano Murria ed Ignazio
Murria. La sposa è una sorella di Elisabetta
Murria, quindi zia di Marcantonio Mandalari. Rimasta vedova, sposerà in
seconde nozze nel 1695 circa Giovanni Andrea Pugliatti (vedi B4 Vol. 21). |
BUSTA 11
Notaio Giovanni Battista Murria di Bova
(1701-1711)
B11
Vol. 97 - Giovanni Battista Murria (1701-1705) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
1704 |
14.11.1701 |
Francesca Violi fu Giovanni
Battista, moglie di Andrea Foti,
vendita |
1822 |
5.9.1704 |
Il Reverendo Don Pietro Mandalari compare come procuratore della
Reverenda Communeria di San Lorenzo. |
B11
Vol. 98 - Giovanni Battista Murria (1706-1708) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
2030 |
30.1.1708 |
Anna Murria vedova del fu Domenico De Marco (e figlia di Innocenzio Murria
e Francesca Violi) dichiara che suo marito era debitore della somma di 50
ducati al signor Antonino Marzano della città di Bova. La comparente cede perciò al signor
Marzano "una pezza di terra
aratoria, certi altri terreni, un giardino, ducati sei..." |
B11
Vol. 99 - Giovanni Battista Murria (1709-1711) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
2263 |
20.4.1711 |
Il reverendo Don Pietro Mandalari insieme ai nipoti Pietro e Giuseppe Mandalari della terra di San Lorenzo vende una
terra in contrada Gurna di San Lorenzo al Reverendo Giuseppe Mandalari di Condofuri. Citato anche Vittorio Mandalari. |
2284 |
17.7.1711 |
Pietro Mandalari della villa di Condofuri concede una terra aratoria in enfiteusi
a Domenico Mandica di San Loenzo per il censo annuo di un ducato. |
2310 |
30.11.1711 |
Anna Murria figlia del fu Innocenzo (e di Francesca Violi) |
BUSTA 12
Notaio Giovanni Battista Murria di Bova
(1712-1721)
B12
Vol. 100 - Giovanni Battista Murria (1712-1713) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
10 |
21.1.1712 |
Il Reverendo Don Giuseppe Mandalari di Gallicianò "moram trahentis in villa Condovuri"
acquista da Domenico Pannuti della Terra di San Lorenzo un uliveto in
Contrada Sant'Andrea nel territorio di Gallicianò, confinante da entrambi i
lati con terreni di sua proprietà, per il prezzo di 20 ducati. Si tratta evidentemente del fratello
del nostro Paolo Mandalari. |
19 |
28.2.1712 |
Il Reverendo Don Giuseppe Mandalari di Gallicianò "moram trahentis in villa Condovuri"
acquista da Isabella Favasi moglie di Candeloro Palermo della Terra
dell'Amendolea una terra aratoria di una tumulata in Contrada Pittena nel
territorio dell'Amendolea, per il prezzo di 7 ducati. Si tratta evidentemente del fratello
del nostro Paolo Mandalari. |
136 |
13.9.1712 |
La magnifica Anna Murria vedova del fu Domenico de Marco (figlia di
Innocenzio Murria e Francesca Violi) compare in vece di madre, balia e pro
tempore tutrice dei figli minori Francesco Antonio, Giovanni Battista e
Violante De Marco. All'interno dell'atto vengono trascritti altri documenti
del 1707 in cui la suddetta Anna Murria, dichiarando la morte del marito
Domenico De Marco, dichiarava essere erede del di lui patrimonio insieme ai
figli. |
159 |
2.10.1712 |
atto interessante |
241 |
19.12.1712 |
Antonia Murria moglie di Andrea Pugliatti |
247 |
3.1.1713 |
Antonia Murria moglie di Andrea Pugliatti |
252 |
5.1.1713 |
I fratelli Vittorio e Audizio Iaria di Motta Roghudi fondano un
beneficio della Santissima Annunciata nella chiesa extra moenia in contrada
Alleghorio. Primo cappellano è Fonte Iaria, figlio di Vittorio. Vegono elencati tutti i discendenti
della famiglia: - Domenica (diventerà poi moglie di Geronimo Pannuti e madre
di Argenta Pannuti) e Olimpia Iaria figlie fammine
di Vittorio; - Antonino Salvatore, Ascanio
Scilione, Gerolamo e Fonte figli maschi di Vittorio; - Caterina, Olimpia e Maria Iaria
figlie femmine del fu Pietro, fratello di Vittorio e Audizio; - Audizio Iaria, infine, non è
sposato e non ha discendenti. |
276 |
1.2.1713 |
Reverendo Dottor Abate Stefano Murria |
314 |
20.3.1713 |
Il magnifico Fabio Nucera della
Terra dell'Amendolea, marito di Francesca
Mandalari, donazione al figlio chierico Domenico Nucera (che si
tratti dell'antenato di Beatrice Nucera? Comunque è di certo un parente) |
322 |
28.4.1713 |
Il magnifico Tommaso Mandalari di
San Lorenzo comprare come procuratore dell'Illustrissimo Signor Don Francesco
Ruffo duca di Bagnara. |
B12
Vol. 101 - Giovanni Battista Murria (1715-1716) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
26 |
19.5.1715 |
Stefano Murria |
39 |
3.6.1715 |
Reverendo Pietro Mandalari di San Lorenzo acquisto. |
70 |
11.7.1715 |
Donata Sunica vedova del fu Andrea Ligato di San Lorenzo, tutrice dei figli
minori Domenico, Marc'Antonio e Giuseppe Ligato. Il mese precedente Andrea Ligato fu
ucciso con un colpo di schioppo. |
101 |
11.8.1715 |
Reverendo Giuseppe Mandalari di Gallicianò acquisto da Porzia Manti
di San Lorenzo |
111 |
18.8.1715 |
Antonina Murria |
149 |
3.9.1715 |
Reverendo Piero Mandalari di San Lorenzo |
167 |
22.9.1715 |
Antonino Arcidiaco di San Lorenzo compare come confinante in contrada Gurda |
198 |
5.12.1715 |
vari cittadini di San Lorenzo tra
cui Sebastiano Arcidiaco, Giuseppe Mandalari e Tommaso Mandalari. |
391 |
8.11.1716 |
Tommaso Mandalari della terra di San Lorenzo. Permuta. |
398 |
9.11.1716 |
Antonina Toscano e Reverendo Don Domenico Caracciolo madre
e figlio |
B12
Vol. 102 - Giovanni Battista Murria (1717-1721) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
10 |
11.1.1717 |
Attestazioni varie, tra le quali.
"Giovanni Pancallo
quelle medesimo che habita attualmente nella terra di Pentidattilo cum domo
et familia è nativo dell'Isola di Sicilia però da ventanni in circa che
habita in detta terra dove prese moglie e procreato figli e per più anni
esercitò l'arte di fundacaro della villa di Melito spettante a detta
ducessa". |
81 |
4.4.1717 |
Compare in fondo all'atto il
magnifico Paolo Mandalari
governatore. Anche nell'atto successivo. |
130 |
28.8.1717 |
Giuseppa Pelligrone vedova del fu Bernardo Arcidiaco e sua
figlia in capillis Agostina
Arcidiaco |
133 |
28.8.1717 |
Francesca Mandalari moglie di Francesco
Strati |
326 |
16.7.1719 |
Testamento di Giovanni Battista Murria (il notaio stesso). Si tratta in realtà non tanto di un
testamento ma di una lunga sequenza di preghiere. |
341 |
11.8.1719 |
Mastro Francesco Saccà della città di Reggio e suo cognato Mastro
Giovanni Costantino della città di Reggio, al presente in San Lorenzo. (il fatto che i due siano cognati
pone qualche interrogativo). Nell'atto successivo compare ancora
Francesco Saccà per una vendita. |
484 |
15.4.1721 |
I magnifici Paolo Mandalari ed Elisabetta
Murria coniugi della Villa di Condofuri aquistano. |
486 |
19.4.1721 |
La magnifica Elisabetta Murria della città di Bova, attualmente
dimorante a Condofuri, moglie del magnifico
Paolo Mandalari, vende la stessa terra di cui sopra al canonico
Stefano Murria. |
554 |
9.9.1721 |
Canonico Abate Giacomo
Murria della città di Bova benefciario delli semplici benefici di S.
Pietro e Paolo della città. |
BUSTA 22
Notaio Antonio Foti di Bova (1702-1729)
B22
- Notaio Antonio Foti (1702-1706) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
2075 |
8.10.1702 |
Testamento del Reverendo Antonino
Pugliatti, Canonico della Cattedrale della città di Bova. Il testatore
istituisce come eredi universali i nipoti Marcantonio, Andrea e Domenico Pugliatti, figli di suo fratello Francesco Pugliatti, defunto,
e della sua vedova Anna Pancallo. Citato anche il fratello Reverendo
Giovanni Domenico Pugliatti. Nota: due mesi dopo, il 10.12.1702,
il Reverendo Antonino Pugliatti era deceduto (cfr. atto seguente). |
2078 |
10.12.1702 |
Patrimonio del Reverendo Marcantonio
Pugliatti, figlio del fu Francesco
Pugliatti e della vivente Anna
Pancallo, nipote del fu Reverendo Antonino Pugliatti, Canonico della
Cattedrale della città di Bova. |
2085 |
28.1.1703 |
Il suddiacono Marcantonio Pugliatti
fu Francesco compare col fratello Capitano
Andrea Pugliatti. Citato il testamento dello zio Abate Antonino
Pugliatti, defunto, che istituì come eredi universali i fratelli suddiacono
Marcantonio, Capitano Andrea e Domenico Pugliatti. Il suddiacono Marcantonio
Pugliatti rinuncia a parte dell'eredità in favore del fratello Capitano
Andrea Pugliatti. |
2106 |
2.3.1704 |
Vari cittadini di Bova, tra i quali
il Capitano Andrea Pugliatti
ed il Notaio Giovanni Battista
Murria, oltre i due Sindaci della città e vari altri, dichiarano che,
per ovviare alle molte spese già intervenute a causa delle liti delle
Università di Bova e Africo con la Mensa Vescovile di Bova riguardo il
pascolo del Castagneto, sono venuti in accordo con il Vescovo di Bova Antonio
Gaudioso perchè l'Università di Bova e quella di Africo paghino ciascuna
quattro ducati e mezzo all'anno alla Mensa Vescovile per continuare ad
utilizzare il pascolo. Allegata all'atto vi è una
dichiarazione del Vescovo che spiega più chiaramente in altri termini: "Monsignor Vescovo di Bova humilmente
espone all'Eccellenze Vostre come la mensa Vescovile di Bova possiede un
territorio detto il Castagneto nel Territorio d'Africo Casale di detta Città,
e da più anni l'Università di detta Città e di detta Africo [ne] furono in
possesso [per] farlo pascolo comune, come gli altri territori, cioè dalli 15
di settembre, quando già è finita la raccolta delle castagne; onde Monsignor
contestabile fu Vescovo di Bova intentò giudicio contro detta Università, e
dopo molte spese ottenne la manutenzione nel possesso, ma l'Università
suddette non hanno cessato di continuare nelle loro pretenzioni, con proseguire
la causa che aventi l'A.C. è sata attestata con grossa spesa d'ambo le parti;
onde conoscendo [?] l'impossibilità di sedare le suddette differenze e levare
da mezzo questa pietra di scandalo senza un convenevole accordo, che al
presente li viene proposto dalle dette Università, cioè che le medesime
paghino ogn'anno per detto pascolo controverso docati nove, e resti per la
mensa Vescovile il frutto delle casteagne e ogn'altro emolumento di detto
stabile, eccettuatene solamente il detto pascolo che resterà per detta
Università pagando li suddetti docati nove, il che sarebbe d'utile alla mensa
suddetta e si laverebbe ogni scandalo e dissenzione tra i sudditi et il
vescovo. Pertanto supplica l'E.E.V.V. per il necessario assenso". |
2169 |
4.7.1705 |
Don Marcantonio Pugliatti, Domenico
Pugliatti ed il Capitano
Andrea Pugliatti, fratelli della città di Bova, dichiarano di essersi
trovati nei giorni precedenti nel territorio di Palizzi, ed in particolare
nel luogo detto il Porto di Palizzi, nel momento in cui i prodotti delle loro
masserie dovevano essere pesati. Dal momento che i carichi di grano ancora
non erano stati pesati, e che, anzi, da più giorni giacevano ammassati nelle
rispettive masserie, i comparenti chiesero ai coloni Giovanni Domenico Sozzo
e Giuseppe Piccolo il motivo di un tale ritardo: questi risposero di aver
ricevuto ordine dall'erario ed amministratore locale Felice Nesci che i
carichi non fossero pesati, sotto pena di ducati sei per ciascuno. |
B22
- Notaio Antonio Foti (1707-1708) - NESSUN ATTO |
B22
- Notaio Antonio Foti (1712-1718) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
1835 |
29.9.1714 |
Ricevuta dotale per la dote della
Magnifica Marianna Squillaci, moglie del magnifico Ignazio Murria della città di Bova, figlio del fu Tommaso
Murria e della fu Mariana Orlando. Citati i capitoli matrimoniali
rogati dal notaio Domenico Dieni di Bova il 29.10.1692 nei quali gli zii
materni della sposa Abate Ottavio Malgeri ed Antonino Malgeri donavano in
dote alla nipote "beni mobili,
animali bovini, vaccini, giomentini, pecorini, danari contanti, stabili ed
altro". A distanza di anni, gli sposi dichiarano di aver ricevuto la
dote promessa e liberano da ogni impegno Giovanni Battista Malgeri, erede
legittimo dei dotanti. |
1930 |
31.12.1716 |
Compaiono il capitano Andrea Pugliatti di Bova e suo
fratello, capitano Domenico Pugliatti di Bova, i quali dichiarano detenere i
beni del fu loro fratello Reverendo Marcantonio Pugliatti. |
1992 |
1718 |
Capitoli matrimoniali tra Giuseppe Crucitti, vedovo
della fu Francesca Morabito,
e Mattia Tranò. Citato il figlio dello sposo, Antonino Crucitti "figlio di detto Giuseppe, nato e procreato
in costanza di legittimo matrimonio colla fu Francesca Morabito delle
pertinenze della Città di Reggio, uxorato in questa di Bova, vivente
separatamente ut dixit da detto suo padre, qui presentemente costituto col
consenso di detto suo padre". |
B22
- Notaio Antonio Foti (1719-1721) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
1466 |
2.2.1719 |
Citato Nicola Arcidiaco, che insieme a molti altri cittadini di
San Lorenzo, dichiara "qualmente
il Magnifico Sabb'Antonio Asprea di detta Terra, havendo esercitato così
l'officio dell'erariato come del governo di giustizia più tempo in questa
medesima Terra, dal medesimo di Asprea non si sentono aggravati né
maltrattati in cosa veruna sopra dette cariche, per aver quelle esercitato
con prudenza e lode". |
1467 |
2.2.1719 |
Tommaso Mandalari compare come procuratore del Chierico Francesco Asprea della
Terra di San Lorenzo. |
1486 |
16.7.1719 |
Anna Murria, vedova di Domenico
De Marco, si presenta insieme al figlio Francesco Antonio de Marco per una
vendita a Giovanni Domenico Pugliatti. |
1501 |
1.10.1719 |
Il "molto Reverendo Canonico Dottor Signor
Abate Stefano Murria"
di questa città di Bova, vendita a Giuseppe Aromatisi. |
1584 |
3.10.1720 |
Andrea Pugliatti, della città di
Bova, vende al Molto Reverendo Canonico Signor Abate Giovanni Andrea Velonà,
procuratore del Venerabile Ospedale della città di Bova, un pezzo di terra
aratoria sita nel Territorio dell'Amendolea. |
1591 |
10.11.1720 |
Il canonico dottor Stefano Murria, vendita al
Reverendo Canonico Signor Abate Giovanni Andrea Velonà, procuratore
dell'Ospedale di Bova. |
1634 |
15.4.1721 |
Giuseppe Crucitti e Giuseppe Tranò
della città di Bova vendono al Magnifico Giuseppe Pugliatti una chiusura
consistente in terre aratorie, vigna sfatta e silvosa, con alberi fruttiferi
sita e posta in contrada Plaghie che i due posseggono in comune. |
1647 |
25.8.1721 |
Donata Sunica della Terra di San
Lorenzo moglie di Mariano Cuzzilla. Permuta. |
B22
- Notaio Antonio Foti (1722-1726) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
1358 |
29.3.1722 |
"Antonino Crucitti figlio di Giuseppe della città di Reggio
da più anni cum domo e familia ed uxorato in questa di Bova, e vivente
separatamente dal padre, come disse" vende a Paolo Violi di Bova una
pianta di vigne in contrada Ongia per il prezzo di ducati 13 e carlini 6. |
1448 |
6.10.1723 |
Anna Murria, vedova di Domenico Di Marco, compare con i figli Antonio, Gio.
Battista e Violante. Vendita a Giovanni Antonio Nesci. |
1451 |
6.10.1724 |
Capitroli matrimoniali tra Francesco
Pugliatti, figlio del Capitano Andrea e della fu Antonina Murria, futuro sposo, e Francesca Spanò, figlia
dei furono Antonio e Maria Bertone, futura sposa. Compaiono Giovanni Domenico
Pugliatti abbate, zio materno di Francesca Spanò e zio paterno dello sposo. |
B22
- Notaio Antonio Foti (1727-1729) - NESSUN ATTO |
BUSTA 23
Notaio Antonio Foti di Bova (1698-1741)
B23
Vol. 139 - Antonio Foti (1698-1729) obblighi |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
2279 |
22.6.1699 |
Porzia Manti vedova di Giovanni
Lorenzo Trapani - dichiara come anni or sono ha fatto donazione
irremovibile inter vives una simul et in solidum con detto fu Giovanni
Lorenzo di tutti i loro beni mobili e stabili a favore del Reverendo D.
Marcello Trapani per l'affetto, ecc.ecc. |
2327 |
30.8.1699 |
(interessante) testamento
dell'arciprete di San Lorenzo Don
Antonino Trapani (oriundo dell'Amendolea). Citato il fratello
Reverendo Marcello Trapani. Probabile parentela con il nostro
Giovanni Lorenzo fu Giulio Cesare Trapani (il quale - cfr. IMG_2279 - aveva
lasciato tutti i beni a Don Marcello Trapani, evidentemente suo parente) |
2383 |
19.8.1703 |
citata una terra sita e posta in
contrada Lacco limitante libeni del Diacono
(?) Andrea Archidiaco. Nota: Lacco si trova poco a sud di Chorio, ben
prima del bivio per Prunella, ma la contrada Lacchi (citata per esempio in
B23 Vol. 136 img. 2167) è nel territorio dell'Amendolea. |
2429 |
1.2.1717 |
Contrada ARCHIDIACO (citata nel testamento di Don Pietro Elia Stilo, confessore,
Vicario Foraneo e Padre Spirituale dell'Oratorio della Congregazione di Gesù
e Maria del Casale di Africo). |
2471 |
1719 |
Testamento del Reverendo Giuseppe Mandalari di
Condofuri. Erede universale: Reverendo D.
Marc'Antonio Mandalari, sacerdote, fratello di esso testatore. Citati gli altri due fratelli Pietro
Mandalari e Paolo Mandalari: "conoscendo esso testatore in sua giusta
coscienza ut dixit che Paulo Mandalari fu preferito più dell'altri fratelli
nell'eredità paterna e materna e l'aumento delli beni che attualmente
possiede il testatore fu aumentata ed acquistato con fatiche di detto Pietro
come fratelli poi d'essersi accasato detto Paulo per qual causa non compete
cosa veruna di quello [che] al presente tiene esso testatore a detto
Paulo". |
B23
Vol. 136 - Antonio Foti (1730-1732) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
2017 |
26.6.1730 |
Atto rogato a Reggio Calabria. Tra i testimoni è citato il Chierico Giuseppe Crucitti fu Domenico. |
2125 |
24.2.1732 |
Il reverendo Stefano Murria di Bova compare come procuratore di suo zio
Reverendo don Stefano Murria |
2156 |
5.8.1732 |
Capitoli matrimoniali tra Giacomo
Parisi della Città di Bova ed Ursula Tranò della stessa città. Citato Giuseppe Crucitti come confinante di una casa coperta sita
nella Parrocchia di San Trifonio di Bova. |
B23
Vol. 137 - Antonio Foti (1733-1736) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
|
21.6.1733 |
Giuseppe ed Antonio Crucitti compaiono insieme ad altri
cittadini della città di Bova come "pratici della Contrada Sant'Anna
tenimento di detta città" |
2597 |
2.1.1734 |
Domenico Pugliatti della città di Bova compare con il nipote Capitan Francesco Pugliatti. |
2597 |
2.1.1734 |
Capitano Francesco Pugliatti della città di Bova uxorato e
vivente separatamente dal padre suo Andrea. |
2599 |
10.1.1734 |
Citato il capitano Andrea Pugliatti |
2610 |
14.2.1734 |
Capitano Andrea Pugliatti della terra di Bova e sua moglie Anna
Nocera della terra dell'Amendolea. Citati i figli del capitano Andrea
Pugliatti: Dottor Fisico Tommaso Pugliatti e capitan Francesco Pugliatti. |
2620 |
2.3.1734 |
Dichiarazione del Capitano Andrea Pugliatti
della città di Bova, di anni sessant'uno. |
2640 |
18.4.1734 |
Donata Sunica di San Lorenzo, qui (a Bova) da più anni cum domo et familia,
vedova primo loco del fu Andrea Ligato et ultimo loco del fu Mariano Cuzzilla
compare con Giuseppe Ligato e Giobatta Cuzzilla, figli e fratelli uterini. |
2652 |
26.9.1734 |
Compare tra gli altri il Capitano Andrea Pugliatti
d'anni 61 in circa, al presente consigliero e più volte deputato ut supra,
per una dichiarazione. |
2680 |
6.2.1735 |
Compare tra gli altri il Capitano Andrea Pugliatti
d'anni 60 in circa per una dichiarazione. fino 2648 |
2724 |
4.1.1736 |
Compare Domenico Pizzi del Casale di Gallicianò, distretto
dell'Amendolea, insieme al suo fideiussore Reverendo Pietro Pizzi, suo
fratello. Domenico Pizzi vende per il prezzo di 45 ducati un pezzo di terre
seminatorie sito in Contrada Pistaria, tenimento dell'Amendolea. |
2726 |
8.1.1736 |
Capitoli matrimoniali tra Domenco Maisano della città di
Bova ed Anna Crucitti,
figlia di Giuseppe Crucitti e Mattea Tranò. |
2728 |
5.2.1736 |
Capitoli matrimoniali tra Luca Gentile e Isabella Scordo,
figlia di Giuseppe Scordo e di Ursula Cordoma |
B23
Vol. 138 - Antonio Foti (1736-1741) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
2741 |
4.1.1736 |
copia dell'atto già indicato in B23
Vol. 137 - Domenico Pizzi,
vendita |
2742 |
8.1.1736 |
copia dell'atto già indicato in B23
Vol. 137 - capitoli matrimoniali
Maisano-Crucitti |
2744 |
5.2.1736 |
copia dell'atto già indicato in B23
Vol. 137 - capitoli matrimoniali
Gentile-Scordo |
2747 |
25.2.1736 |
Domenico Maisano dichiara, essendosi
già celebrato il matrimonio con Anna
Crucitti (figlia di Giuseppe Crucitti e Mattia Tranò), di aver già
ricevuto tutti i beni dotali descritti nei capitoli matrimoniali (vedi atto
in data 8.1.1736) |
2822 |
24.11.1737 |
Giuseppe Crucitti compare tra i coloni (?) che curano le terre di proprietà dei
discendenti del fu reverendo Giacomo Dieni. |
2857 |
22.2.1739 |
Il Dottor Fisico Tommaso Pugliatti attuale Sindaco della
città di Bova compare insieme ad altri cittadini, in merito alla tassa che
l'Università deve pagare al procuratore dell'Imperiale Collegio di Madrid. |
BUSTA 119
Notaio
Antonino Panagia di Bova (1767-1791)
B119
Vol. 872 - Antonino Panagia (1767) - NESSUN ATTO |
B119
Vol. 873 - Antonino Panagia (1768) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
--- |
4.4.1768 |
Testamento di Luca Gentile, marito di Isabella Scordo. Compaiono i figli Domenico, Francesco, Domenica (moglie di Antonino Pugliatti), Francesca
e Sebastiano, lo zio Sebastiano, il fratello Sebastiano e la sorella Nunzia. |
--- |
10.9.1768 |
Imposizione di censo tra il dottor
fisico Domenico Mesiani e Antonio
Crucitti che compare con i figli Domenico e Francesco. |
B119
Vol. 874 - Antonino Panagia (1769) - NESSUN ATTO |
B119
Vol. 875 - Antonino Panagia (1770) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
--- |
29.7.1770 |
Testamento di Pietro Pizzi di Gallicianò, marito di Margherita Grillo
(fratello di Filippo Bruno Pizzi). Compaiono le figlie Anna Maria ed
Isabella, i fratelli Antonio e Filippo. |
B119
Vol. 876 - Antonino Panagia (1771) - NESSUN ATTO |
B119
Vol. 877 - Antonino Panagia (1772) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
--- |
3.10.1772 |
Testamento di Stefano Mandalari di Condofuri (fratello di Marcantonio
Mandalari). Compaiono la moglie Lucia Squillaci ed i figli Antonino, Paolo,
Michele, Andrea, Bruno e le figlie Elisabetta ed Antonia. |
B119
Vol. 878 - Antonino Panagia (1773) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
--- |
6.9.1773 |
Vendita tra i coniugi Pasquale Dieni
e Valenza Verzeri di Bova e Bruno Caracciolo. |
B119
Vol. 879 - Antonino Panagia (1774) - NESSUN ATTO |
B119
Vol. 880 - Antonino Panagia (1775) - NESSUN ATTO |
BUSTA 172
Notaio
Fortunato Autelitano di Motta Roghudi (1798-1808)
B172
Vol. 1232 - Fortunato Autelitano (1789) - NESSUN ATTO |
B172
Vol. 1233 - Fortunato Autelitano (1790) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
1791 |
13.6.1790 |
Compare da una parte il Magnifico Don Giovanni Mandalari,
legittimo procuratore del Dottor
Don Filippo Pizzi del Casale di Condofuri (come dal mandato di
procura in data 22 maggio 1790) e dall'altra il Suddiacono Don Francesco
Andrea Versaci e la Magnifica Preziosa Marino vedova del fu Geronimo Versaci
di Motta Roghudi. I comparenti dichiarano che il
suddetto Dottor Don Filippo Pizzi è erede testamentario del fu suo fratello Magnifico Antonio Pizzi, come
da testamento nuncupativo rogato dal Notaio Don Francesco Altomonte della
Terra di San Lorenzo [NB: il testamento in questione, in realtà, non è stato
rinvenuto tra gli atti del suddetto notaio], in virtù quale si trova "immerso nel possesso di tutti li beni
descritti in detto Testamento". "E
li divisati di Versaci e Marito, cognati ut supra, anche per nome e parte del
Suddetto Magnifico Nicola Maria Versaci, asseriscono vantare pretenzioni e
raggioni sopra detta eredità, come robba della Signora Caterina Minniti
moglie del divisato fu Antonio Pizzi loro congiunto, per cui si sono fabricati
vari atti, e conoscendo tanto l'uni che l'altri quanto di danno e
preggiudizio potesse arrecare lo proseguimento dei litiggi e quanto si
potrebbero avanzare gli odi e rancori tra congiunti, e risoluti per tal
motivo dar fine alle tante spese ed inquietudini, e mossi finalmente dalla
considerazione di concorrere fra esse parti stretta parentela, e di volerla
conservare, sono divenuti all'infrascritta convenzione, transazione e
quietanza finale coll'assegnamento dell'infrascritti beni [...]". |
B172
Vol. 1234 - Fortunato Autelitano (1791) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
1773 |
24.8.1791 |
Il Dottor Signor Don Filippo Pizzi della Terra di Condofuri
dichiara di possedere tre tenute di Terre Aratorie site e poste nel Tenimento
della Terra di Motta Roghudi, l'una nella Contrada Sucia, o sia Scannì,
l'altra nella Contrada Candili, e l'ultima nella Contrada Santa Caterina,
pervenutegli per eredità dal fu suo fratello Magnifico Antonio Pizzi, e di vendere tali terre a Donato
Stelitano per la somma totale di ducati 46. |
1774 |
24.8.1791 |
Il Dottor Signor Don Filippo Pizzi della Terra di Condofuri
dichiara di possedere due tenute di terre aratorie site e poste nel Tenimento
della Terra di Motta Roghudi, l'una nella Contrada Suciuso, e l'altra nella
Contrada Sellida, pervenutegli per eredità dal fu suo fratello Magnifico Antonio Pizzi, e di
vendere tali terre a Fabio Morabito per la somma totale di ducati 26. |
1776 |
24.8.1791 |
Il Dottor Signor Don Filippo Pizzi della Terra di Condofuri
dichiara di possedere due tenute di terre site e poste nel Tenimento della
Terra di Motta Roghudi, l'una nella Contrada Fucile e l'altra nella Contrada
Cuppari, pervenutegli per eredità dal fu suo fratello Magnifico Antonio Pizzi, e di vendere tali terre a
Giovanni Stellitano fu Giuseppe per la somma totale di ducati 17,5. |
1778 |
24.8.1791 |
Il Dottor Signor Don Filippo Pizzi della Terra di Condofuri
dichiara di possedere due pezzetti di terreno beverativi nel Tenimento della
Motta, l'uno nella Contrada Rodà con alberi di serico e l'altro nella Contrada
Sant'Annunciata alberato parimente con celsi di serico, viti, roveri ed altri
alberi fruttiferi, pervenutigli per eredità dal fu suo fratello Magnifico Antonio Pizzi, e
"riguardo alla stretta parentela
tra loro vertente, ha risoluto cederlo e rilasciarlo" al Reverendo Scipione Pannuti
"per atto gratuito e benevolenza". Nota: il Reverendo Scipione Pannuti
era infatti fratello di Argenta Pannuti, ed era perciò zio di Elisabetta
Mandalari, moglie di Filippo Pizzi. |
1780 |
26.8.1791 |
Il Dottor Signor Don Filippo Pizzi della Terra di Condofuri
dichiara di possedere i seguenti beni pervenutigli per eredità dal fu suo
fratello Magnifico Antonio Pizzi: - un comprensorio di terre scapole
dentro la Chiusura di dette (?) vigne, non che altro pezzo di vigne fuori
dalla Chiusura alberate con alberi di olivo, pirare, prunare ed latri alberi
fruttiferi posti fuori di detta Chiusura site e poste nella Contrada Sprighò
Tenimento di Motta Roghudi. - un altro pezzo di terreno
abeveraticcio sito accanto il molino
di detta Motta, alberato con alberi di fighi, canneto, nocera, ed altri
alberi fruttiferi - un'altra terra aratoria sita e
posta nella Contrada Castanea tenimento della prefata Motta Il Dottor Don Filippo Pizzi vende al
Signor Don Domenico Tripepi, Patrizio della Città di Sant'Agata di Reggio,
commorante nella suddetta Villa, per la somma di ducati 190. |
B172
Vol. 1235 - Fortunato Autelitano (1792) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
1743 |
11.4.1792 |
Il Reverendo Signor Don Scipione Pannuti di Motta Roghudi
dona vari beni, che gli pervennero per eredità dal fu Abate Geronimo Iaria,
al nipote ex parte fratris Don Giuseppe Pannuti, affinchè possa ascendere ai
sacri ordini. Don Scipione Pannuti era figlio di
Geronimo Pannuti e di Domenica Iaria, ed era dunque fratello di Argenta Pannuti
e zio di Elisabetta Mandalari. L'Abate Geronimo Iaria era un fratello di
Domenica Iaria, ed era perciò zio di Don Scipione Pannuti (cfr. B172 Vol.
1250 - Fortunato Autelitano, 17.1.1807). |
1745 |
3.5.1792 |
Testamento della Magnifica Olimpia Pannuti, vedova
del fu Signor Notaio Domenico Trapani domiciliata nel luogo detto Alloghorio,
pertinenza della Terra di Roccaforte. La testatrice istituisce come eredi
universali i suoi figli Fortunato e Giannandrea Romeo, figli del primo marito
Domenico Romeo, e Giovannantonio e Geronimo Trapani, figli del secondo marito
Domenico Trapani, e specifica (come d'uso) che le figlie Rosa Romeo ed Anna
Trapani, poichè a suo tempo dotate di paraggio, non possono pretendere cosa
alcuna. |
1751 |
18.8.1792 |
Il Dottor Signor Don Filippo Pizzi della Terra di Condofuri
dichiara di possedere due terre aratorie site e poste nel tenimento di Motta
Roghudi, l'una nella contrada Tauroro e Fabiulli e l'altra nella contrada
Lanatà, pervenutegli per eredità dal fu suo fratello Magnifico Antonio Pizzi, e di vendere tali terre a Lorenzo
Nucera per la somma totale di ducati 31. |
1753 |
18.8.1792 |
Il Dottor Signor Don Filippo Pizzi della Terra di Condofuri
dichiara di possedere un pezzetto di terreno sito e posto nella Contrada
Gheromandi seu Biscia, tenimento di Motta Roghudi, ed una "casuncola
diruta", pervenutegli per eredità dal fu suo fratello Magnifico Antonio Pizzi, e di
vendere tali terre a Sebastiano Romeo fu Pietro della Motta per la somma
totale di ducati 17. |
1757 |
19.8.1792 |
Il Dottor Signor Don Filippo Pizzi della Terra di Condofuri
dichiara di possedere un pezzo di linata alberata con celsi di serico ed
altri alberi fruttiferi non che altri tre piedi di celsi di serico siti in
contrada Tomasi tenimento della Terra della Motta, pervenutegli per eredità
dal fu suo fratello Magnifico
Antonio Pizzi, e di vendere tali terre a Giovann'Antonio Trapani di
Roccaforte per la somma totale di ducati 14. |
1759 |
19.8.1792 |
Il Dottor Signor Don Filippo Pizzi della Terra di Condofuri
dichiara di possedere un capitale di censo di docati sedici per la
corrispondente annualità di carlini otto sopra tre case, cioè l'una di
Giovanni Alati di Stefano in carlini due, l'altra di Antonino Maesano fu
Francesco in altri carlini due, e l'altra di Sebastiano Stelitano di Rocco in
carlini quattro, pervenutegli per eredità dal fu suo fratello Magnifico Antonio Pizzi. Filippo Pizzi vende tale capitale al
Reverendo Don Scipione Pannuti della Motta (zio di sua moglie Elisabetta
Mandalari). |
1760 |
19.8.1792 |
L'Arciprete di Motta Roghudi, Don Antonino Romeo, dichiara di
possedere due capitali da 30 ducati ciascuno su di un diverso fondo
ipotecato, oggi di proprietà del Dottor
Signor Don Filippo Pizzi della Terra di Condofuri. Il primo dei due fondi pervenne a
Don Filippo Pizzi per cambio con fu Magnifico Don Domenico Nucera e l'altro
per eredità da suo fratello Magnifico
Antonio Pizzi. Don Filippo Pizzi riscatta le due
terre consegnando all'Arciprete di Motta Roghudi altre proprietà per il
valore di ducati sessanta. |
B172
Vol. 1236 - Fortunato Autelitano (1793) - NESSUN ATTO |
B172
Vol. 1237 - Fortunato Autelitano (1794) - NESSUN ATTO |
B172
Vol. 1238 - Fortunato Autelitano (1795) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
1700 |
4.8.1795 |
Il Signor Dottor Filippo Pizzi del Casale di Condouri dichiara
di possedere due pezzi di fondi alberati di querce di ghiande, olivare,
vigna, cerasare, castagnare ed altri alberi fruttiferi siti e posti l'uno
nella Contrada San Nicola, tenimento della Motta Roghudi, e l'altro nella
Contrada Camarino dello stesso Tenimento, pervenutegli per eredità dal fu suo
fratello Magnifico Antonio Pizzi. Filippo Pizzi vende all'Arciprete di
Roccaforte Antonino Marino i due terreni per il prezzo di ducati 130. |
B172
Vol. 1239 - Fortunato Autelitano (1796) - NESSUN ATTO |
B172
Vol. 1240 - Fortunato Autelitano (1797) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
1674 |
27.4.1797 |
Andrea fu Stefano Mandalari e Pietro di Giacomo Mandalari, di Condofuri, attestano di
aver affittato una barca a vela per la scorta ed il trasporto di alcuni
carcerati e dei loro custodi, dalla Marina di Melito a una prigione vicina,
per ordine del Governatore dello Stato dell’Amendolea. Andrea Mandalari era nipote di
Marcantonio (figlio di suo fratello Stefano) mentre Pietro era probabilmente
un nipote di Andrea (nello Stato Civile di Condofuri è registrato un Pietro
Mandalari deceduto nel 1860 a circa 84 anni, figlio di Giacomo Mandalari e di
Bruna Mandalari, dove Bruna Mandalari era una sorella di Andrea). |
B172
Vol. 1241 - Fortunato Autelitano (1798) - NESSUN ATTO |
B172
Vol. 1242 - Fortunato Autelitano (1799) - NESSUN ATTO |
B172
Vol. 1243 - Fortunato Autelitano (1800) - NESSUN ATTO |
B172
Vol. 1244 - Fortunato Autelitano (1801) - NESSUN ATTO |
B172
Vol. 1245 - Fortunato Autelitano (1802) - NESSUN ATTO |
B172
Vol. 1246 - Fortunato Autelitano (1803) - NESSUN ATTO |
B172
Vol. 1247 - Fortunato Autelitano (1804) - NESSUN ATTO |
B172
Vol. 1248 - Fortunato Autelitano (1805) - NESSUN ATTO |
B172
Vol. 1249 - Fortunato Autelitano (1806) - NESSUN ATTO |
B172
Vol. 1250 - Fortunato Autelitano (1807) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
1497 |
17.1.1807 |
Testamento del Reverendo Scipione Pannuti di Motta Roghudi (fratello di
Argenta Pannuti e perciò zio di Elisabetta Mandalari). Il testatore nomina eredi i suoi
nipoti Reverendo Giuseppe, Giannandrea e Tommaso Pannuti, figli di suo
fratello. Viene citato il padre del testatore,
Girolamo Pannuti, lo zio
paterno Abate Domenico Pannuti, ed i suoi zii materni Abate Geronimo Iaria e
Scipione Iaria (fratelli di sua madre Domenica Iaria). Viene citata inoltre un'altra nipote
Domenica Pannuti, figlia del fu Vittorio Pannuti, fratello del testatore,
esclusa dall'eredità dal momento che per le prime nozze col fu Don Francesco
Papisca di Cardeto ebbe 600 ducati in dote, e dopo il secondo matrimonio con
Saverio Russo (nipote del primo marito) vendette allo stesso Reverendo
Scipione Pannuti certi fondi ricevuti in dote ritenendoli poco utili data la
lontananza. Il testatore dichiara infine "qualmente D. Olimpia e D. Argenta Pannuti di lui
sorelle furono state dotate di paraggio dal di loro comun Padre fu Magnifico
Gerolamo Pannuti, ed allora la casa si ritrovava più bassa di beni di
fortuna, per cui non rimase l'uguale pozione agl'altri fratelli, e l'asse
ereditario del Testatore suddetto e robba sua propria pervenutali per eredità
lasciatale dalli quondam di loro zii e per compra dal medesimo fatta e con
suo proprio danaro come si ravvisa dai respettivi testamenti e scritture di
compra, per cui ne è assoluto Patrone di disponere come di sopra ha disposto;
che perciò escludendo come esclude formalmente dalla sudetta di lui eredità
le sudette D. Olimpia e D. Argenta Pannuti di lui sorelle [...]". |
B172
Vol. 1251 - Fortunato Autelitano (1808) - NESSUN ATTO |
BUSTA 223
Notaio
Francesco Familiari di Melito (1789-1806)
B223
Vol. 1547 - Francesco Familiari (1789) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
2883 |
19.11.1789 |
Citato il matrimonio tra Antonia
Marino, figlia di Giovanna Alati
e Carmelo Marino, e Natale Guerrera. Citato Bruno Andrea Curatola, attuale marito di Giovanna Alati, e
padrone di due terzi di un edificio in contrada Caridia, avuto in dote dalla
moglie Giovanna Alati (madre della sposa). L'edificio, si legge, fu
acquistato dal fu Carmine Alati
padre del fu Giuseppe Alati (plausibilmente padre di Giovanna Alati). La stessa proprietà in contrada
Caridia, di proprietà di Giuseppe Alati, poi passata a Bruno Andrea Curatola
e Natale Guerrera, compare nell'elenco dei beni dell'Illustre Marchese del
Feudo di Pentidattilo, D. Litterio Caracciolo, contenuto in B228 Vol. 1584
(notaio Francesco Familiari). |
B223
Vol. 1548 - Francesco Familiari (1790) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
2900 |
24.4.1790 |
Bruno Andrea Curatola "della Terra di San
Lorenzo da più anni abitante in questa Villa di Melito" acquista un
giardino sito e posto in Contrada Pallica da Pasquale, Paolo e Domenico
Maressa per la somma di ducati 261 e grana 50. |
2903 |
24.4.1790 |
Bruno Andrea Curatola "della Terra di San
Lorenzo da più anni abitante in questa Villa di Melito" vende due
piedi di celso nero siti e posti nel giardino di Domenico Romeo in Contrada
Pallica a Giovanni Battista Marino per la somma di ducati 25. |
B223
Vol. 1549 - Francesco Familiari (1791) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
2856 |
17.1.1791 |
Bruno Andrea Curatola compare in qualità di sindaco della Terra di Pentidattilo
insieme ad altri cittadini dichiarando dati vari sui corpi feudali. |
2860 |
1.3.1791 |
Domenico Antonio Caracciolo della terra di Pentidattilo
dichiara che "nelli principi del
mese di giugno dello scorso anno 1790, essendo venuta in questo suo feudo di
Pentidattilo sua Eccellenza Signor Marchese di San Luca, Don Alessandro Maria
Clemente, vi era allora per suo agente ed amministratore delle rendite del
medesimo il Dr. D. Antonino Alati di Montebello, e questo dettò al medesimo Magnifico
Caracciolo una supplica in nome di tutti quanti questi vassalli cercando che
per grazia gli fossero sospesi i pagamenti da loro dovuti al libro erariale,
senza che alcuno altro individuo in tal atto ne fosse intervenuto, qual
supplica poi fu dal medesimo agente consegnata al nominato Eminentissimo
Signor Marchese come l'accerta il Magnifico
Bruno d'Andrea Curatola; dichiara di vantaggio che tante altre
suppliche da esso costituto fatte in detta felice venuta per bonifiche di
debiti erariali furono de verbo ad verbum dettate dal detto agente
Alati". |
2860 |
1.3.1791 |
Il Magnifico Bruno d'Andrea Curatola fu Lorenzo, "attualmente sindaco di questo stato di
Pentidattilo, sponte non vi con giuramento asserisce ed espressamente
dichiara come nell'anno 1790 circa li principi del mese di giugno venne da
Siano in quest'altro suo Feudo di Pentidattilo Sua Eccellenza Signor Marchese
di San Luca D. Alessandro Maria Clemente, e ritrovandosi in detto suo feudo
aggente ed amministratore delle rendite del medesimo il Magnifico Dr. D.
Antonino Alati di Montebello questo per suoi privati fini chiamatosi il Magnifico Domenico Antonio Caracciolo
della divisata Terra di Pentidattilo qual cancellieri di detta università gli
dettò una supplica nomine omnium di questi suoi vassalli chiedendo dal
prefato Eccellentissimo Signore un abolimento delli debiti attrassati nel
libro erariale e questa poi esso d'Alati la consignò ad esso costituto
d'Andrea Curatola accioché qual sindaco la presentasse al montuato Ecc.mo
Signor Marchese, che non sapendo più che tanto la presentò al nomato signor
Marchese". |
B223 Vol. 1550 - Francesco Familiari (1792) -
NESSUN ATTO |
B223
Vol. 1551 - Francesco Familiari (1793) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
2393 |
10.1.1793 |
Il Reverendo Signor Dittereo D. Lorenzo Mandalari figlio del fu Magnifico Vittorio, ed il
Reverendo D. Domenico Cordova figlio del fu D. Bartolomeo della Terra di
Melito dichiarano: "Come avendo esercitato per lo spazio d'un anno in questa Villa di
Melito, Stato di Pentidattilo, da Governatore e Giudice il Dr. D. Ilario
Antonio De Mari della Città di Castelvetere in questa Provincia di Calabria
Ultra, lo stesso si portò in detto tempo con tutta onoratezza ed esemplare
nel esercizio di detto Governo, amante della giustizia, caritatevole verso i
poveri e non interessato verso i suoi diritti che li competeano, anzi ci
costa benissimo che per la corrente sterilità dell'annata non esiggé neppure
una semplice querela librettaria, cosa che recò ad ogn'uno ammirazione, ma si
mantenne di proprio con quello soccorso della sua propria casa"
[...] |
B223 Vol. 1552 - Francesco Familiari (1794) -
NESSUN ATTO |
B223 Vol. 1553 - Francesco Familiari (1795) -
NESSUN ATTO |
B223
Vol. 1554 - Francesco Familiari (1796) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
2602 |
17.9.1796 |
Don Domenico Caracciolo fu Vincenzo compare insieme ad alcuni altri
cittadini di Penditattilo, "i
quali sono la più sana parte ed antichi massari di campagna di detta Terra". I comparenti rilasciano una deposizione riguardante una terra in
Contrada Silipinghi sita nel Tenimento di Pentidattilo. |
B223
Vol. 1555 - Francesco Familiari (1797) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
2626 |
18.10.1797 |
Capitoli matrimoniali tra Fortunato Curatola, figlio del
Magnifico Don Bruno Andrea Curatola e di Giovanna Alati, e Giuseppa Vernagallo, figlia
del Signor Don Domenico Antonio Vernagallo. All'interno dei capitoli
matrimoniali è indicata una donazione effettuata da Don Bruno Andrea Curatola
al figlio. |
B223 Vol. 1556 - Francesco Familiari (1798) -
NESSUN ATTO |
B223 Vol. 1557 - Francesco Familiari (1799) -
NESSUN ATTO |
B223
Vol. 1558 - Francesco Familiari (1800) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
2287 |
27.9.1800 |
Capitoli matrimoniali tra Annunziata
Familiari, figlia di Natale e di Giuseppa
Caracciolo, e Francesco Antonio Catanoso. La sposa è una cugina di Maria
Saveria Curatola (moglie di Andrea Mandalari). Gli sposi sono bisnonni di San
Gaetano Catanoso (1879-1963). |
2295 |
13.10.1800 |
Capitoli matrimoniali tra la Magnifica Maria Curatola,
figlia di Don Bruno Andrea Curatola
e Giovanna Alati, e Don Vincenzo Caracciolo figlio
di Don Domenico Caracciolo. |
B223
Vol. 1559 - Francesco Familiari (1801) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
2711 |
29.8.1801 |
Il Magnifico D. Bruno Andrea Curatola acquista da Giuseppa
Abramo, vedova del fu Pasquale Zampaglione, e dai suoi figli, un pezzo di
giardino in contrada Fundachello. |
B223 Vol. 1560 - Francesco Familiari (1802) -
NESSUN ATTO |
B223
Vol. 1561 - Francesco Familiari (1803) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
2788 |
20.10.1803 |
Il Magnifico Don Bruno Andrea Curatola di Melito acquista dai
coniugi Stefano Migale di Demetrio ed Antonina Zampaglione del fu Pasquale,
per la somma di quaranta ducati, "un
pezzetto di stabiletto in Contrada Fondachello tenimento di detta Villa
alberato ti celsi negri e fichi ed altri alberi di frutto d'una mondellata
circa, limitante Antonino Condello per libeccio, per scirocco la strada
pubblica, per montagna o sia la parte di sopra detto Magnifico di Curatola
soggetto solo al peso del censo alla Camera Marchesale, del resto franco". |
2813 |
4.12.1803 |
Il Magnifico Don Bruno Andrea Curatola di Melito acquista dai
coniugi Domenico Crea e Fortunata Zampaglione, per la somma di trentanove
ducati e cinquanta grana, un pezzetto di stabile “sito e posto nella Contrada Fondachello tenimento di detta Villa
limitante per mezzogiorno Antonino Condello, per la parte di sopra e per la
tramontana l'istesso di Curatola, per scirocco Francesco Leone, alberato di
celsi neri, ficari ed altri alberi di frutto di una mondellata circa di
terreno col peso dell'annuo censo di carlini quattro debendi alla Camera
Marchesale, del resto franco". |
B223
Vol. 1562 - Francesco Familiari (1804) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
2474 |
2.1.1804 |
Don Bruno Andrea Curatola del fu Lorenzo di San Lorenzo, abitante nella
Villa di Melito "cum domo et
familia". Rinnovo enfteusi su una nasida in Contrada San Fantino
beveraticcia, alberata con fichi, una nucera, olivi ed altri alberi di frutto
che li pervenne dal fu Antonio Cordova. |
2491 |
3.1.1804 |
Il Regio Notaio Don Vincenzo Savoia rinnova il contratto di enfteusi
su uno stabile in Contrada Bagaladi con celsi di serico, con piante d'olive e
con un altro pezzo di terreno che gli fu censuito il 16 gennaio 1793 per atti
del Regio Notaio Don Francesco Antonio Altomonte. |
2499 |
5.1.1804 |
Lorenzo,
Bruno ed Antonina Arcidiaco figli del
fu Sabba, della villa di Prunella. Rinnovo contratto di enfteusi. |
2504 |
5.1.1804 |
Magnifico Don Bruno Andrea Curatola. Rinnovo contratto di enfiteusi su
di una terra aratoria sita e posta in contrada Monasterace, una metà terra di
tumulate due e mezza nella Contrada Majorana in società con Domenico Nocera
ed un'altra terra in contrada Majorana di tumulate otto "delle quali
quattro li diede al Magnifico Natale Guerrera e quattro rimasero di suo conto". |
2506 |
5.1.1804 |
Reverendo Don Lorenzo Mandalari. Rinnovo contratto di enfiteusi su
di una metà terra in contrada Monasterace ed un'altra tera nella stessa
contrada alberata di vigna e terre scapole. |
2527 |
3.6.1804 |
Francesco Arcidiaco alias Bilicchi di San Pantaleone. Rinnovo contratto
di enfiteusi su mezza vigna in contrada Gurda che li pervenne per titolo di
dote da Giovanna Rodà figlia del fu Nunziato. |
2571 |
21.9.1804 |
Antonino "Arcidiacono" è citato come confinante di un
terreno in vendita in contrada Roccazana tenimento della villa di Chorio. |
B223
Vol. 1563 - Francesco Familiari (1805) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
3019 |
29.1.1805 |
Il signor Dottor Don Domenico Antonio Pizzi
(figlio di Filippo Pizzi)
compare come legittimo procuratore dell'Eccellentissimo Signor Don Francesco
Ruffo Principe della Motta. |
3071 |
31.1.1804 |
Don Francesco e Don Pantaleo
Mandalari, fratelli, figli del fu Don Marco Antonio Mandalari di Condofuri. Rinnovo contratto
di enfiteusi. |
3107 |
1.2.1805 |
Olimpia Pannuti, vedova del fu Magnifico Notaio Don Domenico Trapani di
Roccaforte, figlia del fu Girolamo
Pannuti (quindi sorella di Argenta Pannuti), dona un fondo ai due
figli Girolamo Trapani e Giovanni Antonio Trapani "per averla più degli altri di lei figli assistita nelle di lei infermità". Citati anche gli altri figli
Fortunato Romeo, Giovanni Andrea Romeo e Rosa Romeo (questi ultimi figli
erano nati dal primo matrimonio di Olimpia Pannuti con Domenico Romeo, come
leggiamo dal testamento di Olimpia Pannuti, cfr. B172 Vol. 1235 - Fortunato
Autelitano, 3.5.1792) |
3138 |
2.2.1805 |
Il Dottor Don Domenico Antonio Pizzi figlio del fu Filippo Pizzi e della vivente
Elisabetta Mandalari di Condofuri. Rinnovo contratto di enfiteusi su di un
fondo alberato di celsi di serico ed altri alberi sito nella contrada
Pristaria. |
3163 |
6.2.1805 |
Il Signor Dottor Don Carmine Archidiacono della città di Bagnara
compare come procuratore del Principe della Motta e dei Duchi di Bagnara Don
Francesco Ruffo. |
3203 |
21.3.1805 |
Il Dottor Domenico Antonio Pizzi, (figlio di Filippo Pizzi ed
Elisabetta Mandalari di Condofuri) richiesta all'erario dell'Eccellentissimo
Signor Principe della Motta e dei Duchi di Bagnara relativamente ad una terra
nella Contrada Vivo, tenimento dell'Amendolea, di tomolate dodici circa.
"Perchè la suddetta terra è unica
e divisa dalle altre Terre dell'Ecc.ma Camera, così il supplicante desidera
che li fosse concessa ad estaglio perpetuo anche coll'avanzo di altri tumuli
due di grano affine di poter fare una piccola chiusura per commodo di erba per
li propri animali". |
3223 |
31.3.1805 |
Il Magnifico Don Bruno Andrea Curatola della Villa di Melito
acquista dal Magnifico Francesco Maria Cordova fu Gabriele della Terra di San
Lorenzo uno stabile sito e posto nella contrada San Fantino alberato d'alberi
d'olive, roveri ed altri alberi da frutto per il prezzo di ducati 119 e grana
60. |
B223 Vol. 1564 - Francesco Familiari (1806) -
NESSUN ATTO |
BUSTA
224
Notaio
Francesco Familiari di Melito (1807-1812)
B224 Vol. 1565 - Francesco Familiari (1807) -
NESSUN ATTO |
B224 Vol. 1566 - Francesco Familiari (1808) -
NESSUN ATTO |
B224 Vol. 1567 - Francesco Familiari (1809) -
NESSUN ATTO |
B224 Vol. 1568 - Francesco Familiari (1810) -
NESSUN ATTO |
B224
Vol. 1569 - Francesco Familiari (1811) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
5172 |
22.2.1811 |
Il signor Stefano Mandalari, figlio del fu Signor Andrea e
della Signora Francesca Romeo del Comune di Condofuri "asserisce ed espressamente dichiara come
desidera ascendere allo stato ecclesiastico che da più tempo il medesimo si
trova vestito con le debite licenze e desideroso voler continuare a servire a
Dio nello stato ecclesiastico vuole ordinarsi alli primi ordini e
gradatamente agl'ordini sagri ed avendo bisogno a tenore dei sacri canoni e
Concilio di Trento di costituirsi il patrimonio sacro di ducati cinquecento". Citate, tra le varie proprietà, un
fondo che "li pervenne ad esso
signor Stefano per titolo di eredità per la morte del di lui padre d'anni
cinque che fu, nell'anno milleottocento e cinque". |
5339 |
10.8.1811 |
Il signor Bruno d'Andrea Curatola figlio del fu Signor
Lorenzo, domiciliato in Melito, acquista per il prezzo di ducati 66 e 50
grana da Francesco Ruffo Principe della Motta, tramite il suo agente Giovani
Lucisani, due tumuli ed un quarto di un comprensorio di terre seminatorie
dell'estensione di tumuli otto. Tali tumuli due e un quarto sono già
coltivati "in fitto" da
esso signor Curatola. |
5474 |
7.10.1811 |
Il signor D. Bruno Andrea Curatola figlio del fu Lorenzo,
proprietario, domiciliato in Melito in casa propria nel luogo detto "La Torre", affitta da Francesco
Ruffo Principe della Motta, tramite il suo erario Domenicio Antonio Curatola
figlio del fu Signor Lorenzo, il "giardino
grande di Prumella con il mulino novo". Tale proprietà si estende
per tumulate trenta, con otto case di terzo rango ed altre quattro "dirute" come da estratto
catastale allegato. L'affitto è per quattro anni a
partire dal passato 1° settembre 1811 fino a tutto agosto 1815 per il prezzo
di ducati 215 annuali. |
5509 |
11.11.1811 |
Testamento di Domenica Mandalari, figlia del fu Marcantonio Mandalari di Condofuri, vedova del fu Saverio
Anghelone. La testatrice istituisce erede
universale il suo unico figlio maschio Filippo Anghelone e la figlia
Pasqualina "che dalla fanciullezza
è stata acciaccata d'infermità ed oggi colla tropecia". Cita inoltre le altre tre figlie
Sicilia (Cecilia) moglie di Leonardo Asprea, Bruna (moglie di Natale Gurnari)
e [?] (moglie del Signor Bruno Mafrici). |
5511 |
11.11.1811 |
Testamento di Pasqualina Anghelone, figlia di Domenica Mandalari e di Saverio Anghelone, "inferma di corpo da più anni con cronica
infermità ma attualmente seduta su una sedia". La testatrice istituisce come suo
erede universale il fratello Filippo, per essere stata "dal medesimo mantenuta e per la mia lunga
infermità sempre quasi sul letto, e dal medesimo fui assistita con continui
medicamenti e di ogn'altro bisognevole alla mia persona". |
5576 |
14.12.1811 |
Testamento del Signor Bruno Andrea Curatola, figlio del fu Lorenzo,
marito di Giovanna Alati, proprietario, domiciliato nel comune di Melito. Il testatore istutuisce come erede
universale il figlio Signor
Fortunato Curatola, marito della fu Giuseppa Vernagallo, e ne cita i
figli Domenico Antonio, Bruno ed Antonino Curatola. Cita inoltre le figlie Anna Maria, moglie del Signor Vincenzo Caracciolo,
Domenica, moglie di Salvatore Alati (figlio quest'ultimo del fu Dottor Paolo
Alati), e Porzia. Per le prime due figlie elenca i beni che furono loro dati
come dote. |
B224
Vol. 1570 - Francesco Familiari (1812) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
5897 |
25.1.1812 |
Testamento di Domenico Antonio Caracciolo fu Vincenzo. |
6010 |
28.4.1812 |
Il
Signor Sacerdote D. Carmelo Pontari, in esecuzione della facoltà specialmente
avuta dalla Comuneria sua Principale ha conceduto e censuito in enfiteusi
perpetua a favore del Signor
Arciprete Don Michele Mandalari figlio del fu Signor Stefano domiciliato nel Comune di Condofuri una
terra alberata d'olivare, perare ed altri alberi propriamente della cennata
Comunia sita nella Condata S. Simio Comune di Condofuri. |
6083 |
1.7.1812 |
I signori D. Fortunato Curatola figlio di Bruno Andrea, e Bruno Andrea Curatola figlio
del fu Lorenzo, padre e figlio, domiciliati nel comune di Melito in case
proprie nel luogo detto "La Torre", dichiarano che il Sindaco ed il
Decurionato del Comune di Melito hanno nominato il Signor Fortunato Curatola
come Cassiere dell'Università di Melito. Il Signor Fortunato Curatola deve
dunque dare "una esecuzione in
beni immobili liberi d'ippoteca d'un valore tra il terzo e la metà dell'annua
rendita di detta Università". Padre e figlio ipotecano un fondo
del valore di ducati 400 ed una casa palazziata sita in Melito nel luogo
detto "La Torre" del valore di ducati 200, che insieme coprono il
valore richiesto dato che "la
rendita comunale ascende a lire 3315 e centesimi 40 che sono ducati 753 e
grana 50". |
6114-15 |
17.7.1812 |
Dichiarazione di Emancipazione. Compare il Signor Bruno D'Andrea Curatola figlio del fu Signor Lorenzo proprietario
domiciliato in Melito in case proprie nel luogo detto "La Torre" insieme al suo unico
figlio maschio Fortunato Curatola, procreato in costanza di legittimo
matrimonio con la signora Giovanna Alati figlia del fu Giuseppe Alati. Il Signor Bruno Andrea Curatola
dichiara che il 18 novembre dell'anno 1797 fu celebrato il matrimonio tra il
figlio Fortunato Coratola e la fu Giuseppa Vernagallo, figlia del fu Domenico
Antonio, "per cui d'allora fu dal
medesimo autorizzato di portare da sé, agire e di fare qualunque acquisto
avendolo emancipato fin da quell'epoca del matrimonio e reso libero". Cfr. capitoli matrimoniali tra
Fortunato Curatola e Giuseppa Vernagallo, B223, Vol. 1555. |
6117 |
18.7.1812 |
Compravendita tra il Signor Agente
Generale del Signor Principe della Motta, Don Giovanni Lucisano domiciliato in
Bagnara, ed il Signor Fortunato
Coratola di Melito (figlio di Bruno Andrea Curatola e Giovanna Alati).
La compravendita riguarda una verra aratoria in contrada Cosolito, parte del
Comune di San Lorenzo, di tumulate 16 per il prezzo e valore di lire millecinquecento
trentuno e centesimi venti, che sono ducati 348. |
6128 |
18.7.1812 |
Compravendita tra il Signor Agente
Generale del Signor Principe della Motta, Don Giovanni Lucisano domiciliato
in Bagnara, ed il Signor Fortunato
Coratola di Melito (figlio di Bruno Andrea Curatola e Giovanna Alati).
La compravendita riguarda una terra aratoria di tumulate ventidue in contrada
Sottoscano seu Bordino, per il prezzo e valore di lire mille settecento
quattro e centesimi 26, che sono ducati 387 e grana 33. |
6173 |
1.8.1812 |
Censuazione perpetua tra il Signor
Agente Generale del Signor Principe della Motta, Don Giovanni Lucisano,
domiciliato in Bagnara, ed il Signor Domenico
Antonio Pizzi figlio del fu Filippo
Pizzi, domiciliato in Condofuri. L'affitto riguarda un mulino in
contrada Ospite del Comune di Condofuri, unitamente al piccolo fondo contiguo
al molino suddetto alberato di celsi di serico ed altri alberi fruttiferi,
con casa rurale ed altro, per l'annuo censo di lire 308, che sono ducati 70. |
6179 |
6.8.1812 |
Compravendita tra il Signor Fortunato Coratola (figlio di
Bruno Andrea Curatola e Giovanna Alati) ed altri, ed il Signor Agente
Generale del Signor Principe della Motta. La compravendita riguarda una terra
aratoria dell'estensione di tumulate tredici (delle 58 totali) in contrada
Spilonga per la somma di lire 1658 e centesimi 80. L'atto è incompleto ma si trova
qualche dato in più nel repertorio in B228 Vol. 1587bis. |
BUSTA
225
Notaio
Francesco Familiari di Melito (1813-1816)
B225
Vol. 1571 - Francesco Familiari (1813) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
3702-06 |
1.8.1813 |
Testamento di Vincenzo fu Domenico Mafrici di Bagaladi. Citati il figlio
Domenico e la figlia Domenica moglie di Giuseppe Romeo. |
3776 |
21.12.1813 |
Il Sacerdote Lorenzo Mandalari figlio del fu Signor Saverio
domiciliato in Melito vende a Filippo Orlando una casetta “terranea” ed un casalino siti nel
distretto di Melito per il prezzo di lire 179 e centesimi 8. |
B225
Vol. 1572 - Francesco Familiari (1814) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
6548 |
7.1.1814 |
L'Arciprete Ludovico Mandalari figlio del fu Giuseppe domiciliato in San Lorenzo nel luogo detto il
Castello vende al signor Saverio Bova per la somma di lire 1144 una casa
solariata consistente in tre camere e cocina con suoi bassi sita e posta nel
distretto di questo comune (è accluso un estratto catastale compilato dal
"cancelliere archiviario di questo comune di San Lorenzo"). |
6579 |
20.2.1814 |
L'ex Arciprete Ludovico Mandalari figlio del fu Signor Giuseppe, domiciliato nel
comune di San Lorenzo nel luogo detto "sotto
il castello" vende al Signor Carmelo Pontari per la somma di lire
352 un fondo alberato di roveri sito e posto nella contrada Marullà "seu
Uraduri". |
B225
Vol. 1573 - Francesco Familiari (1815) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
3409 |
24.9.1815 |
Testamento di Litteria Savoia figlia del fu Notaio Giuseppe Savoia di Bagnara, vedova del Notaio Saverio Mandalari di San
Lorenzo. |
3442 |
20.12.1815 |
Capitoli matrimoniali tra Maria Saveria Cilea, figlia
del Signor Giuseppe Cilea e di Imara
Caracciolo, ed il signor Francesco Tropea, figlio del signor D.
Tommaso domiciliato in Reggio (nel luogo detto Corso Borbonio). Il padre
della sposa promette la somma di ducati 550 in mobile ed immobile ai quali si
aggiungono 150 ducati lasciati come legato nel testamento del fu Signor Zio
D. Antonino Cilea (che fu arciprete di Pentidattilo). |
B225
Vol. 1574 - Francesco Familiari (1816) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
6344 |
21.3.1816 |
Il Signor D. Bruno D'Andrea Curatola
figlio del fu Signor Lorenzo, domiciliato nel Comune di Melito, affitta dal
Signor Principe della Motta (e per esso dal suo erario Domenico Antonio
Curatola fu Lorenzo, di San Lorenzo), un fondo grande sito e posto nel luogo
detto Prunella alberato di celsi negri, bianchi, case di nutricato ed un
molino per la somma annua di ducati 235 per anni quattro continui
principiando dal mese di settembre corrente anno 1816. |
6347 |
23.3.1816 |
Il signor Sacerdote D. Lorenzo Mandalari figlio del Signor Saverio domiciliato in
questo comune di Melito in case proprie nel luogo detto Armà vende al signor
Saverio Bova per il prezzo di 74 ducati una casa solariata sita nel Comune di
San Lorenzo ed un pezzo di roveri nella contrada Lidraga ossia Spartilli |
6459 |
20.10.1816 |
Il Signor Sacerdote Don Lorenzo Mandalari figlio del fu Signor Saverio domiciliato in
Melito vende a Francesco Crea fu Giuseppe, domiciliato in San Lorenzo, per la
somma di ducati 35 un pezzetto di fondo sito e posto nella Contrada Anzella
parte di detto Comune di Melito alberato con alberi da frutto e celsi pervenutogli
per eredità dal fu signor Don Lodovico
Arciprete Mandalari. |
BUSTA
226
Notaio
Francesco Familiari di Melito (1817-1819)
B226
Vol. 1575 - Francesco Familiari (1817) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
7603 |
3.6.1817 |
Testamento di Lorenzo Arcidiaco figlio del fu Costantino e di Candelora Quattrone, domiciliato in Melito
nel luogo detto La Piazza. Vengono indicati come eredi universali i figli
maschi Antonino, Giovanni e Concesso, il primo dei quali nato in costanza di
matrimonio con la fu Vittoria Vazzana, e gli altri due nati dal matirmonio
con Antonina Mandica. Citate le figlie Teresa (moglie di
Fortunato Manti), Francesca (moglie di Antonino Giglietta), Candelora (moglie
di Pietro Pizzi), e Carmela (moglie di Fortunato Ligato). |
7893 |
10.10.1817 |
Il signor Sacerdote Don Lorenzo Mandalari figlio del fu Signor Notaio Don Saverio,
domiciliato in Melito, acquista da Antonio Battaglia una vigna alberata sita
e posta nella contrada Camara di San Lorenzo per la somma di ducati 50. |
B226
Vol. 1576 - Francesco Familiari (1818) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
6883 |
5.2.1818 |
Testamento di Antonio Arcidiaco, figlio di Lorenzo Arcidiaco e Vittoria Vazzani. Il testatore
istituisce come eredi universali i fratellastri e le sorellastre Giovanni,
Concesso, l'erede della fu Francesca, Candelora, Teresa e Carmela Arcidiaco,
figli e figlie di Lorenzo Arcidiaco ed Antonina Mandica. |
6915 |
12.3.1818 |
Antonino e Giovanni Battista
Panzera, figli del fu Domenico, proprietari di Melito, dichiarano di aver
avuto e ricevuto dal Signor Don
Bruno D'Andrea Curatola proprietario, domiciliato in questo comune,
ducati 460 di moneta effettiva di regno e si impegnano a restituirli e
consegnarli entro il mese di luglio corrente anno 1818. Le parti dichiarano ancora che se al
maturo non adempiranno al puntuale pagamento esso signor Curatola fosse nella
sua liberata forma esecutore sopra tutti i beni d'essi costituti. |
7061 |
15.8.1818 |
Testamento del Signor Bruno Andrea Curatola, figlio del fu Signor
Lorenzo, possidente, domiciliato nel comune di Melito in case proprie nel
luogo detto "sotto la Torre". Il testatore dichiara di avere
quattro figli: un maschio e tre femmine, nati in costanza di matrimonio con
la fu Giovanna Alati.
Fortunato (istituito erede universale), Maria
(sposata in prime nozze con il fu Signor Don
Vincenzo Caracciolo ed in seconde nozze con il signor Don Giovanni
Vernagallo), Porzia (nubile, vestita con l'abito monacale) e Domenica
Curatola (moglie del fu Signor Don Salvatore Alati). Il testatore dichiara inoltre di
aver contrattato matrimonio con la Signora Donna Maddalena Demetrio,
chiedendo che la medesima "dovesse
restare in seno della famiglia ed essere trattata da detto mio erede come a
capo della famiglia, ma dandosi il caso che essa non vuole vivere in unione o
vuole separarsi in questo caso dovesse avere l'abitazione nella camera ove io
attualmente abito e docati trentasei annui". |
B226
Vol. 1577 - Francesco Familiari (1819) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
7359 |
11.11.1819 |
Testamento di Antonio
Arcidiaco, figlio di Lorenzo Arcidiaco e Vittoria Vazzani. A differenza della versione
precedente (5.2.1818, B225 vol. 1576) il testatore istituisce come
usufruttuari il padre Lorenzo
Arcidiaco e la matrigna Antonina Mandica, e seguita la loro morte,
istituisce come eredi universali ed usufruttuari, in parti uguali, i
fratellastri e le sorellastre. |
BUSTA 227
Notaio
Francesco Familiari di Melito (1820-1827)
B227
Vol. 1578 - Francesco Familiari (1820) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
989 |
17.3.1820 |
Testamento di Don Giuseppe Cilea, marito di Imara Caracciolo, figlio del fu Don Francesco Cilea di
Pentidattilo. Il testatore dichiara di avere avuto
dalla moglie Imara Caracciolo tre figlie femmine ed un maschio: Donna Maria Saveria (moglie di
Francesco Tropea), Donna Maria Antonia (nubile), Donna Maria Nunziata
(nubile) e Don Francesco (celibe). |
1097 |
5.11.1820 |
Capitoli matrimoniali tra Agostino
Massa e Beatrice Mandalari,
figlia di Antonio Maria Mandalari
e di Gaetana Pizzi. |
B227
Vol. 1579 - Francesco Familiari (1821) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
4651 |
12.4.1821 |
Don Antonio Maria Mandalari figlio del fu Don Saverio, proprietario, domiciliato in questo Comune di
Melito nel luogo detto "nel Piano
della Chiesa", vende al Signor Saverio Bova del fu Signor Rocco, di
San Lorenzo, un pezzetto di fondo posto nella Contrada Armà alberato con due
piedi di celsi (ecc.) per la somma di ducati 40. |
B227 Vol. 1580 - Francesco Familiari (1822) -
NESSUN ATTO |
B227
Vol. 1581 - Francesco Familiari (1823) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
4934 |
28.2.1823 |
Capitoli matrimoniali tra Giovanna Caracciolo, figlia di
Vincenzo Caracciolo e Maria Curatola e Don Domenico
Evoli di Montebello. Compare da una parte Maria Curatola,
figlia del fu Don Bruno, moglie di Don Giovanni Vernagallo, vedova di primo
letto del fu Don Vincenzo Caracciolo, insieme al figlio del primo letto, Don
Domenico Antonio Caracciolo e alla figlia D. Giovanna Caracciolo. Compaiono anche le Signore zie, Sora
Antonia e Donna Paola Caracciolo. |
4954 |
30.6.1823 |
Capitoli matrmoniali tra Francesca
Pannuti e Domenico Antonio Curatola,
figlio di Fortunato Curatola
(quest'ultimo figlio di Don Bruno Curatola) e Giuseppa Vernagallo. |
B227
Vol. 1582 - Francesco Familiari (1824-1826) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
5049 |
16.8.1826 |
I coniugi Dottor Antonio Maria Mandalari e Donna Gaetana Pizzi, insieme ai figli Don Saverio, Don Andrea e Don Filippo
Mandalari, tutti domiciliati a Melito nel luogo detto "La Chiesa",
dichiarano di essere debitori da più tempo della somma di ducati 106, oltre
agli interessi, a favore del signor Antonino Costantino di Reggio, "per
qual credito esso Signor Costantino iniziò un giudizio di esproprio di
stabili a danno e pregiudizio del suddetto costituito Dottor Antonio
Maria". I comparenti, dichiarando che non
dispongono della somma contante per liquidare l'intero debito che ammonta a
ducati 177 (106 + 37 di interessi + 34 di spese giudiziarie), consegnano al
Signor Costantino due fondi, uno nel comune di Melito e l'altro nei comune di
San Lorenzo. Il Signor Costantino dichiara
rescissi ed annullati tutti gli atti della procedura giudiziaria, e consente
che i coniugi Mandalari oppure i loro figli, qualora pagheranno la suddetta
somma di ducati 177, potessero riottenere i due fondi: in questo caso il
pagamento dovrà avvenire in ducati 20 nel successivo agosto, ducati 20
nell'agosto 1827, ducati 40 nell'agosto 1828, ducati 40 nell'agosto 1829,
ducati 40 nell'agosto 1830 e ducati 17 nell'agosto 1831. |
B227
Vol. 1583 - Francesco Familiari (1827) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
0076 |
1.3.1827 |
Capitoli matrimoniali tra Andrea Mandalari, figlio di
Antonio Maria Mandalari e di Gaetana Pizzi, e Maria Saveria Caracciolo, figlia di Vincenzo Caracciolo e
di Maria Curatola. |
0100 |
15.6.1827 |
Nomina ad esattore delle tasse di Filippo Mandalari, figlio del Dottor Antonio Maria Mandalari
di Melito. Compare il Signor Dottor Domenico Antonio Curatola, figlio del Signor
Dottor Fortunato Curatola, proprietario domiciliato in Melito nel luogo detto
"La Torre" con le qualità di secondo eletto (si tratta di quindi di
un cugino di Maria Saveria Caracciolo, figlia quest'ultima di Maria Curatola
e moglie di Andrea Mandalari). Compaiono anche il Signor Dottor Filippo Mandalari
figlio del Dottor Don Antonio Maria ed il Dottor Don
Lorenzo Sacerdote Mandalari figli del fu Don Saverio, zio e nipote,
domiciliati in Melito. Il Signor Dottor Filippo Mandalari
accetta la carica di esattore, per la riscossione totale di ducati 1814 e
grana 97 (citato un "ruolo fondiario composto di figli 5 che comincia
con Ambroggio Antonino e finisce con la Chiesa Arcipretale"), ed il
sacerdote Lorenzo Mandalari si offre come garante ipotecando i suoi beni. |
BUSTA
228
Notaio
Francesco Familiari di Melito (1804 e 1828-1830)
B228
Vol. 1584 - Francesco Familiari (1828) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
0227-32 |
4.2.1828 |
Fortunato Curatola figlio del fu Bruno assegna in usufrutto alla sorella Suor
Crocefissa (al secolo Porzia Monica Curatola) alcuni fondi seguendo la
volontà del padre che indicò in testamento che, qualora Porzia non avesse
voluto vivere in comunione con il fratello egli avrebbe dovuto fornirle il
decente mantenimento. |
0233 |
9.3.1828 |
Di fronte al secondo eletto del
Comune di Melito, Dr. Domenicantonio Curatola, si presentano il Dr. Filippo Mandalari, esattore
comunale, suo zio Sacerdote Don Lorenzo Mandalari e suo padre Don Antonio Maria Mandalari,
proprietari domiciliati in Melito nel luogo detto "La Chiesa". Il Signor Don Filippo Mandalari,
attuale esattore comunale di questo comune già in servizio, ricoprirà lo
stesso ruolo per l'esercizio 1828. Lo zio sacerdote ed il padre Don Antonio
Maria Mandalari fungono da garanti dato che: "per qualunque motivo
ritardassero versamenti dovuti alla ricevitoria nelle ordinarie scadenze, e
qualunque spesa, danno ed interesse e a causa di ritardato pagamento soffrirà
questa amministrazione, tutto vada a carico del suddetto Sig. Mandalari
esattore". |
0365 |
21.11.1828 |
Suor Crocifissa, al secolo Porzia
Curatola, figlia dei furono Don
Bruno Andrea Curatola e Giovanna
Alati, dona beni e denaro ai nipoti Don Domenico Antonio, marito di
Francesca Pannuti, e Don Antonino Curatola, che contrarrà matrimonio con
Marianna Timpano di Bova, figli di suo fratello Don Fortunato. |
0284 ed in particolare 0306 |
2.8.1828 |
Il signor D. Antonino Alati figlio
del fu D. Paolo proprietario, domiciliato in questo Comune, Aggente Generale
di S.E. il Sig. Marchese D. Vincenzo Maria Ramirez [...] dichiara tenere
presso di sé una copia di Catasto Antico appartenente a questa Comune, nel
quale si trovano annotati tutti li beni e censi dell'allora Illustre Marchese
di questo Feudo D. Litterio Caracciolo. Segue prima una trascrizione del
documento in oggetto, e poi il documento originale. Tra gli altri dati (0306) si legge
il riferimento ad una terra in contrada Caredia di proprietà di Giuseppe
Alati, con a margine l'indicazione "Natale Guarrieri e Bruno Andrea Curatola".
Il riferimento è all'atto notarile in B223 Vol. 1547 - Francesco Familiari
(19.11.1789) |
0339 |
10.10.1828 |
Capitoli matrimoniali tra Giuseppe
Granata e Caterina Mandalari,
figlia di Don Marcantonio Mandalari
fu Francesco e di Donna Cecilia Anghelone di Bruno. |
B228
Vol. 1585 - Francesco Familiari (1829) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
8758 |
13.4.1829 |
Il Reverendo sacerdote Don Lorenzo Mandalari di
Melito, figlio del fu Don Saverio, compare davanti al notaio insieme al
Signor Marchese Don Vincenzo Ramirez per richiedere il rinnovo della
concessione enfiteutica delle terre in contrada Armà, un tempo concesse ai
suoi genitori e successivamente divise tra lui e i suoi fratelli e sorelle. |
B228
Vol. 1586 - Francesco Familiari (1830) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
8362-65 |
24.1.1830 |
Citati i capitoli matrimoniali,
stipulati in Bova il 24.11.1828 per atti del Notaio Viola, tra Don Antonino
Curatola, figlio di Fortunato, e la Signora Donna Marianna Timpano. La dote
consisteva in ducati 1200 in contanti ed il padre dello sposa, Don Fortunato Curatola (figlio
di Bruno Andrea Curatola e
di Giovanna Alati) dichiara
di aver ricevuto lui stesso tale somma e perciò, ora, assegna al figlio ed
alla nuora un fondo del valore di ducati 1370 in Contrada Fondachello. |
8373 |
3.2.1830 |
Don Andrea Mandalari, figlio del Dottor
Don Antonio, e la moglie Donna
Maria Saveria Caracciolo, figlia del fu Don Vincenzo, vendono al Signor Don Antonino Tropea un
fondo coperto di olivi, fichi, due piedi di roveri, fichi d'india ed altro,
sito e posto nella contrada Cavallo parte del territorio di Melito per la
somma di ducati 40. |
B228
Vol. 1587 - Francesco Familiari (1804) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
8518 |
7.1.1804 |
Il Magnifico Don Bruno Andrea Curatola di Melito vende di coniugi
Giovanni Catilio e Marianna Zampaglione, per la somma di ducati 22, un pezzo
di terra in Contrada Fondachello alberato con piedi d'amendolare d'una
quattronata une e mezza, con una casetta terrania. |
B228
Vol. 1587bis - Francesco Familiari (repertori 1811-1829) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
7953 |
7.10.1811 |
Obbliganza d'affitto tra il Dottor
Erario D. Domenico Antonio Curatola dell'ex principe di Motta a favore di Bruno Andrea Curatola del
Comune di Melito (rif. B224 Vol. 1569 img. 5474) |
7956 |
11.11.1811 |
Testamento di D. Domenica Mandalari figlia di Marco Antonio a favore di
suo figlio Filippo Anghelone (rif. B224 Vol. 1569 img. 5509) |
7957 |
11.11.1811 |
Testamento di Pasqualina Anghelone
figlia del fu Saverio a favore di suo fratello Filippo Anghelone (rif. B224
Vol. 1569 img. 5509) |
7961 |
14.12.1811 |
Testamento del signor Bruno Andrea curatola a favore
di suo figlio Sig. Fortunato domiciliato in Melito (rif. B224 Vol. 1569 img.
5576) |
7965 |
25.1.1812 |
Testamento pubblico del Signor Domenico Caracciolo del Comune
di Pentidattilo, a favore dei suoi figli (rif. B224 Vol. 1570 img. 5897) |
7973 |
28.4.1812 |
Cessione enfiteusi. Il signor
Sacerdote Com. della Collegiata di San Lorenzo D. Carmelo Pontari, figlio del
Signor Nunziato, cede a favore del Signor Michele Mandalari Arciprete del Comune di Condofuri (rif.
B224 Vol. 1570 img. 6010). |
7976 |
1.7.1812 |
Obbliganza pubblica. Il signor Bruno Andrea Curatola figlio
del fu Lorenzo ed il figlio Fortunato Curatola cassiere del Comune di Melito
si obbliga per l'annua rendita di detto Comune (rif. B224 Vol. 1570 img.
6083). |
7977 |
17.7.1812 |
Dichiarazione di emancipazione fatta
dal Signor Bruno Andrea Curatola
del Comune di Melito a favore di suo figlio Fortunato Curatola, ancor di poter fare acquisti (rif.
B224 Vol. 1570 img. 6114). |
7978 |
18.7.1812 |
Compravendita tra il Signor Agente
Generale del Signor Principe della Motta, Don Giovanni Lucisano domiciliato
in Bagnara, ed il Signor Fortunato
Coratola di Melito. La compravendita riguarda una terra aratoria in
contrada Cosolito, parte del Comune di San Lorenzo, di tumulate 16 per il
prezzo e valore di lire millecinquecento trentuno e centesimi venti, che sono
ducati 348 (rif. B224 Vol. 1570 img. 6116). |
7978 |
18.7.1812 |
Compravendita tra il Signor Agente
Generale del Signor Principe della Motta, Don Giovanni Lucisano domiciliato
in Bagnara, ed il Signor Fortunato
Coratola di Melito. La compravendita riguarda una terra aratoria di
tumulate ventidue in contrada Sottoscano seu Bordino, per il prezzo e valore
di lire mille settecento quattro e centesimi 26, che sono ducati 387 e grana
33 (rif. B224 Vol. 1570 img. 6128). |
7979 |
1.8.1812 |
Censuazione perpetua tra il Signor
Agente Generale del Signor Principe della motta, Don Giovanni Lucisano,
domiciliato in Bagnara, ed il Signor Domenico
Antonio Pizzi figlio del fu Filippo
Pizzi, domiciliato in Condofuri (rif. B224 Vol. 1570 img. 6173). |
7980 |
6.8.1812 |
Compravendita tra il Signor Agente
Generale del Signor Principe della Motta, Don Giovanni Lucisano, con i
signori Fortunato Coratola,
Domenico Marrari e Tommaso Laganà (rif. B224 Vol. 1570 img. 6179). |
NB: mancano alcune pagine
nell'indice e quindi non sono disponibili gli indici degli atti rogati tra il
22.7.1813 e il 20.9.1814 |
||
8000 |
24.9.1812 |
Testamento pubblico della Signora Litteria Savoia
domiciliata in Melito, che istituisce eredi in uguale parte i suoi figli
maschi D. Antonio, Lorenzo, e Giovanni Mandalari (rif. B225 Vol. 1573 img. 3409). |
8002 |
20.12.1815 |
Capitoli matrimoniali tra la Signora D. Maria Saveria e
padre Don Giuseppe Cilea del Comune di Pentidattilo con il Signor D.
Francesco e padre Tommaso Tropea del comune di Reggio (rif. B225 Vol. 1573
img. 3442). |
8003 |
21.3.1816 |
Affitto fatto da Domenico Antonio Coratola per
parte del Principe della Motta a favore di Bruno Andrea Curatola di Melito.
L'affitto riguarda un fondo in Prunella per l'estaglio di annui ducati 235
(rif. B225 Vol. 1574 img. 6344). |
8003 |
21.3.1816 |
Vendita fatta da Don Lorenzo Mandalari di
Melito a favore di Don Lorenzo Bova di San Lorenzo di una casa con
roveri pel valore di ducati 74 (rif.
B225 Vol. 1573 img. 6347). |
|
|
DA COMPLETARE |
BUSTA 420
Notaio
Francesco Cilea di Pentidattilo (1740-1754)
B595
- Volume 3209 - Notaio Antonino Altomonte (1729-1731) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
4894 |
30.5.1740 |
Domenica Marsilio di Giuseppe della
città di Sant'Agata abitante nella Terra di San Lorenzo dichiara "come si ritrova gravida, avuto commercio
carnale col Magnifico Antonino
Mandalari di Tommaso di detta Terra di San Lorenzo, per la quale
causa da un mese fa si presentò in corte capitanale di detta Terra un'istanza
dal Magnifico Coadiutore fiscale della medesima, e sussequentemente fattisi
molti atti da essa corte, tante ad istanza di esso Magnifico Coadiutore,
quanto del siddetto Giuseppe Marsilio padre di essa costituta, contro il
detto Magnifico di Mandalari, pretendo l'intiera soddifazione reale per detta
ingiuria, come infatti si ritrova attualmente formato processo in detta Corte
di San Lorenzo, mediante il quale viene esso Magnifico di Mandalari inquisito
presso la medesima per la causa suddetta, come da detto processo al quale [si
fa riferimento]. E
fatta l'asserzione predetta, soggiunse essa costituta Domenica Marsilio come,
volendo christianamente e religiosamente vivere, considerando che il perdonar
l'ingiurie ed offese è atto di vero christiano, avendo avanti gl'occhi la
divina legge, la quale ordina ed espressamente comanda rimettersi l'ingiurie,
perciò innante di noi, spe non vi aut dolo, ma di sua mera libera e spontanea
volontà, con giuramento ha rimesso e rimette esculpato ed esclupa, assoluto
et assolve, liberato e libera al detto Magnifico di Mandalari assente, e per
esso a me Notaro presente et legittime stipulante [...]". |
B420 Vol. 2218 - Francesco Cilea (1741)
- NESSUN ATTO |
B420 Vol. 2219 -
Francesco Cilea (1742) - NESSUN ATTO |
B420 Vol. 2220 - Francesco Cilea (1747)
- NESSUN ATTO |
B420 Vol. 2221 -
Francesco Cilea (1748) - NESSUN ATTO |
B420
Vol. 2222 - Francesco Cilea (1751) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
5109 |
7.11.1751 |
Il Magnifico Paolino Pangallo e Giuseppa Pagano, marito e moglie, vendono una casa
terranea, coperta ed abitabile, con camerella scoperta adiacente, per la
somma di ducati 45 al Reverendo Santo Familiari. Si tratta dei genitori di Nunziata
Pangallo (1742 circa - 1826), moglie di Domenico Caracciolo (1740 circa -
1812), madre di Vincenzo Caracciolo (1772-1815) e nonna di Maria Saveria
Caracciolo (1807-1868). |
B420 Vol. 2223 - Francesco Cilea (1752)
- NESSUN ATTO |
B420 Vol. 2224 -
Francesco Cilea (1754) - NESSUN ATTO |
BUSTA
595
Notaio
Tommaso Merigliano (1720-1748) di San Lorenzo
e
notaio Antonino Altomonte (1729-1731) di San Lorenzo
B595
- Volume 3209 - Notaio Antonino Altomonte (1729-1731) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
007 |
16.1.1729 |
Il magister "Nicolaus
Arcidiaco" e Tommaso
Mandalari compaiono tra i testimoni di una donazione. |
028 |
28.1.1730 |
Citata una "vigna posta in contrada Camino, che limita
colli beni dotali di Vittorio
Mandalari". |
039 |
12.6.1730 |
Domenico Arcidiaco è citato tra i testimoni (in fondo all’atto) della vendita di
un "casaleno di fabrica di pietra
e calce nova". |
041 |
12.6.1730 |
Il magister "Nicolaus
Arcidiaco" è citato tra i testimoni (in fondo all’atto)
della vendita di una terra in Contrada San Biase. |
041-042 |
18.7.1730 |
Citata una vigna "sita e posta nelle cirumferenze di questa
predetta Terra in Contrada Condofuri che limita con la vigna di Pauolo Mandalari".
Paolo Mandalari è molto probabilmente il padre di Marcantonio e Stefano
Mandalari, marito di Elisabetta Murria. Tra i testimoni dell'atto compare
"Antonius Arcidiaco". |
046 |
27.8.1730 |
"Joseph Arcidiaco"
compare tra i testimoni della vendita di una "casetta terragna". |
053 |
27.9.1730 |
"Catarina Nucera vedova primo luogo del fu Domenico
Candito, al presente legittima moglie d'Antonino
Zumbo del fu Giacomo di questa Terra di Santo Lorenzo [...] col
consenso, licenza e volontà d'Antonino suo marito presente". Caterina Nucera (1701-1762) ed
Antonino Zumbo (1702-1758) erano i genitori di Domenica Zumbo, madre di
Saverio Saccà. Questo documento riguarda la vendita
di una terra dotale aratoria "di
quattronate nove in circa sita e posta nelle circumferenze di questa predetta
Terra in Contrada Ambricoritta". La venditrice dichiara "come detto Antonino suo marito, per
alimentare essa medesima e due sue figlie nomine Giuseppa Candito e Maria
Zumbo pupille e minori, contrasse molti debiti [...] e non havendo modo
alcune per quelli soddisfare [...] alla fine detta Caterina di suo proprio
moto s'ha deliberato di vendere et alienare la suddetta Terra". |
073 |
12.11.1730 |
Citata "una casa terragna [nel luogo]
volgarmente detto Lo Spartilli che limita colla casa dotale di Gio. Dom. Arcidiaco "
ed una vigna "in contrada Marullà,
circonferenze di detta Terra, che limita colla vigna del Reverendo D. Pietro
Mandalari". |
134 |
26.8.1731 |
Citato "un piede di celso negro consistente in carico uno di fronda, sito e
posto nel Terr. di detta Terra nella Contrada Li Manganelli, propriamente
dentro la pianta di Giuseppe
Arcidiaco". |
137 |
6.9.1731 |
Antonia Maurici e Mastro Michele
Scuncia, marito e moglie di Bagaladi, vendono una vigna in Contrada Santa
Domenica a Domenico "Maufrici"
figlio di Matteo di San Lorenzo. Vengono citati anche i genitori di Antonia
Maurici: Angelo Maurici ed Anna Condemi (forse parenti dei nostri Mafrici
di Bagaladi?) Nota: gli stessi Angelo Maurici ed
Anna Condemi di Bagaladi sono citati in un atto del 1720 (not. Merigliano
pag.17) con i figli Filippo, Antonino, Antonia, Olimpia ed Elisabetta. |
178 |
28.1.1731 |
Giuseppe Mandalari e Gaetano Apano della Terra di San Lorenzo si impegnano a
pagare nel mese di agosto dell'anno corrente 1731 a Francesco Viola di
Domenico di Bova ducati sei in denari contanti, "li quali docati sei sono per il prezzo di un porco". |
182 |
28.1.1731 |
Giuseppe Arcidiaco, Paolo Marra e Paolo Rodà della Terra di San Lorenzo si
impegnano a pagare a Francesca Viola di Domenico di Bova ducati 5, carlini 8
e grana 5 (non è indicato il motivo del pagamento). |
187 |
24.2.1731 |
"Personalmente costituto Giovanni
Domenico Arcidiaco di questa stessa Terra, il quale sponte non vi,
con giuramento, asserisce e dichiara havere avuto da Giacomo D'Evoli di detta
Terra, presente, docati sei in denari contanti sin dal mese di settembre 1730
acciò il medesimo andasse a faticare
colli suoi bovi nella masseria di detto Giacomo D'Evoli ad uso di massaro
secondo l'uso di questa predetta Terra. E perchè vertirono fra essi alcune
differenze si sono esibiti innante il Signor Governatore il quale ordinò
l'arbitrazione in persona di Sabbo Gurnari che arbitrò e decise che detto
Arcidiaco dovesse assistere alla fatica della massaria di d.o Giacomo".
Dato che Giovanni Domenico Arcidiaco
"non ha voluto andare a faticare
nella massaria di detto Giacomo si
conviene de equo et bono di pagare al detto Giacomo li sud. docati sei
e carlini uno". |
188 |
2.3.1731 |
Alcune decine di capifamiglia di San
Lorenzo, tra cui vari Arcidiaco, compaiono di fronte al notaio per richiedere
l'assistenza del Dottor Fisico Sig. D. Tommaso Pugliatti della Città di Bova. I comparenti indicano che "conoscendo quant'è necessaria et utile la
salute delle medesime hanno stimato espediente d'eliggere per loro dottor
fisico al medesimo Sig. Di Pugliatti acciò dovesse assistere alle cure
dell'infrascritte persone tantum in ogni morbo ch'occorrerà". |
208 |
13.5.1731 |
Domenico Arcidiaco della Terra di San Lorenzo si impegna a pagare all'erario
Antonino Strati il prezzo di tumuli uno di germano nel mese di agosto 1731. |
209 |
14.5.1731 |
Mastro Paolo Saccà si impegna a pagare nel mese di agosto 1731 all'Ecc.mo Duca d
Bagnara assente, e per esso al suo erario che pro tempore sarà, ducati otto,
carlini otto, e grana quattro in tanto frumento, "e sono per residuo dell'affitto del giardino di grana che detto Saccà
restò dovendo al detto Signor Duca. Già in maggior cautela e sicurtà di detto
Signor Duca, detto Saccà dona per suoi pleggi [garanti], e quali promessori e fideiussori, a
Mastro Pietro Candito, Giuseppe Arcidiaco e Giovanni Saccà di detta Terra, e
Giovanni suo figlio a maggior cautela". |
210 |
15.5.1731 |
Citati come garanti per una vendita
(tra gli altri) anche Vincenzo
Ligato fu Cesare e Giuseppe
Arcidiaco della Terra di San Lorenzo. |
211 |
6.6.1731 |
Giovanni
Saccà della Terra di
San Lorenzo si impegna a pagare all'Erario Antonino Strati |
213 |
7.6.1731 |
Giuseppe Arcidiaco e Pietro Familiare sono citati come garanti di Vincenzo fu
Andrea Ligato della Terra di San Lorenzo per un debito di ducati 39, carlini
6 e grana 7 e mezzo di Regno, "i
quali docati 39-3-7½ sono per residuo della passita di fiscale che detto
Vincenzo Ligato restò dovendo al detto Signor Duca in detto atto anno
1728". |
216 |
28.8.1731 |
I coniugi Michele Lombardo e
Giovanna Zumbo, ed i coniugi Antonino
Zumbo e Caterina Nucera
della Terra di San Lorenzo "promettono
e s'obbligano realmente e personalmente in solidum di dare, pagare, a Lucrezia Manti vedova del
quondam Giacomo Zumbo loro
madre e socera rispettivamente, presente per sé ed i suoi, nelli 15 agosto
1732, la somma di docati tredici in denaro contanti et tumuli uno di grano di
bona qualità in pace, e detti docati tredici sono per altrettanti contanti
che detti di Lombardo, Zumbo e Nucera per causa di puro e mero imprestito
senza cambio né interesse alcuno, in presenza di me suddetto Notaro
confessano averli avuto e ricevuto dalla suddetta di Manti". Antonino Zumbo (1702-1758) e
Caterina Nucera (1701-1762) erano i genitori di Domenica Nucera, moglie di
Domenico Saccà. |
B595
Vol. 3208 - Merigliano Tommaso 1720-1734 |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
003 |
23.2.1720 |
Giuseppe Arcidiaco, di età maggiore di anni 18, figlio di Sebastiano, compare con i nonni materni Giuseppe
Miserrafiti ed Antonia Pizzi per la vendita di una casa ad Antonio Timpano
per la somma di 17 ducati. |
007-009 |
25.2.1720 |
La magnifica Maria Merigliano ed il
marito Tommaso Mandalari
vendono "un giardino alberato con
celsi di serico, ?, perare, ameldolare, palma piccola, lauro, casa terranea
di pietra e calce e mettà celso bianco, canneto ed alquanti visi sita e poste nelle pertinenze di questa
predetta Terra in Contrada San Fantino limitante coll'acquidotto, li beni
della Archipretale Chiesa di questa Terra, li beni dotali di Mastro Giorgio
Petrulli, vallone ed altri" per la somma 96 ducati. Citati anche i
figli della coppia: Antonino di quindici anni, Caterina e Francesca maggiori
di diciotto anni. |
018 |
13.4.1720 |
Giuseppe Arcidiaco figlio di Sebastiano,
compare con i nonni materni per la vendita di un terreno: "Die septima mensis aprilis tertie inditionis Millesimo
Septingentesimo Vigesimo 1720. In tenimento Terre S. Laurentii et prop.e in
Rure Bagaladi. Regnante. Costituti
personalmente nella nostra presenza Antonia Pizzi legittima moglie di Giuseppe
Miserrafiti, nec non Giuseppe Arcidiaco di Mastro Sebastiano Avia e Nipote
rispettivamente di questa terra di San Lorenzo ed a maggior cautela,
assistendo alle cose predette, essi prefati di Pizzi ed Arcidiaco,
coll’epresso consenso, assenso, presenza e volontà di Giuseppe Miserrafiti e Mastro Sebastiano Arcidiaco, loro
marito e Padre rispettivamente e il loro espresso consenso, presenza, e
volontà. […]
Essi prefati di Pizzi ed Arcidiaco, Avia e Nipote rispettivamente,
asseriscono e dichiarano avere tenere e possedere come veri Signori e Padroni
giusto titolo et bona fide, cioè essa di Pizzi titulo dotis, e esso di
Arcidiaco come vero Signore e Padrone, una costera di terre di roccali e
renati di capacità di carichi tre incirca di grano in semine in tutti i suoi
aridi ed inculti, sita e posta nelle circonferenze di questa predetta terra
in contrada Cammarà, limitante il fiume pubblico, li beni di S. Antonio di
Padova, li beni della Chiesa Arcipretale di S. Lorenzo, li beni della Nobile
Chiesa di S. Sebastiano, il vallone ed altri confini, franca libera ed esente
d’ogni peso e servitù, et nemini. E
perché ad essi prefati di Pizzi et Arcidiaco infrascritti ut supra al
presente l’occorsero alcuni suoi urgenti bisogni e necessità, e per togliersi
da maggiori interessi, tanto più che la detta costera di terre non li rendea
nessuna rendita per essere la maggior parte roccali aridi ed inculti, si sono
decisi venderla ed avendo trattato col D. Fabbio Asprea che si risolse di
quella comprare, ex communi consenso l’hanno fatto stimare da Diego Amodei ed
Antonino Pizzi pubblici agrimensori esperti comunemente eletti di questa
predetta Terra li quali nella nostra presenza e con giuramento dichiarano
averla stimata sino alla somma di docati trenta […]." |
023 |
7.4.1720 |
Antonio Arcidiaco e Giuseppe Mandalari
compaiono come testimoni di una vendita. |
024 |
23.4.1720 |
Citata una "terra aratoria di quattronate sei in circa alberata con celsi
di serico, rovoli, perare, ficare ed altri alberi fruttiferi sita e posta nel
Tenimento di questa predetta Terra in contrada traludi, limitante con li beni
li beni di Antonio Arcidiaco
[ed altri]". Nello stesso atto Magister Nicola Arcidiaco compare come
testimone. |
026-029 |
15.8.1720 |
Il Reverendo Marcantonio Mandalari di Condofuri fa una permuta con
Giovanni Battista Rodà di Condofuri consegnando a quest'ultimo "un pezzotto di terra beveraticcia di
mondellate quattro in circa sita e posta in detta Villa di Condofuri [...]
restando in beneficio di detto Reverendo di Mandalari solamente li celsi di
serico che si trovano in detta Terra" e ricevendone in cambio "una terra beveraticcia di quattronate due
in circa con un piede d'olivare in mezzo, sita e posta in detta Villa". |
029 |
28.10.1720 |
Il Reverendo Marcantonio Mandalari di Condofuri acquista da Antonino
Rodà di Condofuri "quattro piedi
di celsarelle site e poste nel Tenimento di detto Casale di Gallicianò in
Contrada Circione". |
034 |
21.12.1720 |
Paolo Saccà di Reggio abitante a San Lorenzo compare come garante, insieme
ad altri, per Mastro Pietro Familiare della Terra di Pentidattilo (ma
abitante in San Lorenzo). Quest'ultimo Mastro Pietro Familiare "avendo avuto commercio carnale con Flavia
Toscano per più spazio di tempo per lo che ne è risultata gravida e pregna"
ed essendo stato incarcerato per questo motivo a San Lorenzo, accetta sotto
la pena di ducati 200 di sposare la suddetta Flavia Toscano. |
044 |
31.12.1724 |
Luca Foti e Sebastiano Arcidiaco compaiono come "mastri fabruarii e falegname" per
l'apprezzamento di una "casa
solariata coperta ed abitabile sita e posta dentro questa predetta Terra nel
convicinio la Chiesa di Santa Maria ad Nives". |
049 |
8.1.1724 |
Un interessante elenco dei beni del
fu dittereo Sabba Squillace appena deceduto: "a prieghi fattemi dal molto Reverendo Signor Arciprete di questa
Terra di San Lorenzo Don Domenico Marino mi sono conferito con il Sig.
Luogotenente di giustizia di questa Terra, il Magnifico Francesco Sartiano
con altri testimoni nella casa dove abitava il quondam Dittereo Don Sabba
Squillace per essere stato chiamato dal medesimo Sig. Arciprete a causa che
il suddetto quondam Dittereo D. Sabba Squillace si è trovato mattina degli 8
corrente gennaio morto, et per non dilapidarsi il mobile che teneva in detta
casa, come in un'altra, il suddetto signor Arciprete al fine di carità e
sperando di fare cosa grata e nota all'erede che succederà ab intestatu detta
eredità ci ha pregato come dissi di fare l'inventario, come già l'habbiamo
fatto al tenore seguente" [...] |
054 |
24.1.1724 |
Tramite il suo procuratore
Bartolomeo Cordoma di San Lorenzo, la signora Mariana Squillace moglie del
Signor Ignazio Murria di
Bova (fratello, di Elisabetta Murria, madre di Marcantonio Mandalari), nipote
carnale ex fratre del fu dittereo Sabba Squillace di San Lorenzo, si dichiara
erede del fu dittereo Sabba Squillace. La signora Squillace è quindi
dichiarata tale "poichè non
havendo comparsi altri di più stretto grado a quali appartenesse detta
eredità". |
067 |
3.3.1724 |
"Dominicus Arcidiaco" è citato tra i testimoni di una
dichiarazione. |
067 |
15.3.1724 |
Dichiarazione: Tommaso Mandalari citato come
caporale della terra di San Lorenzo: "Die decima quinta mensis martis secunte inditionis
millesimo septingentesimo vigesimo quarto, 1724 in Terre S.ti
Laurentii. In pub.co test.nio
personalmente c.o nella nostra p.nza
Domenico Jofrida del q.m Paolo di Casale Nuovo da più tempo
abitante nel Casale di la Motta di Roghudi, al p.nte in q.sta
T.ra di S.to Lorenzo. Sciolto di vincoli
e catene, posto nella sua pristina libertà, il quale s.nte
non vi […] cora nobis vulg.e loquendo: come ieri giorno di
martedì quattordici del corrente marzo verso l’alba ritrovandomi io et
Innocentio Romeo mio cog.to del Casale di Roghudi alla
custodia alcune capre di Dom.co Romeo mio socero e padre di
detto Innocentio nella Contrada detta Porta pertinenza di detto Casale di
Roghudi, fummo circondati dal Caporal Tommaso Mandalari e suoi compagni di
questa Terra di San Lorenzo per carcerarci. In un subito presimo la fuga ed, essendo giunti sopra di una
rocca, la suddetta squadra ci assaltò in detta rotta per carcerarci et
essendosi visti ruolati presimo l’armi alle mani e tirato il fucile facendoci
sopra la squadra delli Boricelli, fra questo mentro mio cognato Innocenzo
Romeo prese fuga per non essere carcerato et io per non essere anche preso
cartaci e il detto Innocenzo [?] tirato una botta d’archibuggiata et pigliò
sopra la persona di detto Innocenzo Romeo". |
079 |
27.4.1724 |
Sebastiano Arcidiaco e Antonino Mandalari citati come testimoni in un atto di
donazione. |
086 |
20.5.1724 |
Vari sacerdoti e abitanti di San
Lorenzo (tra cui Antonio Arcidiaco,
Sebastiano Arcidiaco, Giuseppe Arcidiaco, mastro Nicola Arcidiaco, Vittorio
Mandalari, Giuseppe Mandalari, Reverendo Pietro Mandalari) chiedono
che al Magnifico Franceso Gullì della città di Reggio, già Torriero e
benefattore, sia dato l'affitto delle "Calcare del Salto" facendo
da garanti. In cambio il Magnifico Francesco Gullì si impegna a costruire a
sue spese una chiesa in detta terra. |
114-115 |
3.11.1724 |
Donazione di Gaspare Sgrò a favore
dell’Arciprete di San Lorenzo Don Domenico Marino. Citata una vigna "sita e posta nella Contrada Camino seu
Lineri, alberata con un piede di sorbara, perare, ficare et terre scapole
aratorie quartieri tre in circa [...] la medesima che [in] primo luogo la
vendé Giuseppe Sgrò al fu Gio.
Domenico Arcidiaco e doppo il
prefato donante, nel mentre viveva il fu suo padre, avendo stato alli
servitii con il fu Reverendo Ascanio Scopelliti, con il soldo [che] prese dal
suddetto Reverendo Scopelliti si ricomprò che si trovava venduto al fu detto
Arcidiaco". |
130 |
8.6.1729 |
L'Abate Giacomo Murria di Bova "canonico della Chiesa Cattedale della città di Bova" compare
insieme al nipote Reverendo Stefano
Murria (attualmente in Napoli), erede del fu Sabba Squillace, suo zio
materno ---> quindi questo Stefano
Murria era un figlio di Ignazio Murria e di Mariana Squillace, e nipote della
nostra Elisabetta Murria. E quindi l'abate Giacomo Murria di
Bova era un fratello di Ignazio e di Elisabetta Murria. |
Busta
595 - Volume 3208_2 - Notaio Merigliano Tommaso (1734-1748) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
004 |
6.1.1734 |
Citato Giuseppe Arcidiaco, "pubblico agrimensore di detta Terra" di San Lorenzo. |
030 |
1.7.1734 |
Capitoli matrimoniali tra Giuseppe Scrivo figlio del fu
Paolo e di Lorenza Pellicanò, e Domenica
Germolè figlia del fu Giuseppe e di Maria Coratola: "Costituti per.te
nella n.ra pres.a Maria Coratola ved.a
del q.m Gius.e Cermolè di q.sta
T.ra di S.to Lorenzo, jure romano viv.te,
agente et interv.te alle cose infra.tte
tanto per suo prop.o e per.le nome come
per nome e parte di Dom.ca Cermolè sua figlia leg.ma
e nat.le vergine in capillis futura sposa [...]. E Gius.e
Scrivo figlio del q.m Paolo e Lorenza Pellicanò
dell'istessa T.ra ag.te similm.te
et interv.te alle cose infra.tte futuro
sposo ex altera. Ambe esse le
parti nella n.a pres.a col di loro giu.to
ass.me dichiarano come per mezzo di comun'amici e parenti è
stato trattato e conchiuso sol.e e leg.mo
matrim.nio per verba de futuro [...] Pertanto essa
prefata Maria Curatola con giur.to promette e s'obbliga
realm.te et pers.te di consegnare ad esso
Sposo presente l'infrascritti beni.[...]". Giuseppe Scrivo (1710-1751) e Domenica Germolé (1701-1794) erano
i genitori di Paolo Scrivo (1742-1784) ed i nonni di Antonina Scrivo (1775 circa
- 1851) moglie di Saverio Saccà. |
037 |
19.7.1734 |
Citata "una pianta di vigna in contrada Licina Tenimento di detta Terra
limitante colli beni di Antonino Barreca, Vittorio Mandalari, via pubblica et altri fini". |
043-045 |
3.1.1735 |
Domenico Arcidiaco viene citato come testimone, esperto, pratico e maturo
nell'età. L'atto riguarda una supplica da parte di Carmosina Scaramozzino
della Terra di San Lorenzo, proprietaria di una Terra in Contrada
Scorciapelle, Tenimento della Terra di San Lorenzo, per la quale fu molestata
"per una vera pretenzione che
dicevano esser di Sant'Antonio Abbate". |
086 |
26.11.1735 |
Compare Giovanni Domenico Arcidiaco come "Rettore della Venerabile Chiesa di San
Nicola di Grana" che riceve dal Chierico Antonio Cordoma, in nome
della Chiesa di San Nicola, una terra in Contrada Scufadi. L’atto è solo
parziale ed il nome Giovanni Domenico è leggibile solo due pagine più avanti
(mentre in tutto il resto del documento si legge solo il cognome Arcidiaco).
Non è certo che l’ultima parte con il nome Giovanni Domenico Arcidiaco si
riferisca allo stesso atto o ve ne sia un altro prima. |
140 |
18.9.1740 |
"Joseph Arcidiaco" è citato come testimone in fondo
all'atto. |
167 |
17.9.1746 |
Vittorio Mandalari compare insieme ai figli Saverio
Mandalari e Lorenzo
Mandalari per l'emancipazione di quest'ultimo, "clerico
novizio": Die decima septima mensis 7bris, 10, dico 10, inditionis milles.o
settingentes.o quatragesimo sestio, dico sesto, 1746 in
Terra S. Laurentii Reg.te. Con.tus personaliter in nostra presenzia
Vittorius Mandalari huius T.re S. Laurentii, agente et
interveniente ad infra.tta omnia eius proprio ac se sui
querelibus; qui sponte cora nobis, et clerico Novizio Laurenzio Mandalari
eius filio legitimo et naturale, presenti; fuisse pluriis rogatu a ditto eius
filio ut ei rem grata faciendo ipsu emanciparet, et ab eius patria potestate
liberare potuisset pro nonullis rationibus ad eius mente digne moventibus
omnia qua decet filiali obedientia. Idioque res quiusque dittu Vittoriu eius patre eu emanciparet,
et a sue patria potestate eiusque ne ab absolvere et liberare debuisset ad
hora ut possuit et valiat tanquam omoliber ex tuti pater familias a sui
patrea potestate exemplis, eus negotia, agere, emera, vendere causare
litigare, testari, indicillari et in iudicio compareri omnia alia et vingula
facere, et sine ipsius Vittori assensus licentia et beneplacito autoritat
sicut alii patri familias a patria potestate et orus natilis exempli et
liberati facere possunt et valiant;[...] |
177 |
25.8.1749 |
Costantino Arcidiaco della Terra di San Lorenzo compare come "procuratore e cassiero della confraternita
di Gesù e Maria" |
BUSTA
596
Notaio Francesco Antonio Altomonte (1772-1792) di San
Lorenzo
B596 Vol. 3210 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1772-1776) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
33 |
24.4.1772 |
Il Magnifico Domenico Antonio Caracciolo fu
Vincenzo (ed altri abitanti di Pentidattilo) affitta dal Marchese
Lorenzo Clemente "ad emphiteusi
perpetua" un'abitazione a Pentidattilo composta da due stanze
superiori e due inferiori davanti alla chiesa Madre. |
43 |
7.8.1774 |
Compare per una
vendita il magnifico Notaio Don
Giuseppe Savoia di Bagnara (padre di Litteria Savoia e quindi suocero
del notaio Saverio Mandalari): "Nella nostra presente personalmente
costituito il Magnifico Don Giuseppe Notar Savoia della Terra di Bagnara, al
presente in questa commorante, cognito, agente ed interveniente alle cose
infrascritte per sé, suoi eredi e successori dall'una parte. [...] esso prefato Magnifico di Savoia nella nostra
presenza sponte asserisce ed espressamente dichiara come nell'anno 1769 aveva
pleggiato al Magnifico Antonino Strati pell'affitto della casa di ?,
tenimento di questa suddetta Terra in virtù d'obbliganza penes acta Regia
Audienza stipulata per gl'atti dell'Egreggio Notar D. Giuseppe Fedele di
detta città in data 11 luglio 1769 col Magnifico D. Agostino Versaci della
nomata città, e non avendo ? pagare lo strati suddetto al suddetto di Versaci
à tenore di detta obbliganza fu ascritto il suddetto Notar Savoia andar ramingo
pello spazio di quattro anni, e gli fu incusata obbliganza suddetta nel Regio
Tribunale di Catanzaro per cui ha patito molte spese, danni ed interessi
[...]" |
B596 Vol. 3211 Notaio Francesco Antonio Altomonte (1777)
- NESSUN ATTO |
B596 Vol. 3211_1 Notaio
Francesco Antonio Altomonte (1778) - NESSUN ATTO |
B596 Vol. 3212 Notaio Francesco Antonio Altomonte (1780) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
15-16 |
17.9.1780 |
Il Dottor Don Filippo Pizzi di Condofuri
acquista per 50 ducati uno stabile in contrada Pistaria, casale di Condofuri,
dai fratelli Giuseppe ed Antonino Nucera fu Tommaso di Gallicianò (molto
probabilmente suoi zii). Un terzo dello stabile, che ha annessi alberi da
frutto, celsi di serico, altri celsarelli, ficarelle, è di proprietà dei
fratelli Nucera, mentre altri due terzi erano di proprietà della vedova del
Magnifico Domenico Pizzi (padre di Filippo) e furono a suo tempo donati a
Filippo Pizzi. La proprietà confina
con il Dottor Don Filippo Pizzi per due parti, ancora il Dottor Don FIlippo
Pizzi "per altre compre fatte da
Antonino Manti, dalla vedova di Giuseppe Oliveri, e dalla vedova di Andrea
Caridi" (vedi atto successivo), il fiume di Pisciato, e la Reverenda
Comuneria. |
17-18 |
17.9.1780 |
(vedi atto
precedente) Il Dottor Don Filippo
Pizzi di Condofuri acquista da Antonino Manti, da Ippolita Condemi,
vedova del fu Andrea Caridi, e Caterina Condemi, vedova del fu Giuseppe
Oliveri, "un comprensorio di terre
di tumulate otto aratorie ed adagiate con pirare, ficare, celsarelli ed
olivare" in contrada Pistaria nel casale di Condofuri. |
18-22 |
17.9.1780 |
La magnifica Beatrice Nucera, vedova del fu
Domenico Pizzi del Casale
di Gallicianò dichiara di aver donato al Dottor Don figlio Filippo Pizzi, in
data 20.1.1769, due porzioni di stabile in contrada Pistaria, tenimento del
Casale di Condofuri (vedi atti precedenti). Tali porzioni le furono pervenute
l'una per rinuncia paterna e materna da parte di suo fratello Gregorio
Nucera, e l'altro per "compra"
fatta dall'altro suo fratello Filippo Nucera. L'atto di donazione è
trascritto più avanti. Dichiara inoltre di
possedere un'altro fondo in Contrada Muccaria, che dona al figlio Dottor Don
Filippo Pizzi. All'interno dell'atto
sono citati anche i figli della donante Beatrice Nucera e Domenico Pizzi: - Magnifico Pietro
Pizzi - Magnifico Antonio
Pizzi - Signora Elisabetta
Pizzi, maritata col fu Giovanni Andrea Rodà (citata nella trascrizione del
1769) - Signora Preziosa
Pizzi, maritata al Magnifico Vincenzo Squillaci - Signora Trusulina
Pizzi, maritata al Magnifico Marco Romeo - Signora Antonia
Pizzi, maritata al Magnifico Fabio Amodei - Signora Giuseppa
Pizzi, maritata al magnifico Paolo Nucera |
B596
Vol. 3213 Notaio Francesco Antonio Altomonte (1781) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
11-15 |
1.3.1781 |
Compare il Magnifico
Pasquale Scrufari di Melito, cugino del Magnifico Giuseppe Alati, insieme ad
Antonia e Giovanna Alati di
Melito, figlie naturali del Magnifico Giuseppe Alati. I tre, come eredi
universali del Magnifico Giuseppe Alati, rinunciano all'eredità suddetttìa
lamentando il fatto di ritrovarsi oggi obbligati con l'esecutore
testamentario del fu loro padre e cugino a causa di un instrumento doloso e
lesivo delle loro ragioni. "Il
Magnifico Pasquale Scrufari fu Lorenzo della Terra di Pentidattilo
[...]asserisce e dichiara come il fu Magnifico Giuseppe Alati con suo ultimo
nuncupativo testamento, rogato per atti del Magnifico Notar Francesco Cilea
della Terra di Pentidattilo, con cui sebbene avesse istituiti eredi
universali e particolari due sue figlie naturali Antonia e Giovanna Alati, ed
esso prefato costituto, pur non di meno lo gravò in maniera che niente e
nulla lì restò di detta sua eredità per la disposizione generale che fece in
detto testamento per legato di messe che venne a comprendere intieramente, e quasi
tutte le sue predette eredità lasciando per suo esecutore testamentario il
Reverendo Arciprete di detta Terra di Pentidattilo D. Salvatore Gangemi, il
quale astringendo essi coeredi all'adempimento della celebrazione di messe
pell'anima del prefato defunto, oltre la domanda di tutti li beni ereditari
consistentino in mobili, stabili, semoventi e altro[...]" |
B596 Vol. 3214 Notaio Francesco Antonio Altomonte (1782)
- NESSUN ATTO |
B596 Vol. 3215 Notaio
Francesco Antonio Altomonte (1783) - NESSUN ATTO |
B596 Vol. 3216 Notaio Francesco Antonio Altomonte (1784)
- NESSUN ATTO |
B596 Vol. 3217 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1785-1786) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
110 |
8.12.1786 |
Testamento del
Reverendo Don Ludovico Mandalari,
Arciprete di Motta San Giovanni "in
questa Terra [di San Lorenzo] ritrovato per esser sua patria". Il testatore
istituisce suo erede universale il fratello Lorenzo Mandalari. |
B596 Vol. 3218 Notaio Francesco Antonio Altomonte (1787)
- NESSUN ATTO |
B596
Vol. 3219 Notaio Francesco Antonio Altomonte (1788) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
07 |
6.2.1788 |
"Nella nostra presenza personalmente
costituto Saverio Vadalà, Giovanni Anghelone, Bruno Iacopino e Francesco
Lugarà del Casale di Condofuri cogniti, li quali sponte non vi, dolo, con
giuramento asseriscono e dichiarono come giovedì 31 del prossimo passato mese
di Gennaio andante anno mille settecento ottantotto, verso l'ore dieciotto,
il Magnifico Marcantonio Mandalari
presentò avanti li suddetti Vadalà, Iacopino, Anghelone e Lugarà, sotto la
porta di detto Mandalari, una istanza all'Attuario D. Antonino Mafrici,
dicendo esso Mandalari, oltre a questa, ch'è suspetto per esser inimico,
compare e cugino di Paolo Foti, e detto Mafrici non fece parola alcuna, si
ricevé l'istanza ed andiede [andò?] à fatti suoi; ed in detta sera di giovedì, dopo che fu dato per
suspetto, e sera ancora di Venerdì, si portò in casa del Magnifico Paolo
Foti, ed in sua presenza ed assistenza, esaminando i testimoni, anzi tanto
nell'una che nell'altra sera, furono mandati in casa di detto Foti e
trovarono lo stesso Mafrici col suo collega Rocco Mafrici, che in presenza
del detto Foti, moglie e madre esaminarono testimoni contro Mandalari e
figlio a istanza di detto Foti con delegazione del Signor D. Vincenzo Garrera,
e ciò ci consta per esser vicini alla casa del Foti suddetto, come pure li
consta a detti Lugarà, Vadalà, Anghelone e Iacopino, che Paolo Foti è compare
di D. Mafrici, per averli battezzato un figlio, come ancora sono congiunti in
terzo grado di consanguinità tra detto Mafrici e Foti, oltre ciò sono fieri
inimici del Mandalari per averli portato il desistat [Divieto
di continuare nel compiere un atto dannoso per altri n.d.r.] di Catanzaro per non esercitar li
medesimi più di attuarii della Corte di Ammendolea e Casali". |
19 |
8.5.1788 |
L'Arciprete di Motta
San Giovanni, Ludovico Mandalari,
annulla ogni suo precedente testamento e detta al notaio un nuovo testamento
chiedendo che sia aperto solamento dopo la sua morte. |
37 |
4.12.1788 |
Compare la Magnifica
Donna Domenica Abenavoli, vedova del fu Don Antonio Strati insieme ai figli
Don Pasquale, Don Francesco, Donna Bruna, Donna Vincenza e Donna Carmina
Strati della Terra di San Lorenzo anche per parte degli altri fratelli Donna
Francesca e Don Vincenzo Strati. Compare dall'altra
parte Don Vincenzo Savoia
di Bagnara, figlio del fu Don
Giuseppe Savoia. Lite e risoluzione
amichevole tra cugini per via di alcune proprietà che furono di Don Giuseppe
Savoia. |
B596
Vol. 3220 Notaio Francesco Antonio Altomonte (1789) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
38-40 |
7.8.1789 |
Il Dottor Don Filippo Pizzi dona al
figlio novizio Don Antonio Maria Pizzi "per ascendere alla prima clerical tonsura , e successivamente agli
ordini sagri" i seguenti beni: - Uno stabile in
contrada Laghu alberato con querce di ghiande, pirare e "jus di quinto di più vigne" che
annualmente esigge di Giovanni Nucera, Domenico Condemi alias Pitrulla, di
Giovanni Casili, Anna Pitasi e di Antonino Mandalari. - Uno stabile in
contrada Magalà con terre ed olivare. - Terre aratorie
nella contrada Pittina. - Un giardino
alberato "con querce di ghiande,
celsi di serico, vigne, fichare, olivare ed altri alberi da frutto con due
camere del palazzo attaccate a detto stabile". |
40-42 |
7.8.1789 |
Il Magnifico Marcantonio Mandalari
di Condofuri dona al figlio novizio Don Pasquale Mandalari "per attendere alla prima clerical tonsura
e successivamente agli ordini sagri" i seguenti beni: - Uno stabile "alberato di vigne nella capacità di operaj
trenta circa, con olivare, fichare, e fico d'india e pirare, con casa dentro,
con terre aratorie nella capacità di tumulate otto". - Una terra di
tumulate sei circa in contrada Peligrina, con casa dentro. - Uno stabile
alberato con alberi di olivo in contrada Ajello. - Una terra di
contrada Larocca "con celsi di
serico, fichare, persichare, granatare, ed altri alberi di frutto". Il donatore inoltre
"asserisce possedere, dentro detto
Casale, una casa dove attualmente abbita, consistente in quattro camere, e
due bassi, ed una cucinetta limitante la via pubblica ed Antonino Fotia. Così
ancora asserisce possidere dentro detto Casale un magazzino con tre botti ed
una casa per uso di stalla con l'orto contiguo limitante con Paolo Foti e con
patto però che si devono servire di detta stalla li altri due figli fratelli
di detto novizio. Finalmente asserisce possedere un pajo di bovi ed una
mula e cento animali pecorini e caprini, quali case ed animale si danno per
proprio comodo. [...] Quali descritti beni stabili ed animali detto
Magnifico Di Mandalari per l'amore e benevolena che sempre ha portato e
tuttavia porta a sul figlio novizio D. Pasquale Mandalari [...] si risolse di
farli donazione irrevocabile inter vivos et al titulu sui patrimonii". |
47-52 |
4.9.1789 |
Capitoli matrimoniali
tra Antonina Mandalari
(figlia del fu Stefano e di Lucia Squillaci) ed il Dottor Don Domenico Sgrò
del casale di Roccaforte. Compaiono i fratelli
della futura sposa Don Antonino, Don Paolo, Don Michele, Don Andrea anche per
nome dell'altro fratello Don Bruno Mandalari. |
B596 Vol. 3221 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1790-91) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
05-06 |
2.1.1790 |
Don Filippo Pizzi del Casale di
Condofuri acquista dai coniugi Vincenzo Cordova e Filippa Squillaci di San
Lorenzo per il prezzo di ducati 60 due fondi, uno sito nella Terra
dell'Amendolea e l'altro nella Terra di Condofuri. |
11-13 |
24.1.1790 |
Testamento del
Magnifico Marc'Antonio Mandalari
di Condofuri. |
B596 Vol. 3222 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1791-1792) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
29-36 |
15.6.1791 |
Compare Donna Dorotea
Crispino di Tropea vedova di Giuseppe
Mandalari e attuale moglie di Giuseppe Antonucci anche come balia e
tutrice dei figli minori Magnifici D. Emiddio, D. Francesco Saverio, D. Maria
Anna e D. Maria Antonia Mandalari. Vendita di un pezzo di stabile alberato a
Don Bruno Russo della Terra di San Lorenzo. All'interno dell'atto
è inserito anche un documento, in più copie, nel quale viene citato il
testamento del fu Giuseppe Mandalari, che istituì come erede universale il
figlio Emiddio. |
93-95 |
6.8.1792 |
Atto rogato a Motta
San Giovanni: testamento dell'Arciprete di Motta San Giovanni, Don Ludovico Mandalari. Il
testatore dichiara, una volta fatto l'inventario da parte dei Sindaci, di
voler lasciare ai poveri della sua parrocchia di San Michele in Motta San
Giovanni tutti i beni alimentari ed il denaro che si troverà nella sua casa. Dichiara inoltre di
voler lasciare tele, lino, vestiti, biancheria, corredi di casa e di cucina
ai poveri della Parrocchia di Calanna ed a quelli della sua Parrocchia. Comanda inoltre che i
libri "che ultimamente trasportò
da San Lorenzo" siano divisi tra il figlio di Don Saverio Mandalari,
Don Lorenzo Mandalari juniore (Dittereo di Melito), Don Giuseppe Dieni e
Giuseppe Antonio Mandalari e questi ultimi dovessero far celebrare delle
messe per i suoi genitori, per il fratello Don Antonino Mandalari (parroco di
San Nicola dei Bianchi a Reggio Calabria) e per la sorella Bruno Mandalari. Citata anche la
sorella (vivente) Domenica Mandalari ed il fratello (vivente) Lorenzo
Mandalari per questioni riguardanti altre proprietà. |
BUSTA 597
Notaio Francesco Antonio Altomonte (1794-1804) di San
Lorenzo
B597 Vol. 3223 Notaio
Francesco Antonio Altomonte (1794-95) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
017 - 020 |
4.2.1795 |
Capitoli matrimoniali
tra Ignazia Pizzi di
Condofuri (figlia di Filippo Pizzi ed Elisabetta Mandalari) e il Sig. Dottor
Giovanni Trapassi, "della città di
Taranto oriundo ed abitante in quella di Catanzaro". Il padre della sposa,
Signor Dottor Filippo Pizzi,
promette in dote alla figlia 1500 ducati in contanti, dei quali i primi 200
saranno da consegnare il giorno delle nozze, e gli altri nel corso dei sette
anni successivi. |
049-051 |
7.6.1795 |
Il Dottor Don Filippo Pizzi del
Casale di Condofuri compare in qualità di procuratore dell'Eccellentissimo
Signor Don Vincenzo Ruffo Duca e Baronello di Bagnara. |
054 |
10.7.1795 |
Il Magnifico Giovanni Mandalari
del Casale di Bagaladi abitante in Montebello, in qualità di luogotenente di
giustizia, compare per una vendita a Teodoro Toscano e Salvatore Mandica. |
B597 Vol. 3224 Notaio Francesco Antonio Altomonte (1796)
|
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
36-46 |
14.5.1796 |
Testamento del Dottor Don Filippo Pizzi del Casale di Condofuri. |
B597 Vol. 3225 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1797a=1797b) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
21-23 |
22.1.1797 |
Compare Lorenzo Arcidiaco, vedovo
della fu Magnifica Vittoria Vazzani, in nome di suo figlio Antonio ed in
qualità di co-erede (insieme a vari altri) del fu Magnifico Antonino Strati
di San Lorenzo, zio di Vittoria Vazzani (la quale era infatti figlia di
Didaco Vazzani e Petruccia Strati di San Lorenzo). L'atto tratta della
vendita di un giardino in contrada Ielasi a Domenico Antonio Curatola per la
somma di 55 ducati. |
45 |
30.6.1797 |
Compare Antonino Arcidiaco figlio di
Lorenzo e Vittoria Vazzani. L'atto tratta della vendita di una Terra in
contrada Misudera, avuto in eredità da fu suo zio Antonino Strati di San
Lorenzo, a Francesco Maria Curatola per la somma di 26 ducati. |
B597 Vol. 3226 Notaio Francesco Antonio Altomonte (1798) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
53-54 |
10.10.1798 |
Compare Anna Maria Pellicanò, vedova
del fu Bruno Ligato (primo
letto) e del fu Domenico Iacopino (secondo letto), insieme al genero Bruno
Manti. Le parti dichiarano
che la moglie di Bruno Manti, Antonia Ligato, morì lasciando una figlia in
pupillare età di nome Maria Rosaria "in
potere di detta Pellicanò sua ava, e si sono convenuti essi prefati costituti
socera e genero che detta Anna Maria tenesse la suddetta sua nipote Maria
Rosaria, a darli tanto e quanto sarà di necessario di cibarie e vestimenti e
da detto Bruno non potesse pretendere in avvenire, come non pretende niente,
di dote, se non un baldovino del valore di ducati sedici, una vacca di ducati
sette, un porcello di carlini quattrordici, una lettiera [...]" |
B597 Vol. 3227 Notaio Francesco Antonio Altomonte (1799) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
26 |
9.5.1799 |
Antonino Nocera di
San Lorenzo dichiara di essersi pentito dell'acquisto fatto l'anno precedente
1798 di "una casa terranea nel
borgo di questa Terra" da Saverio
Saccà, e dichiara quindi di cedere nuovamente la proprietà al
suddetto Saverio. NB: nonostante il
primo atto di acquisto citato si riferisca ad un documento dello stesso
notaio, tale atto non si trova tra quelli del 1798. |
36 |
8.10.1799 |
L'atto riguarda una
dichiarazione di Pietro Lentini del Casale di Condofuri. Il dichiarante
asserisce che, poco prima della morte del fu Magnifico Marc'Antonio Mandalari [morto il 25.1.1790],
egli si era accordato per servirlo come garzone nella sua casa, ed aveva
ricevuto una capra come caparra perchè doveva sposarsi. Ma "come lui morse prima pria che avea andato
a pigliar possesso del servizio, trovò garzone a Carmine Caridi, il quale,
dopo alcuni giorni, in vari discorsi disseli che le pecore e capre che avea
il fu suddetto Magnifico Marc'Antonio Mandalari, in mezzo a quelle di
Leonardo Parisi, l'avea prese e date a suo genero Don Francesco Tropeano a
titolo di dote, e che erano pochi rimasti in mezzo la detta mandria". L'atto non è
chiarissimo, ma nel prosieguo si intuisce (dichiarazioni di un altro pecoraro
Giuseppe Maisano e di Leonardo Iriti) che per ordine della Magnifica Argenta Pannuti i
pochi animali restanti furono tolti dalla mandria del pecoraro Leonardo Parisi
e condotti alla mandria del figlio di Marc'Antonio, Pantaleo Mandalari. |
B597 Vol. 3228 Notaio Francesco Antonio Altomonte (1800) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
03-04 |
22.1.1800 |
Capitoli
matrimoniali tra Antonia Autelitano "figlia d'anima" del Dottor Don Filippo Pizzi di
Condofuri, e Girolamo Iaria. |
10 |
6.3.1800 |
Dichiarazione
riguardante alcune proprietà della Chiesa di San Pietro e Paolo di
Pentidattilo. Compaiono vari abitanti
di Chorio tra cui Leonardo
Arcidiaco fu Domenico, di anni 38 circa. Citato
anche uno suo zio fu Vincenzo Aloi e la vedova di quest'ultimo Maria Iacopino
fu Pietro. La parte dell'atto riguardante questo Arcidiaco recita: "Leonardo Arcidiaco quondam Domenico
confessa e depone come ritrovandosi in servizio di suo zio quondam Vincenzo
Aloi di detto Casale, nello stesso tempo del fu Arciprete Gangemi, il detto
suo zio coltivò buona parte di detta Terra di fossi a corte di detta Chiesa,
avendo il medesimo costituto fatigato anche alla scorsa coltura e corrispose
ogni anno il terraggio dei prodotti alla medesima, e precisamente si ricorda
d'aver egli stesso d'Aloi portato in Pentidattilo in casa di detto Signor
Arciprete due pise di lino e tre mundelle di ? per quinto". |
B597 Vol. 3229 Notaio Francesco Antonio Altomonte (1801) -
NESSUN ATTO |
B597 Vol. 3230 Notaio Francesco Antonio Altomonte (1802) -
NESSUN ATTO |
B597 Vol. 3231 Notaio Francesco Antonio Altomonte (1804) -
NESSUN ATTO |
BUSTA 598
Notaio Vincenzo Savoia di San Lorenzo (1776-1800)
B598 Vol. 3233 - Vincenzo Savoia (1776) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
2778 |
21.7.1776 |
Annullamento dei
capitoli matrimoniali tra Lorenzo
Mandalari e Giovanna Zuccalà. I costituti padre e fratello di
Giovanna Zuccalà e Lorenzo Mandalari “asseriscono
nella nostra presenza […] come tre anni circa addietro avendo stipulato
capitoli matrimoniali per gli atti del Notaro Francesco Antonio Altomonte di
detta terra […] oggi predetto giorno conoscendo essi costituti di Zuccalà che
ridugendosi ad effetto il matrimonio coll’assignamento delle doti promessi
nell’espressati capitoli da loro promesse, sarebbe di sommo lor pregiudizio,
precisamente per l’avanzata età di detto Lorenzo Mandalari per altre cause
che muovono la loro mente che quantunque non si esprimono […] dichiara tenere
per nulli detti capitoli, di revocare il consenso a loro prestato ed ogni
altra promessa prima fatta”. Lorenzo Arcidiaco (evidentemente si
tratta del figlio di Costantino Arcidiaco e Candelora Quattrone) compare come
testimone. Cfr. Busta 601 Vol.
3269/1 Notaio Francesco Antonio Altomonte. |
B598 Vol. 3234 - Vincenzo Savoia (1777) -
NESSUN ATTO |
B598 Vol. 3235 - Vincenzo Savoia (1778) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
2720-22 |
20.2.1778 |
Il Reverendo Giuseppe Mandalari di
Condofuri compare insieme al nipote Magnifico Giacomo Mandalari. Il Reverendo Giuseppe
Mandalari asserisce di possedere tutti i beni del fu suo padre Pietro Mandalari e della fu
sua madre Galatea Casili,
nonché i beni ereditari del fu Reverendo
Marc'Antonio Mandalari (che sappiamo essere suo zio). Asserisce quindi di
voler donare tali beni paterni, materni ed ereditari, al nipote Giacomo
Mandalari. |
2734 |
23.8.1778 |
Permuta di beni tra
il Magnifico Notaio Giuseppe Savoia
della Città di Bagnara, al presente ritrovato in San Lorenzo, ed il Magnifico
Marcello Cordova della Terra di San Lorenzo. Il Notaio Giuseppe Savoia cede
al Signor Don Marcello Cordoma di San Lorenzo due camere con suoi bassi e
superiori site nella Terra di San Lorenzo, nel luogo detto vicino la piazza,
in cambio di un pezzo di giardino alberato con celsi di serico ed altri
alberi sito in Contrada Ielasi. |
B598 Vol. 3236 - Vincenzo Savoia (1779) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
2661 |
24.2.1779 |
Vari
testimoni, tutti della terra di san lorenzo, dichiarano “che i confini di questo suddetto territorio principiano dalla parte
della marina del Vallonello detto di Straci o sia di S. Cosmano, e tirando
via alla pista del Cavallo, volta per lo vallone di Grutta seu pado e scende
al fiume detto di Piasciato, e tirando fiume in su esce per le montagne fino
al luogo detto fundachello, e via su alla testa dell’omo e mano di Maddà, da
ove volta a limitare col territorio di S. Agata di Reggio”. Inoltre
dichiarano che nella contrada detta Grutta, ove vi sono una o due case che
erano abitate d'alcune persone di casa
Mandalari che sempre "disimpegnavano
il Precetto Pasquale in questa Chiesa Arcipretale, ed in caso d'infermità
erano visitati dall'istesso Arciprete di questa Espressata Terra portandoli
il SS. Viatico, ed oglio Santo in caso di nicessità fino a dette loro case,
come fecero una volta in tempo dell’Arcipretura del fu D. Domenico Marino
antecedente all’Arciprete D. Filippo Tigani [...]" |
B598 Vol. 3237 - Vincenzo Savoia (1780) -
NESSUN ATTO |
B598 Vol. 3238 - Vincenzo Savoia (1781) -
NESSUN ATTO |
B598 Vol. 3239 - Vincenzo Savoia (1782) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
2490-92 |
2.1.1782 |
Bruno Andrea Curatola prende in enfiteusi
una porzione di terre nel Territorio di San Lorenzo, in contrada Monasteraci,
da Don Domenico Abenavoli erario dei Signori Duca e Duchessa di Bagnara per
il censo annuo di ducati due e grana 16. |
2568 |
16.9.1782 |
Testamento del
Magnifico Notaio Saverio Mandalari
della Terra di San Lorenzo. |
B598 Vol. 3240 - Vincenzo Savoia 1773 |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
2473-78 |
29.7.1783 |
Testamento del Signor
Dittereo Lorenzo Mandalari
della Terra di San Lorenzo abitante nella Villa di Melito. L'atto è rogato
nella Contrada detta Armà della Villa di Melito, pertinenza della Terra di
Pentidattilo. |
B598 Vol. 3241 - Vincenzo Savoia 1774 |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
2425-30 |
2.1.1784 |
Capitoli matrimoniali
tra Donna Vincenza Maria Mandalari,
figlia del fu Saverio Mandalari e della vivente Litteria Savoia, e Don
Michele Licastro. |
2430-33 |
2.1.1784 |
Capitoli matrimoniali
tra Donna Faustina Mandalari,
figlia del fu Saverio Mandalari e della vivente Litteria Savoia, e Don
Vincenzo Firmanò. |
B598 Vol. 3242 - Vincenzo Savoia 1785 -
NESSUN ATTO |
B598 Vol. 3243 - Vincenzo Savoia 1786 |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
2493-94 |
20.7.1786 |
I Magnifici Bruno e
Domenico Abenavoli del fu Francesco, il Magnifico
Pasquale Mandalari e Vincenzo Pizzimenti, tutti cittadini di
Bagaladi, dichiarano "come si ricordano benissimo ed in causa scentie
[...] che da circa anni otto addietro, non ricordandosino né mese né giorno
preciso per la lunghezza del tempo, il quondam Gaetano Asprea di questo
suddetto Casale mandò al fu Don
Giuseppe Maria Mandalari nella città di Tropea una mula di prima
domita del prezzo di ducati 19 e grana sessanta in scompito di un credito che
doveva conseguire il detto fu Mandalari dal cennato fu D. Gaetano Asprea di
ducati duecento". Il comparente
Magnifico Pasquale Mandalari è detto fratello del fu Don Giuseppe Maria
Mandalari. Entrambi sono figli di Antonino
Mandalari e di Anna Perino
di Bagaladi. |
B598 Vol. 3244 - Vincenzo Savoia 1787 -
NESSUN ATTO |
B598 Vol. 3245 - Vincenzo Savoia 1788 -
NESSUN ATTO |
B598 Vol. 3246 - Vincenzo Savoia 1789 -
NESSUN ATTO |
B598 Vol. 3247 - Vincenzo Savoia 1790 |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
2227-32 |
28.12.1790 |
Capitoli matrimoniali
tra il Signor Dottor Antonio Maria
Mandalari della Terra di San Lorenzo, figlio del fu notaio Saverio Mandalari e
della vivente Donna Litteria Savoia,
e la Magnifica Gaetana Pizzi
di Condofuri, figlia del Dottor Don
Filippo Pizzi e di Donna
Elisabetta Mandalari. E' presente
l'Arciprete di Condofuri Don
Michele Mandalari e l'atto viene rogato a Condofuri, residenza della
futura sposa. |
B598 Vol. 3248 - Vincenzo Savoia 1791 |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
2167 |
1.3.1791 |
Donazione da parte
del Dittereo di Melito, Don Lorenzo
Mandalari della Terra di San Lorenzo, da più anni abitante nella
Villa di Melito (figlio di Vittorio Mandalari e di Felicia Strati e fratello
del fu Notaio Saverio Manadalari), in favore del nipote "ex parte
patris" Chierico novizio
Lorenzo Mandalari (figlio del fu Notaio Saverio Mandalari e della
vivente Litteria Savoia). L'atto è rogato nella
Contrada detta Armà della Villa di Melito, pertinenza della Terra di
Pentidattilo. |
B598 Vol. 3249 - Vincenzo Savoia 1792 -
NESSUN ATTO |
B598 Vol. 3250 - Vincenzo Savoia 1793 -
NESSUN ATTO |
B598 Vol. 3251 - Vincenzo Savoia 1794 -
NESSUN ATTO |
B598 Vol. 3252 - Vincenzo Savoia 1795 |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
2013 |
25.5.1795 |
Dichiarazione di
presa in possesso delle terre donate dal Dittereo
Lorenzo Mandalari in favore del nipote acolito Lorenzo Mandalari (cfr. B598 vol. 3248 - 1° marzo 1793). Procuratore
dell'acolito Lorenzo Mandalari è il Dottor
Antonio Maria Mandalari, suo fratello. L'atto è rogato nella Contrada
detta Armà della Villa di Melito, pertinenza della Terra di Pentidattilo. |
B598 Vol. 3253 - Vincenzo Savoia 1796 |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
1958-70 |
4.7.1796 |
Il Dottor Don
Marcello Cordova, erario dell'Illustre Signor Marchese di San Luca, utile
possessore dello Stato di Pentidattilo, concede in enfiteusi al Dottor Don Antonio Maria Mandalari
di San Lorenzo, da più tempo abitante nella villa di Melito, un comprensorio di terre in Contrada Armà |
1986 |
8.12.1796 |
Il Signor Dittereo Lorenzo Mandalari
della Villa di Melito concede in enfiteusi alcune terre nel territorio di
Pentidattilo a Pasquale Scrufari per l'annuo censo di ducati sei e grana
ottanta. |
B598 Vol. 3254 - Vincenzo Savoia 1797 -
NESSUN ATTO |
B598 Vol. 3255 - Vincenzo Savoia 1798 |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
1881-86 |
17.6.1798 |
Capitoli matrimoniali
tra la Magnifica Donna Saveria
Mandalari, figlia del fu notaio
Saverio Mandalari e della vivente Litteria Savoia, ed il Magnifico Pietro Papalia della
Terra di Sinopoli. Per la sposa compare
anche lo zio Dittereo Lorenzo
Mandalari, originario della terra di San Lorenzo ma da più anni
commorante nella Villa di Melito. |
B598 Vol. 3256 - Vincenzo Savoia 1799 |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
1830 |
10.2.1799 |
Il Reverendo Dittereo di Melito Lorenzo
Mandalari concede in enfiteusi vari beni posseduti dalla Chiesa di
cui è parroco nel Territorio di Pentidattilo al Signor Nicola Mezzacava. |
B598 Vol. 3257 - Vincenzo Savoia 1800 -
NESSUN ATTO |
BUSTA 599
Notaio Vincenzo Savoia di San Lorenzo (1801-1808)
B599 Vol. 3258 - Vincenzo Savoia 1801 |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
2839 |
29.10.1801 |
Il Magnifico Don Giovanni Mandalari
del Casale di Bagaladi vende a Mastro Saverio Iacopino dello stesso Casale
una metà casa solariata di pietre e calce ed una casupola terranea site e
poste nel detto Casale pervenutigli per eredità paterna e materna per la
somma di ducati 35. |
2840 |
31.10.1801 |
Il Signor Arciprete di Condofuri Michele
Mandalari acquista da Giuseppe Strati fu Lorenzo "una forestola alberata di roveri di ghiande"
sita nel territorio di San Lorenzo in contrada San Giovanni per la somma di
ducati 37. |
2841 |
31.10.1801 |
Il Signor Arciprete di Condofuri Michele
Mandalari acquista da Bruno Giunta fu Antonio "una forestola alberata di alberi di
ghiande, un piede di sorbara ed una tumulata di terre scapole e boscose"
sita nel territorio di San Lorenzo in contrada San Giovanni per la somma di
ducati 24 e grana 50. |
2845-52 |
1.12.1801 |
Il Dittereo di Melito
Don Lorenzo Mandalari
ratifica un atto del 21 agosto 1801 rogato a Bova dal notaio Bertone. In
quell'atto comparvero come suoi procuratori il nipote Dottor Antonio Maria Mandalari figlio del fu Saverio della Villa di Melito
ed il Signor Giandomenico Mesiani del fu Domenico di Bova. Il Canonico di
Bova Giansimone Scordo presta un capitale di 400 ducati al Dittereo Lorenzo
Mandalari, e per esso ai suoi procuratori. |
2852 |
1.12.1801 |
Il Dittereo di Melito
Don Lorenzo Mandalari dona
al nipote Dottor Fisico Don Giovanni Mandalari di Melito la somma di ducati
1300. |
2854 |
1.12.1801 |
Testamento del
Dittereo di Melito Don Lorenzo
Mandalari (il quale annulla il precedente testamento del 1783 - cfr.
B598 vol. 3240). |
B599 Vol. 3259 - Vincenzo Savoia 1802 |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
2867 |
9.2.1802 |
Il Reverendo Don Lorenzo Mandalari
Dittereo della Terra di San Lorenzo, residente nella Villa di Melito,
acquista da Domenico Ambrosino fu Giovanni un pezzo di giardino beveraticcio
sito in Contrada Annà, alberato con celsi di serico ed altri alberi da frutto
per la somma di ducati 18. I contraenti stabiliscono che per i due anni successivi,
cioè fino al 1804, il venditore avrà però ancora diritto di godere dei frutti
di tale giardino, e che a quale punto le parti sceglieranno due estimatori
perchè venga effettuata una nuova stima del terreno e qualora il prezzo fosse
maggiore dei ducati 18 il Reverendo Don Lorenzo Mandalari si impegna a pagare
la differenza. |
2868 |
28.2.1802 |
Antonina Arcidiaco, vedova del fu
Domenico Misiano della Terra di San Lorenzo vende una casa in Contrada
Spartille al Magnifico Francesco Maria Curatola per la somma di ducati 22 e
grana 50. |
2883 |
23.10.1802 |
Il Reverendo Sacerdote Lorenzo Mandalari
minore, della Terra di San Lorenzo, oggi abitante in Melito, acquista
da Domenico Ambrosino del fu Giovanni una vigna con terre aratorie di grano,
due olivarelle, ammendolari ed altri alberi da frutto, con una casa a due
stanze terranea sito e posto nella Contrada di San Lorenzo detta Monasteraci,
con il peso enfiteutico di carlini 27, grana 4 e calli (cavalli) 6 annui, per
il prezzo di ducati 64. Il Reverendo
Sacerdote Lorenzo Mandalari minore (1772-1846) era figlio del notaio Saverio
Mandalari e di Litteria Savoia, ed era nipote del Reverendo Dittereo Lorenzo
Mandalari maggiore (1727-1802), fratello del notaio Saverio Mandalari. |
B599 Vol. 3260 - Vincenzo Savoia 1803 |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
2916-24 |
28.3.1803 |
Il Signor Dottor Don Antonio Maria
Mandalari figlio del fu Saverio della Terra di San Lorenzo, abitante
nella Villa di Melito, ratifica un atto stipulato nel giorno 21 maggio 1803
tra il Signor Don Pasquale Licastro, della Capitale di Napoli, procuratore di
esso Don Antonio Maria Mandalari, ed il Marchese di San Luca Don Alessandro
Maria Clemente, feudatario di Pentidattilo, Melito e Chorio. La ratifica riguarda
la nomina, riportata in originale, di Antonio Maria Mandalari come agente ed
erario del Marchese di San Luca a partire dalla fine di agosto dell'anno
1803. |
2932 |
3.6.1803 |
Pasqualina Iacopino,
vedova del fu Magnifico Lorenzo
Mandalari ed oggi moglie di Giuseppe Evoli, compare con il Signor Arciprete Ludovico Mandalari,
fratello del suo primo marito fu Lorenzo Mandalari. Per risolvere i lunghi
litigi legati all'eredità del fu Lorenzo Mandalari, Pasqualina Iacopino cede
alcuni beni all'Arciprete Ludovico Mandalari e viceversa l'Arciprete cede
altri beni a Pasqualina Iacopino. |
2940 |
27.8.1803 |
Don Francesco Mandalari della città di
Tropea, figlio del fu Don Giuseppe
Mandalari asserisce e dichiara che Mastro Pasquale e Mastro Saverio
Iacopino comprarono da Giovanni
e da Demetrio Mandalari,
zio e nipote, alcune case site nel Casale di Bagaladi. Don Francesco
Mandalari asserisce di vantare diversi diritti ereditari su dette case,
essendo rispettivamente nipote e cugino dei detti Giovanni e Demetrio
Mandalari, perciò cede e rinuncia ad ogni azione e pretenzione che vantava o
gli spettava su dette case. Don Francesco
Mandalari (1786-1859) era figlio di Giuseppe Mandalari (1729 circa) e Dorotea
Crispino. Giovanni Mandalari (1731 circa) era fratello di Giuseppe ed era
quindi zio di Francesco, mentre Demetrio Mandalari (1775) era figlio di
Pasquale Mandalari (1734 circa) il quale era fratello di Giovanni e di
Giuseppe, ed era quindi cugino di Francesco. |
B599 Vol. 3261 - Vincenzo Savoia 1804 -
NESSUN ATTO |
B599 Vol. 3262 - Vincenzo Savoia 1805 -
NESSUN ATTO |
B599 Vol. 3263 - Vincenzo Savoia 1806 -
NESSUN ATTO |
B599 Vol. 3264 - Vincenzo Savoia 1807 -
NESSUN ATTO |
B599 Vol. 3265 - Vincenzo Savoia 1808 |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
3243 |
7.1.1808 |
Capitoli matrimoniali
tra Sicilia Anghelone, figlia dei Magnifici Bruno Anghelone e Caterina Romeo,
e Don Marco Antonio Mandalari,
figlio di Francesco Mandalari
e Carmela Tropeano di
Condofuri (nipote di Marc'Antonio Mandalari ed Argenta Pannuti). Presente all'atto il
Reverendo Pasquale Mandalari zio ex parte patris del futuro sposo. |
3256 |
8.1.1808 |
Capitoli matrimoniali
tra Francesca Maria Altomonte, figlia di Filippo Altomonte ed Isodia
Squillaci della Terra dell'Amendolea, e Don
Francesco Bruno Mandalari, figlio di Francesco Mandalari e Carmela
Tropeano di Condofuri (nipote di Marc'Antonio Mandalari ed Argenta
Pannuti). |
3260 |
8.1.1808 |
Francesco Mandalari, figlio del fu Marc'Antonio Mandalari di
Condofuri, dona al figlio Francesco
Bruno Mandalari uno stabile che gli pervenne per eredità paterna. Una
metà di detto stabile appartiene al fratello (di Francesco ) Pantaleone Mandalari. |
BUSTA
600
Notaio Vincenzo Savoia di San Lorenzo (obblighi)
B600 Vol. 3266 Notaio Vincenzo Savoia (1776-1777) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
3977 |
2.9.1776 |
I coniugi Rosaria Arcidiaco ed Antonino Mercurio
vendono una vigna in contrada Vlunga a Sebastiano Palmisano. Nota: Rosaria Bruna
Arcidiaco, nata nel 1737 è figlia di Giovanni Lorenzo Arcidiaco e Caterina
Arena, ha sposato in prime nozze Antonino Zumbo (1759) ed in seconde nozze
Antonino Mercurio (1767). |
4005-09 |
21.10.1776 |
Il Magnifico Marc'Antonio Mandalari di
Condofuri compare per prendere in consegna le proprietà del Dottor Don Filippo Pizzi,
sequestrate dal Signor Don Domenico Abenavoli, amministratore di Sua
Eccellenza il Duca di Bagnara "per
cagione delle grosse somme dal medesimo Dr. Pizzi, Erario dell'Ammendolea e
Condofuri, dovuti alla prefata Eccellenza Sua". Tali proprietà
vengono consegnate al Magnifico Marc'Antonio Mandalari che si obbliga "di tenere e custodire ed ad ogni richiesta
di Sua Eccellenza Padrone con i loro frutti consegnare come sopra".
La lista è la seguente: - una vigna in
contrada Calamati - una vigna in
contrada Erutta - giardino e terre di
vigna ed olivari in contrada Michari - terre scapule in
contrada Pittina - una terra scapula
in contrada Bandiera - una vigna in
contrada Alafuci - una casa palaziata
con sue camere e con giardinetto nel Casale di Gallicianò - una vigna in
contrada Pugadi - una terra con
olivari in contrada Ieromico - terre scapule ed
oliveto in contrada Capanni - una casa palaziata
con suo giardino in contrada l'Abbate Cipriano in Condofuri - un'altra casa
palaziata in questo casale di Condofuri - un altro giardino
nella Motta S. Giovanni - un'altra terra in
contrada Grappidà in questo suddetto Territorio dell'Ammendolea - frumenti di diversi
generi, cioè grano, majona, orzo, tumula trecento, fave fumula quindeci - giumente di corpo
numero diciotto - due mulette
selvagge di due anni l'una - altre due mulette
lattanti - altre due mule
domite per uso di casa - un cavallo di sella - un cavallotto
selvaggio - due stavole - pecore e capre
quattrocentocinquanta - bovi domiti numero
dodici - vacche d'allievo
numero nove - un giovenco
selvaggio - troie e porci
numero cinquanta - matarazzi numero
quattro - un cortinaggio di
seta addomoscata di colore giallo - un altro
cortinaggio di calamo e cottone a colore rosso damascato - un altro
cortinaggio di calamo di color torchino |
4012 |
28.10.1776 |
I fratelli Mastro
Giuseppe Majo e Mastro Domenico Majo si obbligano a consegnare "ad ogni semplice richiesta del Signor Don Saverio Mandalari
di San Lorenzo il numero di trenta tumuli, cioè dieci di partito, dieci
parafile di partito e dieci parafilelle di partito, e questi per il convenuto
prezzo di carlini ventiuno e mezzo, quali li detti di Majo si dichiarano aver
ricevuto in presenza nostra carlini tredici, e carlini dieci e mezzo
dichiarano averli ricevuti il giorno prima". |
4060 |
19.6.1777 |
Il Signor Dottor Don Filippo Pizzi
del Casale di Condofuri si impegna a restituire al Reverendo Scipione Pannuti
del Casale di Roghudi (si tratta di uno dei fratelli di sua suocera Argenta
Pannuti) nel mese di settembre 1777 la somma di ducati 56 avuta in prestito. |
4063-65 |
23.6.1777 |
Il Signor Dottor Don Filippo Pizzi
del Casale di Condofuri si impegna a restituire al Signor Don Gaetano
Surioni, agente generale della città e stati di Bagnara, la somma di ducati
200. "E tal somma di detti ducati
duecento applicarla detto di Pizzi in compra di tanti formaggi e tanto grano,
cioè darli a particolari pagabili". Filippo Pizzi
presenta come suo garante il Magnifico Marc'Antonio Mandalari del Casale di
Condofuri. |
4069-71 |
9.7.1777 |
L'atto ricalca quello
stipulato il 23 giugno 1777: Filippo
Pizzi si impegna a restituire a Gaetano Surioni la somma di 200
ducati. Stavolta l'atto è di più facile interpretazione: Filippo Pizzi
dichiara di restituire 120 ducati nel successivo mese di settembre sotto
forma di 100 tumuli di grano alla ragione di 12 carlini per ogni tumulo, e
altri 80 ducati consegnarli nell'agosto dell'anno 1778 sotto forma di 8
cantai di formaggio alla ragione di 10 ducati per ogni cantaio. |
4078 |
26.8.1777 |
I fratelli Vincenzo e Lorenzo Arcidiaco,
figli di Costantino, si impegnano a consegnare al Magnifico Nunzio Bertone
mezzo cantaio di "cascio", corrispondente a 5 ducati, nel mese di
agosto 1778. Vincenzo Arcidiaco
(1736) firma l'atto con un segno di croce, indicando "figlio di
Costantino". Lorenzo Arcidiaco
(1739-1830) firma l'atto di suo proprio pugno come fa in molti altri atti
notarili. |
B600 Vol. 3266 Notaio Vincenzo Savoia (1778) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
3909 |
13.6.1778 |
Il
Magnifico Marc'Antonio Mandalari
di Condofuri si dichiara debitore della somma di ducati 140 nei confronti del
signor Don Domenico Nesci della città di Bova e si impegna a consegnare al
suo creditore tale somma nel successivo mese di luglio 1778. |
3961 |
30.12.1778 |
Lorenzo Arcidiaco (figlio di
Costantino) dichiara di aver affittato all'asta "la bottega di questa suddetta Terra dall'Eccellentissima Casa di
Bagnara" per 24 ducati e per la durata di un anno da agosto 1778 ad
agosto 1779. |
3964 |
18.9.1779 |
Il
notaio Vincenzo Savoia
(fratello di Litteria Savoia, quindi zio di Antonio Maria Mandalari), scrive
la seguente nota: "A 18 settembre 1779 giorno di sabbato ad
ore 14 mia moglie mandò alla luce una fanciulla, poi a 19 detto giorno di
domenica al tardi fu battezzata in questa Venerabile Parrocchiale, il Parroco
Dittereo Don Bruno Coratola, la Madrina e Padrino la tennero al fonte
battesimale la Signora Donna Anna Tripepi ed il Signor Dottor Don Vincenzo
Cordova, e li posero tre nomi, cioè Annunciata, Anna e Francesca". L'atto
parrocchiale si trova nel libro dei battezzati della Parrocchia Dittereale
(1754-1831). La madre della bambina e moglie del notaio Savoia, non nominata
nella nota, è Donna Pasqualina Altomonte. |
B600 Vol. 3266_3 Notaio Vincenzo Savoia (1779) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
3815 |
11.2.1779 |
Il Magnifico Marc'Antonio Mandalari
del Casale di Condofuri si impegna a pagare all'Eccellentissima Casa di Bagnara,
e per essa al suo amministratore Don Domenico Abenavoli delegato, la somma di
ducati 390 per tutto il mese di settembre corrente anno 1779. Tali 390 ducati
"sono e dipendono per tanti residui erariali restarono in debito i
naturali di questo Casale di Condofuri, della Terra dell'Amendolea e del
Casale di Gallicianò in veri debiti erariali. |
3843 |
17.7.1779 |
Il Dottor Don Filippo Pizzi del
Casale di Condofuri dichiara di essere debitore di 66 ducati nei confronti di
Don Gaetano Suriani di Palmi, residuo di un debito maggiore di 200 ducati. Filippo Pizzi si impegna a
restituire tale somma nel mese di ottobre 1779. |
3875 |
29.12.1779 |
Lorenzo Arcidiaco dichiara di aver
ricevuto tre tumuli di grano dalla Camera Ducale, e, insieme a Santoro
Altomonte della Terra di San Lorenzo, si impegna a consegnare a Domenico
Abenavoli, amministratore del Duca di Bagnara, "tanta seta di buona qualità, filo e colore, per quanto importeranno i
detti tumuli tre di grano al prezzo convenuto nella vegnente stagione
dell'anno entrante 1778". |
B600 Vol. 3266_4 Notaio Vincenzo Savoia (1781) -
NESSUN ATTO |
B600 Vol. 3267 Notaio Vincenzo Savoia (1783) -
NESSUN ATTO |
B600 Vol. 3267 Notaio Vincenzo Savoia (1784) -
NESSUN ATTO |
B600 Vol. 3267 Notaio Vincenzo Savoia (1785) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
4237 |
25.2.1785 |
Il Dottor Don Filippo Pizzi del
Casale di Condofuri dichiara di aver ricevuto dal signor Domenico Abenavoli,
amministratore dei beni della Camera Ducale, cento tumuli di grano del valore
di 18 carlini il tumulo, e si impegna quindi a restituire la somma di 180
ducati nel mese di agosto 1785. |
4257 |
21.10.1785 |
Il Magnifico Dottor Antonio Maria
Mandalari, procuratore del Dottor Fisico Michele Licastro della
Piazza di Sinopoli e del Dottor Vincenzo Firmanò del Casale di Sant'Eufemia
(suoi cognati, essendo il primo marito di Vincenza Mandalari ed il secondo
marito di Faustina Mandalari), affitta uno stabile in contrada La Croce di
San Lorenzo per quattro anni, alla ragione di 10 ducati per ogni anno, da
Vincenzo Iacopino. |
B600 Vol. 3267 Notaio Vincenzo Savoia (1786) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
4279 |
4.3.1786 |
Il Dottor Don Filippo Pizzi del
Casale di Condofuri si impegna a consegnare al Signor Don Natale Poulot la
somma di ducati 140 per il prezzo di 196 tumuli di grano, alla ragione di 16
carlini per ogni tumulo, nel mese di agosto 1786. |
4280-81 |
4.3.1786 |
Il Dottor Don Filippo Pizzi del
Casale di Condofuri dichiara di aver ricevuto dal Signor Canonico Don Lorenzo
Giuffré della Città di Reggio la somma di 200 ducati in monete d'oro e
d'argento, e si impegna quindi a restituire tale somma "col solito interesse" ai primi
del mese di giugno 1786. |
4285 |
14.4.1786 |
Il Reverendo Dittereo Don Lorenzo
Mandalari e Don Antonio
Maria Mandalari, zio e nipote, dichiarano di aver ricevuto dal
depositario della Cassa Sacra, Signor Don Nicola Mezzacava, la somma di 10
ducati per la settimana santa, "giusto
il mandato spedito dall'Illustrissimo Signor Ispettore Generale Don Antonio
Alberto Micheroux" e "si
offeriscono pronti a restituire detti ducati 10". |
4290 |
20.5.1786 |
Lorenzo Arcidiaco si impegna con i
sindaci della Terra di San Lorenzo, Don Francesco Cilea e Domenico Iacopino, a "tenere per un
anno intero l'annona dell'oglio per commodo e grazia di questa predetta Terra
e suo Casale di Bagaladi". Nota: Annona = pubblico
ufficio con il dovere istituzionale di approvvigionamento di beni e di
controllo dei relativi prezzi. |
B600 Vol. 3267 Notaio Vincenzo Savoia (1787) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
4316 |
27.2.1787 |
"Costituto personalmente nella nostra
presenza il Magnifico Dottor
Antonio Maria Mandalari della Terra di San Lorenzo, al presente qui
ritrovato, il quale sponte non vi dolo sed omni modo melioris nella nostra
presenza confessa e dichiara come il Reverendo Dittereo di questa villa suddetta
di Melito, Don Lorenzo Mandalari,
ha avuto la liberanza dell'Illustre Signor Ispettore Generale Don Antonio
Alberto Micheroux per la sua congrua come da detta liberanza alla quale [si
fa riferimento] di ducati 100 e pure come apparisce dal ricevo autentico di
detto Reverendo Dittereo Mandalari al quale [si fa riferimento], che perciò
col suo giuramento esso costituto si obbliga realmente e personalmente [...]
di restituire detti docati cento in caso di restituzione". L'atto successivo,
riguardante invece il Dittereo Don Bruno Curatola, è analogo ma a proposito
della restituzione della congrua indica, con una formula leggermente diversa:
"si obbliga di restituire detti
ducati cento in caso si debbano restituire". |
4333 |
10.10.1787 |
Il Reverendo Signor Arciprete Ludovico
Mandalari della Terra di San Lorenzo (Arciprete di Motta San
Giovanni) dichiara di essere debitore della somma di 14 ducati nei confronti
del Signor Dottor Don Marcello Cordova. Tale somma era quella che il defunto
padre di Ludovico Mandalari (Giuseppe Mandalari, morto nel 1772) doveva al
defunto padre di Marcello Cordova (Bartolomeo Cordova, morto nel 1761). Ludovico Mandalari si
impegna quindi a restituire la somma di ducati quattro nel mese di agosto
1788, ducati cinque nel mese di agosto 1789 e ducati 5 nel mese di agosto
1790. |
B600 Vol. 3267 Notaio Vincenzo Savoia (1788) -
NESSUN ATTO |
B600 Vol. 3267 Notaio Vincenzo Savoia (1789) -
NESSUN ATTO |
B600 Vol. 3267 Notaio Vincenzo Savoia (1790) -
NESSUN ATTO |
B600 Vol. 3267 Notaio Vincenzo Savoia (1791) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
4395 |
6.4.1791 |
Il Magnifico Domenico Caracciolo
della Terra di Pentidattilo si impegna a pagare alla Camera Marchesale la
somma di ducati quattro a partire dal mese di agosto 1791, i quali
corrispondono alla stessa somma che Demetrio Megali pagava sopra il fondo in
contrada Pallica. |
4418 |
24.12.1791 |
Andrea Arcidiaco detto Bilicchi si impegna a
coltivare per otto anni ad uso "di
coperta" alcune terre di grano della Camera Ducale, in particolare
due tumuli in Contrada San Biase e quattro tumuli in contrada Catanonia, più
in detta contrada un altro "lochoro" comperato per ducati 0,1
(nell'indice, vedi immagine 4453, "lochoro" è indicato con la
stessa parola). Per i primi due
tumuli di terra si impegna a versare il primo pagamento nell'agosto 1792, e
per gli altri quattro si impegna a consegnare il pagamento sotto forma di
grano di buona qualità nell'agosto 1793. |
4453 |
24.12.1791 |
Indice delle terre
della Corte Ducale consegnate in affitto e dei relativi atti notarili
conservati nel presente registro. Tra questi è citato Andrea Arcidiaco. |
4460 |
30.12.1791 |
Lorenzo Arcidiaco si impegna a
coltivare per otto anni ad uso "di coperta" tre tumuli di terre in
Contrada Mirto, proprietà della Camera Ducale, e a versare il primo pagamento
nel mese di agosto 1792. |
B600 Vol. 3268 Notaio Vincenzo Savoia (1795) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
4576 |
29.12.1795 |
Lorenzo Arcidiaco, insieme a Francesco
Condera ed Antonino Iacopino dichiarano di aver preso in affitto all'asta il
fondaco (magazzino) della piazza della terra di San Lorenzo per la somma di
ducati 19 e per la durata di un anno a partire dal primo settembre 1795 a
tutto agosto 1796. Francesco Codera si
impegna a consegnare ducati 12 e Lorenzo Arcidiaco ducati sette. |
B600 Vol. 3268_1 Notaio Vincenzo Savoia (1792) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
4469-75 |
8.2.1792 |
Il Dottor Don Filippo Pizzi, Don Antonino
Mandalari, e Don Francesco Antonio Dieni prendono l'appalto per la
costruzione di due casette di cavallari nella Marina dell'Amendolea. Tra i testimoni
dell'atto di è Don Antonio Maria
Mandalari. L'Antonino Mandalari citato nell'atto non è invece
identificabile con certezza. |
4492-83 |
13.12.1792 |
Lorenzo Arcidiaco e Francesco Condera
dichiarano di aver affittato all'asta il fondaco (magazzino) della piazza della Terra di San Lorenzo
dall'Eccellentissimi Duca e Duchessa di Bagnara, per la somma di 24 ducati
annui e per la durata di due anni a partire dal primo settembre 1792,
impegnandosi a versare il primo pagamento nel mese di agosto 1793 ed il
secondo nel mese di agosto 1794. |
4493 |
13.12.1792 |
Lorenzo Arcidiaco acquista una mula
selvatica dal Duca e Duchessa di Bagnara per la somma di ducati 50 e si
impegna a pagare 30 ducati nell'agosto 1793 e 20 nell'agosto 1794. |
B600 Vol. 3268_2 Notaio Vincenzo Savoia (1793) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
4516-20 |
15.6.1793 |
Don Giovanni Lafaci,
e per esso il suo procuratore Don Rocco Ramiti della terra di Fiumara di
Muro, si impegnano a fornire ai bottegai Lorenzo
Arcidiaco e Francesco Cundera di San Lorenzo e Saverio Iacopino di
Bagaladi la quantità di 100 salme di vino. |
B600 Vol. 3268_4 Notaio Vincenzo Savoia (1796) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
4592-02 |
4.9.1796 |
Il Reverendo Dittereo Lorenzo Mandalari
della Villa di Melito, pertinenza della Terra di Pentidattilo, subaffitta dal
Signor Don Giuseppe Spanò fu Agamennone della città di Reggio, affittatore
generale dei beni della Mensa Arcivescovile della detta città, alcune terre
aratorie nel territorio di Pentidattilo per la durata di quattro anni. La coltivazione andrà
effettuata in due anni pieni (1797 e 1799) e due vacui (1798 e 1800), ed il
pagamento dovrà essere di duecento e quindici tumuli di grano negli anni
pieni, da portare nella città di Reggio a proprie spese, e ducati cento
l'anno negli anni vacui. |
B600 Vol. 3268_5 Notaio Vincenzo Savoia (1799) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
4628 |
6.9.1799 |
Il Signor Dottor Antonio Maria Mandalari
prende in concessione le terre di proprietà della Camera Ducale in contrada
Santuci per otto anni, quattro pieni e quattro vacui e si impegna a
consegnare in ogni anno pieno la quantità di tumuli sette di grano di buona
qualità all'erario Signor Don Domenicantonio Curatola. |
B600
Vol. 3268_6 Notaio Vincenzo Savoia (1801-1806) -
NESSUN ATTO |
B600
Vol. 3268_7 Notaio Vincenzo Savoia (1807-1809) -
NESSUN ATTO |
BUSTA
601
Notaio Francesco Antonio Altomonte (1772-1779) di San
Lorenzo
B601 Vol. 3269 Notaio Francesco Antonio Altomonte (1772) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
010-012 |
23.2.1773 |
Testamento di Galatea Mandalari vedova di
Paolo Gurnari e figlia di Paolo Mandalari, residente a San Pantaleone (si
tratta di una sorella di Marcantonio Mandalari di Condofuri, altrimenti
citata come Calidea). La testatrice
istituisce i suoi figli maschi, Magnifico Lorenzo e Magnifico Andrea Gurnari
come suoi eredi universali, e cita le altre figli Bruna Gurnari ed Elisabetta
Gurnari, quest'ultima residente in Reggio Calabria, ed un non meglio
precisato nipote di nome Giuseppe Evoli. |
019-20 |
11.8.1772 |
Vincenzo Arcidiaco acquista un terreno
coltivato ad orzo in contrada Spartilli dai fratelli Antonino e Pietro
Palumbo per la somma di 14 ducati. |
084-85 |
24.12.1772 |
I coniugi Lorenzo Arcidiaco, figlio di Costantino, e Vittoria Vazzani
non potendo continuare a vivere nella troppo piccola casetta dove attualmente
abitavano, chiedono due camere in affitto a Don Antonio Strati, zio materno
di Vittoria. Questi, accordando loro l’affitto,
vuole assicurarsi che i due non se ne approprino e, nel caso, che non sarà
necessario far intervenire la forza pubblica se in un secondo tempo le
volesse indietro. "Die vigesima quarta mensis decembris millesimo
septingentesimmo septuagesimo secundo 1772 – S. Laurentis – Appresso gli atti
della Regia Udienza di questa Provincia di Calabra Ultra ed in presenza di me
Regio Publico Notaro che ho la potestà in vigore de’ Regii Banni e testimoni
sotto scritti, personalmente costituto Lorenzo Arcidiaco di Costantino e la
Magnifica Vittoria Vezzani di questa Terra di San Lorenzo, ed essa Magnifica
Vittoria coll’espresso assenso, consenso, presenza e volontà e con giusta
[causa]. Li quali spontaneamente e con giuramento asseriscono ed
espressamente dichiarano come non potendo stare con tanta strettezza nella
piccola casetta dove suo zio R.ndo Don Antonio Strati l’avea dato per
affitto, pregarono lo stesso con piacersi per carità lasciarli abbitare nelle
due sue altre camere dove detto Reverendo di Strati abbitava. E convenendo il succennato R.ndo di Strati esser
ragionevole la domanda di detti coniugi, si contentò lasciarli a forma di
affitto in dette due sue camere, con questo però, che dovessero essi di
Arcidiaco e Vezzani di divenire, con favore divengono, alla presente
dichiarazione nella quale dichiarano con giuramento, che sopradette due
camere non intendono acquistare jusso, azione, o pretenzione alcuna, volendo
che nella prossima richiesta che farà detto R.ndo di Strati detti Coniugi
dovessero uscire di dette due camere senza autorità giudiziaria e senza
veruna replica […]". |
601 Vol. 3269_1 Notaio Francesco Antonio Altomonte (1773) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
065-068 |
13.4.1773 |
Capitoli matrimoniali
tra Lorenzo Mandalari fu Giuseppe
e Giovanna Zuccalà. Lorenzo Mandalari
(1720-1793) era figlio di Giuseppe Mandalari e Francesca Cancelleri di San
Lorenzo, cugino quindi del notaio Saverio Mandalari (1729-1782). Tali capitoli
matrimoniali saranno annullati il 21.7.1776 (cfr. B598 Vol. 3233, notaio
Vincenzo Savoia). |
159 |
30.8.1773 |
Sabba Arcidiaco fu Giovanni Domenico della Terra di San
Lorenzo prende in concessione dalla Ducal Camera di Bagnara una terra in
Contrada Romella per l'annuo censo perpetuo di carlini sei da consegnare al
Magnifico Erario Bruno Altomonte a partire dal mese di agosto dell'anno 1774. |
163-164 |
30.8.1773 |
Costantino Arcidiaco fu Sebastiano compare assieme ai
figli Lorenzo e Sebastiano
Arcidiaco e dichiara di possedere una vigna di operai otto circa con
ficare e perare che gli pervenne per metà come dote di sua moglie Candelora
Quattrone, e per metà dal fu Antonino Quattrone, fratello di sua moglie
Candelora. Essendo liquido
debitore del Magnifico Bruno Altomonte (erario della Camera Ducale di
Bagnara) della somma di ducati 14, ed avendo i suoi figli Sebastiano e
Lorenzo pagato detto debito, egli vende ai figli la suddetta vigna per la detta
cifra di ducati 14. |
B601 Vol. 3269_2 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1774) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
121 |
11.9.1774 |
Paolo Saccà fu Giovanni vende a suo fratello
Domenico Saccà, per la
somma di 6,50 ducati, una metà vigna di operai tre in Contrada Flunga, che
gli pervenne come sua porzione di eredità dalla loro comune madre Santa Camera. |
131 |
20.9.1774 |
Lorenzo Arcidiaco di Costantino, insieme a Domenico
Schimizzi, si impegna a pagare ducati 28 alla Camera Ducale nel mese di
agosto 1775 per l'affitto della bottega in piazza a partire dal 1° settembre
1774 a tutto agosto 1775. |
133-134 |
23.9.1774 |
Lorenzo e Vincenzo Arcidiaco, fratelli, figli di
Costantino, rilevano da Domenico Schimizzi la sua parte di obbligo riguardo
l'affitto della bottega in piazza (cfr. atto precedente). |
182 |
dic. 1774 |
Saveria Manti compare al fianco della propria madre Eleonora Strati, vedova di Domenico Manti, e si impegna a divenire "figlia d'anima" del Reverendo
Domenico Barreca per dieci anni, seguendolo e servendolo fino al 1785. La
parte superiore del primo foglio dell'atto è strappata e perciò la data
esatta in cui fu rogato l'atto è illeggibile: "[...]
Esse parti si hanno convenute ch'essa Saveria dovesse servire a detto
Reverendo di Barreca di figlia d'anima, con fare tutti li serviggi leciti ed
onesti nella sua Casa, con fedeltà e realità, ed andare dove sarà comandata
da detto Reverendo di Barreca, e questo per lo spazio di anni dieci
principianti ab hodie e finendo nell'anno 178ttantacinque. Ed all'incontro
detto Reverendo di Barreca con giuramento promette e s'obliga che per detti
serviggi onestamente per detto spazio di anni dieci li dovesse dare per
ricompensa delli stessi un letto consistente [in] un padiglione, una
lettiera, un paio di lenzola e coscino di lana, una copera ed un pagliaccio e
giraletto, come pure un giovenco e giovenca di anni due, e non dando detto
giovenco e giovenca sia tenuto il detto per l'importo del suddetto. Inoltre
la suddetta Saveria [sarà] vestita di capo a fondo, cioè due camise l'una
nova e l'altra usata, due tovaglie di tela, una nuova e l'altra usata, due
gippone l'uno nuovo e l'altro usato, l'uno di caperniche novo ed [?] e due
giubbetti l'uno nuovo e l'altro usato come si potrà avere, ed una giunacca,
ed un paio di ciorecelli d'argento ed una faldale lungo di tela ed un altro
di orletto, ed altre cose oppotenenti ad esser ben vestita [...]". |
B601 Vol. 3270 Notaio Francesco Antonio Altomonte (1775) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
014 |
8.11.1751 |
Costantino Arcidiaco della Terra di San
Lorenzo compare come procuratore e rettore della Venerabile Confraternita di
Gesù e Maria, posta dentro la Chiesa Madre della Terra suddetta, per
l'acquisto di una "vigna con casa
terranea alberata con ficare, pirare, cirasane ed altri alberi da frutto". |
041 |
18.10.1775 |
Lorenzo Arcidiaco si impegna a pagare
alla Camera Ducale la somma di ducati 14 nel mese di agosto dell'anno 1776
per l'affitto della bottega in piazza a partire dal primo settembre 1775. |
062-063 |
3.12.1775 |
Permuta tra Vincenzo Arcidiaco fu Giovanni Lorenzo
(marito di Caterina Zumbo) e Marco Candido fu Matteo. Vincenzo Arcidiaco
permuta una "casa solariata dentro
questa Terra di San Lorenzo" stimata 20 ducati con un'altra "casa solariata" del valore di 30
ducati, impegnandosi a pagare la differenza di 10 ducati in due parti: tre
ducati nel mese di agosto del 1776 e altri sette ducati nel mese di agosto
del 1777. |
069 |
30.12.1775 |
Costantino e Lorenzo Arcidiaco, padre e figlio,
dichiarano che l'anno precedente hanno venduto a Domenico Schimizzi una vigna
in Contrada Marullà. Tale vigna sarebbe dovuta pervenire ai detti Arcidiaco
tramite una permuta con un tal Strati il quale avrebbe avuto in cambio dagli
Arcidiaco una vigna in contrada Pugadaci. Dal momento che
"fatto tale aggiustamento non si è
divenuto allo strumento atteso" (cioè la permuta non è stata portata
a termine), Domenico Schimizzi domanda ai detti Arcidiaco la restituzione del
pagamento di 19 ducati, e, fintanto che tale pagamento non verrà effettuato,
domandano che i detti Arcidiaco rinuncino alla vigna a Pugadaci e la cedano a
detto Schimizzi (vedi atto 20.2.1776 B601, vol. 3270_1). |
B601 Vol. 3270_1 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1776) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
014-016 |
20.2.1776 |
Costantino Arcidiaco della Terra di San
Lorenzo vende a Lorenzo Bova una vigna in Contrada Pugadaci di operai dieci
circa, alberata con querce di ghiande ed alberi da frutto, per la somma di 50
ducati. Tale vigna pervenne a
Costantino Arcidiaco "per titolo
di compra fatta da Bartolo Palamara" e da tale vigna Domenico
Schimizzi "deve conseguire dal suddetto di Arcidiaco
ducati 22 per averli ricevuti" (vedi atto 30.12.1775, B601, vol.
3270). Di tale somma, dedotti 5 ducati, pagati direttamente a Domenico
Schimizzi 22 ducati, e dedotti altri cinque ducati "che gratuitamente si rilasciano a detto venditore", restano
di netto ducati 18 che Costantino Arcidiaco dichiara di aver ricevuto. Inspiegabilmente,
circa un anno più tardi, il 22.1.1777,
fu rogato un atto del tutto analogo relativo alla stessa terra ed alla stessa
vendita (vedi atto B601, vol. 3270_2). |
019 |
3.3.1776 |
Costantino Arcidiaco dichiara di
possedere una vigna in contrada Pugadaci alberata con perare, ficare ed altri
alberi da frutto soggetta all'annuo censo di carlini 10 e stimata in ducati
10. Dal momento che
Costantino Arcidiaco è debitore verso Domenico Schimizzi della somma di
ducati 22, "si risolse di vendere
e rinunciare la suddetta vigna ed alberi al ridetto di Schimizzi per detti
ducati ventidue e per detto censo, a condizione avendo detto di Arcidiaco li
suddetti ducati ventidue, detto Schimizzi sia tenuto ed obbligato di
rilasciare la suddetta vigna a detto di Arcidiaco, e non pagandoli, detto
Schimizzi si godesse la suddetta vigna ed alberi sempre ed in perpetuo con
poterla detto Schimizzi migliorare la suddetta, come sia di piantare alberi
ed ancora, e detto Arcidiaco nel tempo stesso che li dà detti ducati ventidue
li dovesse pagare li miglioramenti che però detto Schimizzi cassa ed imita
l'obbliganza fatta da Lorenzo
Arcidiaco per la somma di ducati quindici e l'assolve [...]". |
024 |
10.3.1776 |
Il Magnifico Don
Antonino Strati "seniore" di San Lorenzo dichiara che il Reverendo
Don Antonio Strati, tra gli altri beni, lasciò a Vittoria Vazzani, moglie di Lorenzo Arcidiaco, una terra in
Contrada Ieracari sopra la quale avevano pretenzione il Reverendo Don
Giuseppe Manti e la Magnifica Caterina Timpano. Per questo motivo
"si tentò litigio in questa corte
e si sono fatti alcuni atti alli quali [si fa riferimento], e conoscendo
detto di Strati essere giuste e ragionevoli le ragioni dell'Arcidiaco, e per
togliere un tal litigio in corso tra detto Arcidiaco e il Reverendo di Manti
e Timpano, per mezzo di comuni amici, per ovviare li dispendi e future spese,
si è divenuto nel presente accordo [...]". Il Magnifico Don
Antonino Strati cede quindi a Lorenzo Arcidiaco un pezzo di vigna in contrada
Proticella a patto che Lorenzo Arcidiaco rinunci alla vigna avuta in eredità
in Contrada Ieracari. |
063-064 |
ago. 1776 |
Lorenzo Arcidiaco della Terra di San
Lorenzo compare come procuratore di Bruno Scordo della Terra di Radicina per
la cessione in enfuteusi di una vigna in Contrada Spartilli. L'atto è
incompleto, mancando la data e la trascrizione della procura (c'è lo spazio
vuoto all'interno dell'atto stesso), della quale è invece conservato
l'originale venti pagine più avanti nello stesso registro. |
085 |
lug. 1776 |
Atto del notaio
Giovanni Domenico Borgese: procura di Bruno Scrodo della Terra di Radicina
verso il Magnifico Lorenzo
"Arcidiacono" di San Lorenzo. |
089 |
27.7.1776 |
Pasquale e Giovanna Mandalari figli di Anna
Perino di Bagaladi, dichiarano che "anni addietro" la loro madre aveva venduto a Vincenzo Marra,
senza alcuna scrittura ufficiale, una terra per il prezzo di carlini 15.
Essendo i suddetti Pasquale e Giovanna Mandalari eredi della loro comune
madre Anna Perino, desiderano ufficializzare tale vendita. |
091 |
9.11.1776 |
Il Magnifico Pasquale Mandalari
di Bagaladi, dichiara che la moglie Mariana Abenavoli possiede "ad uso
di censo dalla Ducal Corte il giardino della medesima, sito nelle
circonferenze di detto Casale". Compaiono inoltre
Sebastiano Vadalà e Vincenzo Polimeno, ed il Mandalari dichiara inoltre, come
"per convenzione passata con li
suddetti di Polimeno e Vadalà, ha concesso e concede alli suddetti un
casalino diruto di detta Ducal Corte limitante li medesimi di Mandalari ed
Antonino Misiani, e quattro mandellate di terreno per far orti [...]"
per il prezzo totale di carlini 20. |
B601 Vol. 3270_2 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1777) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
024 |
22.1.1777 |
Costantino Arcidiaco dichiara di
possedere una vigna nella Contrada Pugadaci della Terra di San Lorenzo, di
operai 10 circa, alberata con querce di ghiande ed altri alberi da frutto, la
quale non è franca, ma soggetta all'annuo censo di grana 50 alla Fratellanza
di questa Terra, e grana 10 alla Venerabile Chiesa di Sant'Anna, e ducati 22
a Domenico Schimizzi di questa Terra. Costantino vende tale
vigna a Lorenzo Bova (vedi atto 20.2.1776 B601, vol. 3270_1) per la somma di
50 ducati, "dai quali si deducono
ducati nove per detti grana 60 di censo" e ducati 5 per il 10%,
secondo il solito, che restano di netto ducati 36 (il conteggio relativo alla
deduzione dei 9 ducati non è molto chiaro). Di questi ducati 36,
per atto di gratitudine, si cedono e rilasciano ducati 5, onde restano ducati
31, sopra i quali sono pagati dal Bova allo Schimizzi ducati 22 per la
cessione oggi suddetto dì fatta dal detto Schimizzi a beneficio di detto Bova
sopra la vigna suddetta, che vengono a rimanere ducati 9. |
B601 Vol. 3270_3 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1778) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
107-108 |
20.1.1778 |
Il notaio Don Vincenzo Savoia di Bagnara, in nome di suo padre Don Giuseppe Savoia, dichiara
di aver fatto da garante al Magnifico Antonio Strati per l'affitto della
Terra di Cerasia, e di avere a sua volta istitutito come garanti il Reverendo
Don Antonino Strati juniore, Don Domenico Altomonte e Niccolò Mandica. Dal
momento che detto Strati non pagò l'affitto suddetto, "il suddetto Savoja à dovuto svendere la
sua robba in Bagnara per adempire l'obbliganze e spese sofferte, a qual fine
poi detto Don Giuseppe ha esecuto [pignorato] la robba e beni de' suddetti
plegi [garanti] e fra l'altri beni esecuti, eseguì un magazeno ch'è attaccato
con l'altre case di detto fu Don Antonio Strati juniore, quale magazeno mediante convenzione e
trattato fatto con detto Vincenzo per la quale lo cede e rinuncia al suddetto
Arcidiaco per convenuto prezzo di ducati dieci, pagabili carlini quindici nella
stipula del presente strumento e carlini trentacinque in agosto veniente del
177otto ed altri ducati cinque ad agosto dell’anno mille settecento
settantanove. Con questo fatto, che se il suddetto Don Vincenzo vorrà
viaggiare, debba detto Arcidiaco andare colla sua mula senza pretendere
denaro, ma che si computino li ducati cinque dell’ultima soluzione […]. |
B601 Vol. 3270_4 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1779) - NESSUN ATTO |
BUSTA 602
Notaio Francesco Antonio Altomonte (1780-1785) di San Lorenzo
B602 Vol. 3271 Notaio Francesco Antonio Altomonte (1780) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
004-008 |
13.7.1780 |
Il Magnifico Marc'Antonio Mandalari
di Condofuri dona i seguenti possedimenti al figlio Novizio Francesco
affinchè possa ascendere alla prima clerical tonsura e quindi ai Sacri
Ordini: - Un comprensorio di
vigne di operai ventiquattro in Contrada La Torre, tenimento di detto Casale
di Condofuri, con alberi di frutto, cioè olive, roveri, pirare, celsi di
serico, ed altri alberi da frutto nel quale vi è una casetta, valutato in
tutto ducati 268 e grana 50, che, tra fertile ed infertile, dà annualmente
una rendita di ducati 12. - Un altro
comprensorio di vigne di operai quattro circa in Contrada Cama, tenimento
suddetto di Condofuri, alberata con alberi di pero, roveri, olivare ed altri
alberi fruttiferi con quartieri quattro di terre, valutato ducati 143, che,
tra fertile ed infertile, dedotta la coltura, dà annualmente una rendita di
ducati 7. - Un comprensorio di
terre, olivare e roveri in Contrada Erutta, tenimento di questo Casale,
valutato in ducati 33, che, tra fertile ed infertile, dedotta la coltura, dà
annualmente una rendita di ducati 2. - Un terreno di
quattronate sette nella suddetta Contrada Erutta con alberi da frutto
(limitante Matteo Mandalari e la vedova di Stefano Mandalari) valutato in
ducati 25, che, tra fertile ed infertile, dedotta la coltura, dà annualmente
una rendita di carlini 15 (1 ducato e mezzo) - Cinque quattronate
di terreni con ventotto piedi di roveri, pirare e sorbare nella Contrada
Spartilli, nel Territorio di San Lorenzo, che, tra fertile ed infertile,
dedotta la coltura, dà annualmente una rendita di ducati 3. - Uno stabile
beveraticcio nella Contrada Sant'Agata, tenimento di questo suddetto Casale,
alberato con piante di celsi di serico, fichare, persicare ed olivare,
valutato in ducati 50 con suo peso di carlini due annui debendi alla Ducal
Corte, che dedotti ducati 4 per detto censo restano di netto ducati 46 che,
tra fertile ed infertile, dedotta la coltura, dà annualmente una rendita di
ducati 5. - Un terreno di grano
di tumuli sei nella Contrada Palapina, Tenimento di detto Casale, valutato in
ducati 60 che, tra fertile ed infertile, dedotta la coltura, dà annualmente
una rendita di ducati 3. Tali beni, che rendono
in tutto ducati annui 33.50, "per
l'amore e benevolenza che sempre ha portato e di continuo porta al Novizio
Francesco Mandalari suo figlio legittimo e naturale assente, e per esso a me
notaro presente, per ascendere al prima clerical tonsura e successive ai
Sacri Ordini [...] si ha deliberato nella sua mente donare donazione
irremovibile intra vivos a detto suo figlio assente e per esso a me notaro
presente li suddetti stabili". Il donatore specifica
anche gli altri quattro figli Pantaleone, Pasquale, Antonina ed Anna Maria non rimarranno
pregiudicati da tale donazione dato che ad essi restano più di 2000 ducati di
altri beni stabili e mobili ed indica la condizione che "il suddetto suo figlio s'applicasse alli
studi per devenire al sopraccennato stato sacerdotale". |
046-048 |
4.8.1780 |
Compaiono Matteo, Antonio ed Antonina Mandalari
fu Giacomo della Terra di Motta San Giovanni da una parte e la Magnifica Lucia Squillaci vedova di
Stefano Mandalari di Condofuri dall'altra. La Magnifica Lucia
Squillaci dichiara di possedere nella Terra della Motta una casa solariata, e
viceversa i fratelli Mandalari dichiarano di possedere un comprensorio di
terre aratorie con alberi fruttiferi nella Contrada Erutta che confina (tra
gli altri) con Pasquale e Matteo Mandalari seniore. Le parti si accordano
per effettuare una permuta di tali proprietà, ed i fratelli Mandalari
dichiarano di cedere anche "le
pretenzioni che tengono con Matteo Mandalari" loro zio. |
048 |
4.8.1780 |
Compaiono Matteo, Antonio ed Antonina Mandalari
fu Giacomo della Terra di Motta San Giovanni da una parte ed il Reverendo Don Michele Mandalari
di Condofuri dall'altra. I fratelli Mandalari
dichiarano di essere entrati in possesso di una casa solariata nella Terra
della Motta tramite una permuta (vedi atto precedente) con la Magnifica Lucia
Squillaci di Condofuri. Tale casa solariata viene quindi venduta al Reverendo
Don Michele Mandalari per la somma di ducati 25. |
B602 Vol. 3271_1 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1781a) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
003 |
5.1.1781 |
Saverio Mandalari si
impegna a consegnare a Domenico Nesci, in cambio della somma di venti ducati
in monete d’oro e d’argento una quantità equivalente in seta: "Die quinta mensis Januarii
millesimo septingentesimo octagesimo primo 1781 in Terra S. Laurentij […]
Personalmente costituto in presenza nostra il M. D. Saverio Mandalari di
questa Terra di San Lorenzo, il quale dichiara e confessa col suo giuramento
aver ricevuto dal Magnifico D. Domenico Nesci della città di Bova la somma di
ducati venti in monete d’oro e d’argento manualmente […] e perciò col suo
reperito giurmento […] si obbliga col suo v.j. realmente e personalmente […]
di consegnare a detto M. D. Dom. Nesci, suoi, nella prossima ventura stagione
dell’anno 178uno, tanta seta […]". |
B602 Vol. 3271_2 Notaio Francesco Antonio Altomonte (1781b) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
041-044 |
6.2.1781 |
I coniugi Don Marcantonio Mandalari e Donna
Argenta Pannuti di Condofuri vendono al Magnifico Don Fortunato
Autelitano della Terra di Sambatello, abitante ed ammogliato in Motta
Roghudi, uno stabile alberato con vigne, roveri, olivare, pirare, ficare,
innesti d'olivo ed altri alberi fruttiferi con terreni scapoli della capacità
di tumulate una circa. Tale stabile,
soggetto all'annua celebrazione di dodici messe basse per l'anima del fu
Eccellentissimo Signor Duca di Bagnara, pervenne ai medesimi coniugi per
titolo di dote dal fu Don Gernonimo
Pannuti, padre di detta Donna Argenta. Lo stabile ed il
terreno sono valutati in ducati 63, che, dedotti 24 ducati per dette 12
messe, diventano 39 ducati. |
044 |
6.2.1781 |
Il Magnifico Marcantonio Mandalari
acquista da Francesco Marino fu Domenico di Condofuri due piedi di celsi di
serico nella Contrada Malgeri, sita dentro la nasida del detto Marino, per la
somma di 7 ducati e 20 grana. Tra i testimoni
dell'atto vi è il Sacerdote Paolo Mandalari (figlio di Stefano Mandalari e
quindi nipote di Marcantonio). |
B602 Vol. 3271_3 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1782) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
008 |
23.1.1782 |
Don Saverio Mandalari della Terra di San
Lorenzo affitta per tre anni una sua vigna "vecchia" di operai 12, stimata in 25 carlini per ogni
operaio e sita in Contrada Camino, a Sabba Lafaci ed Antonino Quartuccio di
San Pantaleone "per poter quella migliorare". I detti Lafaci e
Quartuccio si impegnano "nei tempi
congrui scalzare, zappare, potare, aspodagare (?) come diligenti coloni e
padri di famiglia". |
B602 Vol. 3272 Notaio Francesco Antonio Altomonte (1783) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
060-065 |
1.6.1783 |
Capitoli Matrimoniali
tra Calidea Mandalari,
figlia del Magnifico Don
Marcantonio Mandalari ed Argenta Pannuti del Casale di Condofuri,
vedova del fu Magnifico Nicola Romeo di Reggio, e Francesco Bruno Tropeano
della Terra di Varapodio. I genitori della
sposa promettono ducati 50 "per
farsi la casa o per riceverli in contanti ad arbitrio dello sposo" e
150 "animali caprini e pecorini". |
066-067 |
2.6.1783 |
Il Dottor Don Filippo Pizzi ed il
Magnifico Marcantonio Mandalari
di Condofuri (suo suocero) si impegnano con il Signor Don Pietro Musitano,
Amministratore Generale della Città di Reggio, a consegnare entro un anno
l'importo corrispondente a 70 ducati "in tanta seta di bona qualità mercantabile e recettibile". |
076 |
7.8.1783 |
I coniugi Lorenzo Arcidiaco, fu Giovanni
Domenico, e Francesca Scuncia della Terra di San Lorenzo, abitanti a
Melito, vendono una vigna con otto piedi di serico in Contrada Ienari a
Carmine Ligato della Terra di San Lorenzo per la somma di 5 ducati. |
079 |
14.9.1783 |
Vincenzo Mafrici fu Domenico del Casale di
Bagaladi acquista da Don Domenico Sartiani della Terra di San Lorenzo un
pezzo di stabile con due piedi di celsi di serico della capacità di
mundellate una e mezza per la somma di 12 ducati. |
125 |
2.11.1783 |
I coniugi Sebastiano Arcidiaco e Flavia
Modaffari e la sorella di lei Maria Modaffari, vedova di Giamba
Scaramozzino, della Terra di San Lorenzo vendono a Giacomo Zumbo un pezzo di
stabile alberato con perare, e roveri per la somma di 12 ducati. |
126 |
1.11.1783 |
Lorenzo Arcidiaco della Terra di San
Lorenzo acquista dai coniugi Demetrio Megali e Domenico Mandica della Villa
di Melito una vigna alberata con alberi da frutto sita nella Contrada Spire
di ducati 6,50. |
B602 Vol. 3272_1 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1784) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
027-030 |
21.3.1784 |
Il notaio Don Vincenzo Savoia della
Città di Bagnara da più tempo abitante ed ammogliato nella Terra di San
Lorenzo dichiara che il suo defunto padre Don Giuseppe Savoia era creditore di "molte
somme" dal defunto Magnifico Don Antonio Strati seniore "per avendo pleggiato con D. Pietro Versaci
di dettà Città, e non avendo curato il detto di Strati compl.e tali somme ha
dovuto il detto suo genitore svendere li suoi beni esistenti nel Tenimento di
detta Città [...]". Come si evince da
altri atti notarili rogati negli anni precedenti, Don Giuseppe Savoia fece in
passato da garante di Don Antonio Strati (cfr. B596 Vol. 3210 7.8.1774 e B601
Vol. 3270_3 20.1.1778) e fu costretto a pagare il debito di quest'ultimo
vendendo molte sue proprietà in Bagnara. Fra le altre
proprietà pignorate in seguito a Don Antonio Strati per ripagare Don Giuseppe
Savoia vi sono due case e due vigne, che furono vendute a Don Bruno Manti per
la somma di ducati 15. L'atto successivo,
senza data (ma probabilmente rogato lo stesso giorno del precedente) è
analogo a questo e riferisce che un'altra casa, pignorata a Don Antonio
Strati, fu venduta a Mastro Pietro Familiari, parente del notaio Vincenzo
Savoia per la somma di ducati 7. |
041 |
27.4.1784 |
Compaiono da una parte
i magnifici Marcantonio Mandalari
ed Argenta Pannuti di Condofuri i quali dichiarano che Antonino Iaria di Motta
Roghudi donò tutti i suoi beni stabili, mobili e semoventi alla suddetta
Argenta Pannuti come da atti del fu Notaio Domenico Trapani di Motta (cfr.
B608 Vol. 3285 Domenico Trapani, in cui si legge che Antonino Iaria era uno
zio materno di Argenta Pannuti). Compare dall'altra
parte Donato Maisano di Motta Roghudi, figliastro di Antonino Iaria, il quale
"tentò litigio contro la medesima [Argenta
Pannuti] per la restituzione di detti
beni mobili e capre che spettavano alla medesima per l'anzidetta donazione". Le parti si accordano
ed Argenta Pannuti cede a Donato Maisano i beni mobili e le capre di cui
sopra. |
063 |
14.3.1784 |
Vincenzo Arcidiaco e Domenica Palumbo della Terra di San
Lorenzo (nota bene: non parla di Chorio) vendono a Bruno Toscano una "casa terranea" nel villaggio di
San Pantaleone ed un pezzo di stabile in detto villaggio con vigna, alberi da
frutto e terra della capacità di quattronate tre e mezza per la somma di
ducati 9 e grana 70. |
099 |
7.11.1784 |
Il Sindaco di
Condofuri, Don Filippo Pizzi,
ed il Sindaco di Gallicianò, Don Domenico Romeo, si impegnano in nome delle
rispettive Università a versare al Signor Don Alessandro Persico di Monteluno
(Monte Lungo?), e per esso ai suoi Ufficiali Delegati della Città di Reggio,
l'importo di 35 tumuli di sale i quali secondo i Reali dispacci vengono
dispensati ai particolari cittadini. |
127 |
26.9.1784 |
Citato Domenico Arcidiaco alias
"Migari" (evidentemente marito di Bruna Romeo, essendo
altrove il loro figlio citato con lo stesso soprannome) come ex proprietario,
insieme ad Antonio Anghelone, di una casetta terranea nelle circonferenze
della Terra di San Lorenzo. |
B602 Vol. 3272_2 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1785) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
004 |
9.1.1785 |
Antonina Arcidiaco, moglie di Giovanni
Battista Farmi di Chorio, vende una vigna di operai quattro in Contrada
Ieracari alberata con alberi da frutto a Domenico Miserrafiti per la somma di
ducati 10 e mezzo. |
040 |
22.3.1785 |
Il Reverendo Abate Diego Rodà del
Casale di Gallicianò dichiara di voler rinunciare alla seguente donazione da
parte dei suoi zii Dottor Don
Filippo Pizzi di Condofuri e
Don Antonino Pizzi di Motta Roghudi. La donazione riguarda
il "beneficio sotto il titolo di
Santa Maria del Carmine eretto nella Chiesa Madre del Casale di Gallicianò
come rilevasi dall'instrumento di nomine, presentazione e donazione rogato
per atti dell'egregio Notaio Don Antonino Panagia della Città di Bova". Il Reverendo Abate
Diego Rodà non potendo amministrare detto beneficio avendone avuto un altro
sotto il titolo di Sant'Antonio, rinuncia alla cedendola al figlio di Don
Filippo Pizzi, di nome Domenico
Antonio, attualmente novizio nel seminario della Città di Bova. |
BUSTA 603
Notaio Francesco Antonio Altomonte (1786-1793) di San
Lorenzo
B603 Vol. 3273 Notaio Francesco Antonio Altomonte (1786a) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
07 e 27 |
22.3.1786 |
Il Dottor Don Filippo Pizzi, in
qualità di sindaco del Casale di Condofuri, si impegna a consegnare alla
Cassa Sacra, e per essa al Signor Don Pasquale Paulett, la somma di ducati
218 e grana 25, prezzo di 143 tumuli (non è specificato di cosa), ricevuti da
Don Salvatore Pugliatti procuratore della Cassa Sacra della Città di Bova per
l'annona (approvvigionamento del villaggio) di Condofuri. |
B603 Vol. 3273_1 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1786b) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
067 |
6.5.1786 |
Inventario dei beni
appartenenti alla Signora Donna
Maria Mandalari, figlia di Stefano Mandalari e Lucia Squillace, e
vedova di Don Vincenzo Arcidiacono di Bagnara, recuperati sotto le rovine del
terremoto del 5 febbraio 1783 con l'aiuto dei suoi fratelli Reverendo Paolo e
Andrea Mandalari: "Cinque brocche d'argente con cinque cocchiare, on
cocchiarino per zuccero e due maniche di coltello tutti del peso di oncie
ventitre e trapersi diecesette. Abbito di donna con suo avantisino di stoffa di Francia
in seta color remisi. Altro abito di molta lascia color di rosa con suo
aventisino usato. Altra veste di cordellato in seta di color pulice
guarnita con extratagli celesti usata. Altra veste color di rosa usata. Faldetta e comodino di coredellato in seta di color
pulice usata. Altra faldetta e comodino di molla usata color cambiante. Altra faldetta inendellata di seta color celeste
inendellata con frabolà di molla color fusi usati. Un cappottone negro di donna usato di seta. Una corsina di damasco color di cedro con sua frangia
infioccolata eccetto le banderole che sono senza frangia usata. Una pezza di damasco a color di cedro di canni cinque e
mezza. Più una coperta e giraletto di damasco color giallo con
sue frangie infioccolate, usate, un paio di lenzoli di orletta con coscini e
coscinelli della stessa usati. Un paio di coscini e coscinelli di cambrò. Due bastonetti di orletta in pezza di canni sette. Sei paia di lenzoli di tela di lino usati. Sei paia di coscini e coscinelli anco di tela usati. Una coperta di bambace bianca usata. Quattro canne di rigatello di bamtare in pezza. Una corsina bianca di lino di launa schiecchini in pezza
che detta Signora D. Maria asserisce averla lavorata dopo il suo ritorno di
Bagnara con lino che da colà avea portato. Una pezza di tela di canni ventisette che parimente
asserisce aver lavorata in questo Casale di Condofuri con tanti stimi che
portato avea di detta Bagnara. Una tavarca di ferro usata. Cinque matarazzi pieni di lana, due de' quali la predetta
D. Maria asserisce essere l'istessi che avea ricevuto in dote dalla q. D.
Lucia Squillace di lei Madre e dai di lei fratelli D. Antonio, D. Paolo e D.
Michele Mandalari. Un abbito di velluto negro in seta con suo fodero di seta
color cremes usato, che era di detto fu D. Vincenzo Archidiacono. Un altro abbito di seta incondellato di color caffé dello
stesso. Un soprabito di amaerre negro usato. Due calzoni negri di velluto ed uno di velluto non usato. Un'altro calzone di vellutino di lana rigato anco usato
dello stesso. Un cappello usato con bordo d'oro. Una spada di argento usata. Un orologio d'argento usato. Un abbito di panno color acquamarina usato. Un paio di fibbie d'argento per calzone e scarpa. Tre anelli di oro, uno con pietra di smeralo e diamantino
attorno, che la predetta D. Maria asserisce aver ricevuto in dono dall'Ecc.ma
Sig.ra Principessa della Motta, un altro anello con pietre rubbine e
diamantine attorno ch'asserisce aver avuto in dono dal fu D. Vincenzo Gaezie
di Bagnara, ed un altro anello anco con pietra rubbina con diamantini
attorno, che asserisce aver avuto in dono da detto fu Don Vincenzo,
allorquando si sposò collo stesso. Un paio di orecchini d'oro e d'argento con piccoli
diamantini a brocca e con alcune pietre rubbine. Riservandosi detta Signora D. Maria di aggiungere altri
beni se mai l'avrebbe dimenticato". |
069 |
17.5.1786 |
Capitoli matrimoniali
tra Lorenzo Arcidiaco fu Vincenzo
di Chorio e Margherita Mandica figlia di Domenica Palumbo, quest'ultima
vedova di Giuseppe Mandica e di Vincenzo Arcidiaco |
B603 Vol. 3273_2 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1787b) - NESSUN ATTO |
B603 Vol. 3273_3 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1787a) - NESSUN ATTO |
B603 Vol. 3273_4 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1788) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
105 |
28.10.1785 |
Capitoli matrimoniali
tra la Magnifica Donna Antonina
Mandalari, figlia di Marcantonio Mandalari ed Argenta Pannuti di
Condofuri, ed il signor Don Nicola Ascrizzi della Terra di Varapodio. L'atto è in disordine
e sono leggibili solo le prime due facciate. La pagina successiva del
registro è chiaramente stata rilegata erroneamente in quel punto, trattandosi
dei capitoli matrimoniali di un altro matrimonio. |
125 |
8.11.1676 |
Capitoli matrimoniali
tra Palma Mandalari ed
Antonino Maisano. Citati i fratelli della sposa, Clerico Pietro Mandalari,
Antonino Mandalari e
Cola Maria Mandalari. Il matrimonio fu
celebrato il 26 novembre 1676 (Parrocchia Arcipretale di San Lorenzo, libro
dei matrimoni 1648-1677, img. DSCF0232). I genitori della sposa, indicati
nell'atto di matrimonio, sono il fu Giuseppe Mandalari e Angilella Amato. I beni mobili e
stabili indicati in dote sono i seguenti: - una casa solariata
e abitabile tutta ed integra esistente nella terra predetta - due letti forniti,
l'uno consistente in un paviglione di tela novo con li suoi lavori, un paro
di lenzola novi, una cutra di piccola rossa nova, un paro di coscini lavorati
con capicciola acquamarina, una faccia di matarazzo lestinto, un giroletto di
lino novo. L'altro letto consistente in un paviglione usato, un paro di
lenzola novi, un giraletto di capiccola usata di rosso, una faccia di
matarazzo di lino, un paro di coscina lavorati in coscino, un paro di bancali
novi. - Due canni i tovagli
di tavola et una canna di [...] - La metà vigna, una
con li suoi alberi esistenti nella contrada Ienara limitante Silvestro
Angeluni et il vallone, col suo peso di censo solvendo ogni anno alla
Venerabile Abbazia della SS.ma Nunziata del resto franca [...] - Li celsi una col
suo fundo in contrada Straneri tutti come si trovano - Li celsi una col
loro fondo in contrada Ienara -[...] |
128 |
Febb. 1653 |
Capitoli matrimoniali
tra Tommaso Casile, figlio del fu Nicola
Casile e di Galatea Bono,
ed Antonia Cordoma. Per la sposa compare il fratello Bernardino. Tommaso Casile era un
fratello di Caterina Casile, moglie di Michele Arena. Caterina Casile e
Michele Arena erano i genitori di Francesca Arena, suoceri quindi di Antonino
Mandalari e nonni di Vittorio Mandalari. |
B603 Vol. 3273_5 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1789a) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
04 |
20.1.1789 |
L'Arciprete di Motta
San Giovanni, Ludovico Mandalari,
si impegna a consegnare a Giuseppe Borruto di San Lorenzo, entro il
successivo mese di giugno 1789, dieci carichi di fronde di serico per il
prezzo di carlini cinque per ogni carico. Giuseppe Borruto
dichiara di aver già ricevuto dall'Arciprete Ludovico Mandalari due forme di
cacio. |
08-09 |
13.2.1789 |
Il Dottor Don Filippo Pizzi del
Casale di Condofuri dichiara di aver ricevuto dal Signor Don Rocco Antonio
Caracciolo del Campo di Fiumara di Muro tumula cento di grano per la somma di
ducati 255 e di venti cantara (cantaro o cantare = misura di peso) di
biscotto per la somma di ducati 145. Filippo Pizzi si
impegna a pagare tutta la somma di ducati 400 entro gli ultimi giorni del
successivo mese di giugno dell'anno 1789. Nell'atto successivo,
che ha la stessa data, lo stesso Filippo Pizzi si impegna a pagari altri 36
ducati al Signor Don Rocco Antonio Caracciolo per altri cinque cantara di
biscotto. |
B603 Vol. 3273_6 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1789b) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
038 |
24.1.1789 |
Lorenzo fu Costantino Arcidiaco effettua una permuta
con i coniugi Giuseppe Mandica e Vincenza Ligato. Lorenzo Arcidiaco
consegna ai coniugi Mandica una vigna di operari otto sita in Contrada
Scufadi e riceve da essi un'altra vigna di oeprari otto sita in contrada
Spirone. |
064 |
31.1.1764 |
Atto in disordine dal
significato poco chiaro perchè non perfettamente leggibile. Il novizio Pietro Ludovico Mandalari di
San Lorenzo, figlio di Giuseppe
Mandalari, prende possesso di vari beni stabili. Nell'indice presente
all'inizio del volume, il tipo di atto è genericamente indicato come "possesso". |
072 |
20.5.1789 |
Gaetano Falcomatà di
San Lorenzo vende a Lorenzo
Arcidiaco per la somma di 16 ducati, una casa terranea limitante i
terreni dello stesso Falcomatà, di Francesco
Arcidiaco e la via pubblica, che gli pervenne da una acquisto fatto
con Leonardo Arcudi e moglie. |
083 |
7.8.1789 |
Il Magnifico Don Filippo Pizzi
del Casale di Condofuri vende una terra di tumuli due sita in contrada
Pistaria per la somma di ducati tredici ad Andrea Caridi di Condofuri. |
B603 Vol. 3274 Notaio Francesco Antonio Altomonte (1790a) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
026 |
20.12.1790 |
Lorenzo Arcidiaco si impegna a
consegnare a Giuseppe Mandica 18 ducati in tre rate: 6 ducati entro un mese,
3 ducati nell'agosto del 1791 e 9 ducati nell'agosto del 1792 per l'acquisto
di una casa. |
027 |
17.1.1790 |
Il Magnifico Don Lorenzo Mandalari di San
Lorenzo si impegna a coltivare una vigna di proprietà dell'Arciprete Ludovico Mandalari
(Arciprete di Motta San Giovanni) per "un solo anno", iniziando da gennaio e terminando ad ottobre
del 1790. NB: Lorenzo Mandalari
e Ludovico Mandalari erano fratelli. |
B603 Vol. 3274_1 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1790b) - NESSUN ATTO |
||
B603 Vol. 3274_2 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1791a) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
11-12 |
14.6.1791 |
Donna Dorotea
Crispino di Tropea, vedova di Giuseppe
Mandalari, dichiara insieme all'attuale marito Don Giuseppe
Antonucci, di essere stata pienamente soddisfatta di tutte le annue rendite
dopo la morte di Giuseppe Mandalari. Assolve e libera
quindi il Magnifico Don Pasquale
Mandalari (di Bagaladi), fratello di Giuseppe, non riservandosi cosa
alcuna. L'atto successivo
(stessa data e stessa pagina) indica che Don Pasquale Mandalari si impegna
nei confronti dei figli del fratello Giuseppe qualora questi ultimi "litigassero il fondo di Ricudi comprato da
Don Bruno Russo". |
042-043 |
1.2.1790 |
Vendita di un terreno
nel Casale di Chorio limitante, tra gli altri, un Domenico Arcidiaco senza ulteriori riferimenti. |
B603 Vol. 3274_3 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1791b) - NESSUN ATTO |
B603 Vol. 3274_5 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1792a) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
12 |
26.2.1792 |
Permuta fra i coniugi
Francesco Arcidiaco e Saveria Manti
ed i coniugi Mastro Bruno Falcomatà ed Antonia Iacopino. Francesco Arcidiaco
e Saveria Manti scambiano un terreno di loro proprietà in contrada La Croce
("un pezzetto di stabile alberato
con ficare ed altri alberi da frutto") con un altro terreno di
proprietà dei coniugi Falcomatà in contrada Ieracadi ("una vigna alberata con perare, olivarelle,
con alcuni fichi d'India"). |
B603 Vol. 3274_4 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1792b) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
075-076 |
6.2.1792 |
La vedova del fu Magnifico Pasquale Mandalari,
Mariana Abenavoli, ed il figlio Magnifico
Demetrio Mandalari dichiarano che il defunto marito e padre Pasquale
Mandalari possedeva una porzione dell'affitto della bagliva (esazione
di diritti da parte delle Autorità pubblica ) dell'Ecc. Duca
insieme a Domenico Anghelone e Teodoro Toscano. In seguito alla morte
di Pasquale Mandalari la vedova Mariana Abenavoli ed il figlio Demetrio
Mandalari cedono tale porzione di affitto a Domenico Anghelone e Teodoro
Toscano. |
080 |
9.3.1792 |
L'Arciprete di Motta
San Giovanni Ludovico Mandalari
compare insieme al fratello Lorenzo
Mandalari. I due comparenti dichiarano che il fu loro comune fratello
Antonino Mandalari
(sacerdote a Reggio Calabria) dispose in testamento che una metà dei suoi
libri dovessero essere ereditati dalla fu loro madre (Francesca Cancelleri),
e l'altra metà divisa tra gli altri eredi. La metà dei libri disposta per la
fu loro madre venne poi a sua volta disposta a beneficio del figlio Ludovico
per la celebrazione di tante messe basse per la di lei anima. L'altra metà fu
divisa in tre parti uguali per i tre eredi Ludovico, Bruna e Lorenzo Mandalari. |
B603 Vol. 3274_6 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1793a) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
037 |
16.8.1793 |
Francesco Arcidiaco della Terra di San
Lorenzo si impegna a pagare a Lorenzo Pannuti della stessa terra carlini
ventiquattro al due del mese di aprile, ipotecando la sua vigna in contrada
Verzuli. |
055 |
1754 circa |
L'atto non è nel
corretto ordine cronologico. Il dottor Fisico Giovanni Battista Richichi si
impegna ad assistere tutti gli ammalati della Terra di San Lorenzo. L'atto è
firmato dal sindaco Saverio
Mandalari. |
057 |
11.5.1750 |
L'atto non è nel
corretto ordine cronologico. Saverio
Mandalari compare in qualità di sindaco per l'istituzione dei
cavallari della Terra di San Lorenzo. |
B603 Vol. 3274_7 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1793b) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
093 |
11.8.1630 |
Atto rogato a
Montebello, non in ordine cronologico. Pietro Antonio
Abenavoli del Franco, nobile napoletano abitante e commorante a Montebello
compare con i figli Giovanni Giacomo e Santoro Abenavoli del Franco. Citato
un crimine ed i nomi di vari cittadini di San Lorenzo. |
BUSTA
604
Notaio Francesco Antonio Altomonte (1794-1799) di San
Lorenzo
B604 Vol. 3275 Notaio Francesco Antonio Altomonte (1794) -
NESSUN ATTO |
B604 Vol. 3275_1 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1794b) - NESSUN ATTO |
B604 Vol. 3275_2 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1795) - NESSUN ATTO |
B604 Vol. 3275_3 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1795) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
3657 |
7.12.1795 |
Giovanni Arcidiaco di Domenico acquista un casalino
diruto da Marcello Cordova per il prezzo di ducati sette impegnandosi a
pagarlo entro agosto 1796. |
B604 Vol. 3275_4 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1796) - NESSUN ATTO |
B604 Vol. 3275_5 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1796b) - NESSUN ATTO |
B604 Vol. 3275_6 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1797b) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
3547 |
27.1.1797 |
Il Magnifico Francesco Maria Curatola della
Terra di San Lorenzo si impegna a pagare a Lorenzo Arcidiaco la somma di
ducati 26 nel venturo mese di agosto 1797. Tali ducati 26 (come spiegato in
modo più comprensibile nel documento datato 11 agosto 1797) sono per
l'acquisto di una porzione di casa che pervenne a Lorenzo Arcidiaco come
eredità del fu Reverendo Antonino Strati (zio materno di sua moglie Vittoria
Vazzani). |
3564 |
11.8.1797 |
Ripetizione dell'atto
del 27.1.1797: Francesco Maria
Curatola si impegna a consegnare la somma di ducati 26 entro la fine
di agosto 1797 a Lorenzo Arcidiaco. |
B604 Vol. 3275_7 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1797) - NESSUN ATTO |
B604 Vol. 3276 Notaio Francesco Antonio Altomonte (1798) -
NESSUN ATTO |
B604 Vol. 3276_1 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1798) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
3453 |
28.5.1798 |
Vincenzo Mafrici e sua nuora Paola Marra di Bagaladi
vendono ad Antonio Missineo un pezzo di stabile alberato sito nella Contrada
La Croce per il prezzo di diciotto carlini. La parola "nuora"
è presente dopo il nome "Paola Marra" ma non è scritta chiaramente.
Tuttavia è molto probabile che la parentela sia quella dato che una Paola
Marra (1769-1816) di Bagaladi era moglie di Domenico Mafrici (1768-1838)
figlio di Vincenzo Mafrici (1745 circa - 1815). |
3503-04 |
20.10.1798 |
Saverio Saccà della Terra di San
Lorenzo acquista dai coniugi Giuseppe Candito ed Anna Iannì della stessa
terra un "pezzo di fico d'india in contrada Scala" per il prezzo di
quattro ducati. |
3515 |
1.11.1798 |
Saverio Saccà della Terra di San
Lorenzo vende "una casa terranea
nel borgo di detta terra limitante detto Saverio e Vincenzo Modaffari, la
quale casa li pervenne per titolo di compra da Saverio Ligato" per
il prezzo di ducati 19 e grana 65 dedotto il dieci per cento. |
B604 Vol. 3276_2 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1799) - NESSUN ATTO |
B604 Vol. 3276_3 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1799b) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
3737 |
13.10.1799 |
Domenico Saccà della Terra di San
Lorenzo acquista da Giuseppe Fosso della stessa terra una vigna di operaj
cinque in Contrada Ursé (?) per il prezzo di ducati undici e mezzo. |
3754 |
24.11.1799 |
Francesco Arcidiaco citato tra i
confinanti di una casa terranea sita dentro la Terra di San Lorenzo di
proprietà di Antonia Maisano, venduta Mastro Domenico Maio della stessa
terra. |
BUSTA 605
Notaio Francesco Antonio Altomonte (1800-1804) di San
Lorenzo
B605 Vol. 3277 Notaio Francesco Antonio Altomonte (1800) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
0742 |
7.3.1800 |
Domenico Misiano ed Antonina Arcidiaco coniugi
della Terra di San Lorenzo dichiarano di essere stati soddisfatti da Nicola
Maria Aloi della metà di una terra. Antonina Arcidiaco è
figlia di Giovanni Lorenzo Arcidiaco e di Caterina Arena. Sposa nel 1749
Domenico Misiano. |
0789 |
25.3.1800 |
Giacomo Arcudi di San
Lorenzo dona a suo nipote Lorenzo
Arcidiaco di Domenico parte di una sua casa. L'atto è firmato con
un segno di croce dal comparente, Lorenzo Arcidiaco, ed è firmato
personalmente dal testimone Lorenzo
Arcidiaco (che dalla firma si
riconosce essere il figlio di Costantino Arcidiaco) |
0868 |
1750 circa |
Atto in disordine. Costantino Arcidiaco si impegna a
consegnare all'odierno Erario la somma di 16 ducati. |
B605 Vol. 3277_1 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1800-1803 OBBLIGHI) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
0625 |
1800 |
La data precisa non è
indicata poiché il documento è strappato. Domenico Arcidiaco della Terra di San
Lorenzo dichiara di aver consegnato per quattro anni al figlio Francesco Arcidiaco "tre
vaccini, una vacca col suo anecchio ed una giovenca" del valore di
ducati ventisette. Forse si tratta di
Domenico Arcidiaco sposato con Bruna Romeo e di suo figlio Francesco, nato
nel 1759. Purtroppo non ci sono ulteriori riferimenti né eventuali alias. |
B605 Vol. 3277_2 Notaio Francesco Antonio Altomonte (1801) - all'inizio e alla fine frammenti del catasto
onciario |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
0485 |
21.8.1801 |
Lorenzo Arcidiaco e Domenico Gullì
della Terra di San Lorenzo vendono una casa terranea sita dentro il borgo
della Terra di San Lorenzo per il prezzo di ducati 26 e mezzo. |
0521 |
22.3.1801 |
Domenico Arcidiaco citato come
confinante di una casa terrenea posta nella Terra di San Lorenzo. |
0583-84 |
5.11.1801 |
Lorenzo Arcidiaco acquista da Natale
Cordova della Terra di San Lorenzo un pezzetto di stabile alberato di
olivare, perare e roveri della capacità di quattronate una e mezzo per il
prezzo di ducati 25. |
0592 |
20.11.1801 |
Lorenzo Arcidiaco compare come
procuratore del Magnifico Lorenzo Cordova e Natale Cordova fratelli della
Terra di San Lorenzo. L'atto riguarda lo stesso pezzetto di terra e di
stabile citato nel precedente documento del 5.11.1801. |
B605 Vol. 3277_3 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1802) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
410-411 |
29.8.1802 |
Andrea Arcidiaco di San Pantaleo affitta una casa terranea da tale Giuseppe
Mandica che gli: "concede ad uso
di censo perpetuo una sua casa terranea limitante Rocco Fotia e Caterina
Arcidiaco con pagare l'annuo censo perpetuo di carlini sei". Annotiamo il fatto che un Rocco
Fotia era marito di Caterina Catania (probabilmente sorella della moglie di
Andrea) e che una Caterina Arcidiaco era una delle figlie di Andrea. |
414-415 |
31.8.1802 |
Giovanni Fosso della
Terra di San Lorenzo dichiara di aver ricevuto da Lorenzo Arcidiaco della stessa terra la somma di otto
ducati e si impegna a restituirli entro il 10 agosto 1803. |
416-417 |
1802 |
La parte superiore
della prima pagina dell'atto è rovinata e perciò la data non è leggibile. Francesco Arcidiaco della Terra di San
Lorenzo acquista dai coniugi Pasquale Mangiola e Fortunata Bologna una vigna
(limitante tra gli altri anche Lorenzo
Arcidiaco) per la somma di ducati nove. Nota: non è indicato
alcun altro riferimento o dettaglio relativamente a questo Francesco
Arcidiaco. |
426-427 |
29.2.1802 |
Lorenzo Arcidiaco della Terra di San
Lorenzo acquista dalle sorelle Maria ed Elisabetta Pizzi di Condofuri una
terra (limitante tra gli altri anche - suo fratello - Sebastiano Arcidiaco) per la somma di ducati dodici. |
B605 Vol. 3277_4 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1803) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
0271 |
22.2.1803 |
Francesco Arcidiaco è citato come
confinante di un pezzetto di stabile alberato di olivarelle e fico d'india in
Contrada Le Rocche. Nota: non è
indicato alcun altro riferimento o dettaglio relativamente a questo Francesco
Arcidiaco. |
0281 |
12.4.1803 |
Don Francesco Mandalari, figlio del fu Don Giuseppe e della fu Dorotea Crispino della città
di Tropea, dichiara come anni addietro sua madre vendette al Mangnifico Don
Bruno Russo di San Lorenzo uno stabile in Contrada Ricudi o sia San Bruno del
valore di ducati 40 e grana 60 (cfr. B596 Vol. 3222 15.6.1791). Poichè "la suddetta sua Madre promenò la rattifica
di detta scrittura, perciò esso D. Francesco Mandalari" rattifica,
omologa ? e conferma detto ? instrumento [...]. |
0335 |
21.7.1803 |
Attestato che Lorenzo Arcidiaco ha otto figli (Antonio 1772-1853, Maria
Francesca 1783-1812, Domenica Teresa n. 1788, Candelora 1792-1862, Giovanni
1793-1883, Domenica Fortunata n. 1796, Carmela 1800-1871 e Concetto 1805-1882),
patisce di podagra, e che l'anno scorso fu esattore del regio sale: "Attestiamo
noi qui sottoscritti Cittadini di questa Terra di S. Lorenzo, come Lorenzo Arcidiaco di questa
sud. Terra patisce di podagra, ha otto figli, e che l'anno scorso fu esattore
del regio sale, ed è fede del vero abbiamo fatto la presente, quale noi
sottoscritti di nostre proprie mani in presenza dell'ingrascritto Regio e
Pubblico Notajo e testimoni; San Lorenzo, ventiuno luglio 1803 - Pasquale
Abenavoli del Franco fò fede come sopra". |
0350 |
9.12.1803 |
Paolo Mangiola di San Lorenzo si
impegna a restituire a Lorenzo
Arcidiaco fu Costantino della Terra di San Lorenzo la somma di ducati
28 in due rate, cioè 14 ad agosto del 1804 e altrettanti ad agosto del 1805.
Tali ducati corrispondono a quanto "detto
di Mangiola confessò averli ricevuti da detto Arcidiaco". |
0353 |
29.11.1803 |
Francesca Mandica,
legittima moglie di mastro Vincenzo Latella della Terra di San Lorenzo, vende
a Lorenzo Arcidiaco il
terraggio della sua vigna in Contrada Spirone che limita detto Arcidiaco (ed
altri) "col patto però che se detta di Mandica avrà lo sotto prezzo
nello spazio di tre anni o prima detto Arcidiaco li debba fare
l'affrancazione" |
0356 |
6.12.1803 |
Lorenzo Arcidiaco della Terra di San
Lorenzo si impegna a pagare un censo perpetuo di 25 grana sopra un pezzetto
di terra scosceso e roccioso di mondellate due in contrada Camino a Giovanni
Domenico Misiano della Città di Bova. Tra i confini del
pezzetto di terra in oggetto vi è anche uno stabile di proprietà dello stesso
Lorenzo Arcidiaco. |
B605 Vol. 3277_5 Notaio Francesco Antonio Altomonte
(1804) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
0211 |
20.3.1804 |
Lorenzo Arcidiaco della Terra di San
Lorenzo permuta una terra di sua proprietà con un'altra terra di proprietà di
Giacomo Altomonte di San Lorenzo. |
BUSTA 606
Notaio Principio Altomonte di San Lorenzo (1750-1765)
B606 Vol. 3278 - Principio Altomonte 1750-1756 - NESSUN
ATTO |
B606 Vol. 3278_1 - Principio Altomonte 1754-1760 |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
0887-88 |
9.12.1754 |
Giuseppe Arcidiaco compare come
pubblico agrimensore, insieme a Filippo Cordoma e Giacomo Familiari, mastro
muraro e "prattico nella legname", per stimare le proprietà donate
al Clerico Acolito Don Giovanni Nocera da suo padre Mariano Nocera di San
Lorenzo, al fine di costituire il Sacro Patrimonio e affinché questo possa
ascendere agli Sacerdozio Secolare e possa ricevere l'ordine del
Suddiaconato. |
893-94 |
17.1.1755 |
Giuseppe Mandalari della Terra di San
Lorenzo acquista da Lorenzo Timpano una casa terranea sita nelle vicinanze
della Venerabile Chiesa di Sant'Antonio Abate per la somma di ducati 17. |
0902 |
25.2.1755 |
Giuseppe Arcidiaco compare come
pubblico agrimensore, insieme a Domenico Palumbo, per stimare una vigna in
Contrada Cuccuvaia, alberata con perare e ficare, di proprietà del Sig. Don
Giuseppe Abenavoli della Terra di San Lorenzo, ed una vigna in Contrada La
Marina con una sorbara e due amendolare, di proprietà di Francesca Pellicanò
della stessa Terra. |
905-07 |
19.3.1755 |
Giuseppe Arcidiaco compare come
pubblico agrimensore, insieme a mastro Pietro Altomonte, per stimare un pezzo
di vigna "diruta" alberata con perare e castagnare sita in Contrada
La Croce, di proprietà dei minori Antonino Bruno e Domenica Rodà. |
0913-15 |
2.10.1670 |
Si tratta della
trascrizione di un atto del 1670, il cui originale è attualmente (nel 1755)
posseduto da Giacomo Manti fu Giuseppe di San Lorenzo, ma fu rogato dal fu
Colantonio Pannuti, allora Attuario della Corte di questa Terra di San
Lorenzo. Tale atto, che il suddetto
Giacomo Manti richiede al notaio di "transuntare e ridurre in pubblica
forma per non disperdersi" riguarda una concessione perpetua da parte
dell'Ecc. "Principe Patrone" di una contrada di terre alle
"Pantane di San Pantalemo" per bonificarle e farne vigne, a Giuseppe Mandalari,
Giallorenzo Zuccalà, Fabrizio Mandica, Cola Maria Mandica, il Reverendo Luigi
Varra, Domenico Merigliano ed Antonio Gurnari. |
0915-17 |
1.7.1755 |
Giuseppe Arcidiaco di anni 49 circa
compare come pubblico agrimensore per stimare una terra di tumulata mezza di
grano in Contrada Cannadeo ed un'altra terra di quattronate tre e mezzo in
Contrada Santa Lucia. La prima terra è di proprietà della Parrocchia
Dittereale di Santa Maria di Ceramia di San Lorenzo, per la quale compare il
Dittereo Bruno Curatola, mentre la seconda è di proprietà del Magnifico
Antonio Cordoma. L'atto riguarda la permuta delle due terre. In coda all'atto sono
rilegate due facciate contenenti una deposizione di Giuseppe Arcidiaco, datata 2 maggio 1750, di fronte al
Vice Vicario Delegato Sfaraone, che gli chiede conferma relativamente alle
stime effettuate e domanda se la Chiesa abbia o meno un vantaggio nel portare
a termine tale permuta. |
0942 |
26.1.1755 |
Vittorio Mandalari e mastro Giacomo
Familiari della Terra di San Lorenzo si impegnano a pagare il prezzo di
tumuli tre di grano all'erario Antonino Strati nel seguente mese di agosto
dell'anno 1755, "secondo uscirà la
voce da Reggio" (cioè al prezzo che a in quel momento sarà fissato
da Reggio ). |
0945-46 |
26.1.1755 |
Costantino Arcidiaco e Vincenzo Ligato fu Cesare
della Terra di San Lorenzo sono citati come garanti e fideiussori di Domenico
Oliva fu Antonio del Casale di Condofuri per il pagamento di due tumulate di
grano che quest'ultimo si impegna a consegnare al Dottor Fisico Don Giuseppe
Cordova della Terra di San Lorenzo nel seguente mese di agosto dell'anno
1755. |
0973-74 |
18.4.1755 |
Costantino Arcidiaco della Terra di San
Lorenzo è citato come garante e fideiussore del Padron Francesco Messina
della Città di Scilla per la restituzione della somma di ducati 50 a Don
Antonino Caloficeri di Santo Stefano, dimorante in Bagnara, nel successivo
mese di agosto del 1755. |
0980-81 |
23.7.1755 |
Giuseppe Arcidiaco compare come
pubblico agrimensore, insieme a Francesco Brundo, per la stima di un pezzo di
nasida beveraticcia sita in Contrada Bagaladi, venduta da Bruno Azzarello al
Dottor Fisico Don Giuseppe Cordova. |
0993 |
30.8.1755 |
Giuseppe Pellicanò fu Salvatore della Terra di San
Lorenzo (si tratta probabilmente del marito di Giovanna Rodà, nato nel 1721,
padre di Anna Maria Pellicanò) si impegna a pagare all'erario dell'Ecc. Duca
di Bagnara la somma di tumuli 18 ed un quarto di grano nella raccolta
dell'anno 1757 ed altri tumuli 18 ed un terzo in quella dell'anno 1759. |
1013 |
6.10.1755 |
Giuseppe Pellicanò fu Savatore della Terra di San
Lorenzo (si tratta probabilmente del marito di Giovanna Rodà, nato nel 1721,
padre di Anna Maria Pellicanò) si impegna a pagare a Don Domenico Abenavoli
della stessa terra la somma di ducati tre in agosto venturo 1756 per
l'affitto di un bove. |
1020 |
13.6.1756 |
Testamento del
Reverendo Sacerdote DonMatteo Zumbo di San Lorenzo. Tra i vari punti, vi è la
seguente dichiarazione: "dichiara tenere Giovanni Domenico Arcidiaco una sua scrufa con
porcelli". |
1021 |
30.7.1756 |
Testamento della
Magnifica Domenica Strati
figlia del fu Paolo Strati
e Cristina Manti della
Terra di San Lorenzo (sorella di Felicia Strati, che era morta nel 1730). La testatrice
istituisce come erede universale il fratello Magnifico Antonino Strati, in
particolare su tutti i beni che a suo tempo aveva ereditato dai loro comuni
genitori, lasciando altri beni ai seguenti altri parenti: sua cognata Signora
Domenica Abenavoli, sua sorella Antonia Strati, le sue nipoti Cristina
Strati, Dianora Strati, Giuseppa Strati, Porzia Catanoso e Pasqualina
Altomonte, e suo nipote Vincenzo Strati. |
1034 |
9.4.1756 |
Giovanni Lorenzo Arcidiaco viene citato come
confinante di una casa solariata sita e posta dentro la Terra di San Lorenzo,
nei capitoli matrimoniali tra Giuseppe Germolé e Lorenza Mangiola. |
1093 |
25.10.1756 |
Francesco Arcidiaco detto "Migari" della Terra di San
Lorenzo si impegna a pagare al Signor Antonio Strati (Erario del Duca di
Bagnara), nel prossimo mese di agosto 1757, il prezzo di un tumulo di grano. Il soprannome
"Migari" suggerisce il fatto che si tratti del padre del Domenico
Arcidiaco (n. 1731, alias Migari nel 1784, B602 Vol. 3272_1) sposato con
Bruna Romeo, e del nonno di Giovanni Antonio Arcidiaco (1762-1830, alias
Migari nell'atto di morte) sposato con Fortunata Ligato. |
1107 |
1.11.1756 |
Giovanni Lorenzo Arcidiaco acquisto di una casa
terranea coperta e abitabile sita e posta dentro la Terra di San Lorenzo per
il prezzo di ducati 12. |
1111 |
14.11.1756 |
Stefano Mandalari compare in qualità
di Erario di Sua Eccellenza Padrone Duca di Bagnara nel Casale di Condofuri. |
1124-25 |
3.12.1756 |
Teresa Mandica dichiara "come da molto tempo in questa parte
trovasi inferma malamente e fu necessitata ritirarsi nella casa di suo genero
Giovanni Saccà, il quale
andò sovvenendo e soccorrendo essa Teresa socera". Teresa Mandica (1687
circa - 1757) vende al genero Giovanni Saccà (1705-1758) una casetta terranea
coperta ed abitabile sita e posta nel Borgo della Terra di San Lorenzo, per
il prezzo di ducati sette e grana sessanta, poiché dal genero essa ricevette
benefici che vanno oltre il valore della casa stessa. |
1126-27 |
12.12.1756 |
Il Reverendo Giuseppe Mandalari
di Condofuri (non è indicato, ma si tratta certamente del figlio di Pietro
Mandalari e Calidea Casile), vende a Francesco Marino della città di Reggio,
una casetta coperta ed abitabile e un orto a lato di detta casa per il prezzo
di ducati 23. |
1128 |
12.12.1756 |
Il Reverendo Giuseppe Mandalari
di Condofuri acquista da Francesco Spanò di Condofuri due piedi di olivare
per il prezzo di ducati 8. Curiosamente il
Reverendo Mandalari firma l'atto precedente, rogato lo stesso giorno, mentre
pone un "segno di croce" in calce a questo. |
1133-34 |
8.9.1758 |
Costantino Arcidiaco di San Lorenzo fa da
garante a Bruno Arena, che si impegna a consegnare 14 ducati al Duca di
Bagnara, e per esso al suo Erario. |
1137-38 |
11.9.1757 |
Fiorenza Arcidiaco di San Lorenzo,
vedova del fu Giovanni Battista Falcomatà, acquista da Antonina Brundo,
figlia del fu Paolo e moglie di Bruno Tripodi di Domenico di San Lorenzo, una
sua casa dotale coperta ed abitabile sita e posta nella Terra di San Lorenzo
vicino alla Venerabile Chiesa di Sant' Antonio Abate. Una Lorenza
Arcidiaco, nata a San Lorenzo nel 1708, figlia di Bernardo e Giuseppa Peligrone,
sposa Giovanni Battista Falcomatà. Che sia lei? |
1140-41 |
11.9.1757 |
Dichiarazione di tale
Silvestro Rupertà del fu Matteo, della Villa del Campo pertinenza della Terra
dell'Amendolea, che indica che in data 10 settembre 1757 si trovava insieme a
Leonardo Maurici, al Magnifico Erario Stefano
Mandalari ed al fratello di quest'ultimo Marcantonio Mandalari in contrada Rossetta a "sparare uccelli di volo". |
1146-47 |
22.9.1757 |
Il Magnifico Bruno
Trapani del fu Giulio, del Casale di Gallicianò, affitta a Costantino Arcidiaco, Filippo
Cordoma e Silvestro Manti della Terra di San Lorenzo, per due anni e per la
somma di 35 ducati e mezzo annui, "un
intero suo giardino con fronde di serico ed alberi di frutto, terre
beveraticcio e torretta dentro, sito e posto in contrada Ziparia limitante
Santa Maria di Ceramia ed altri; asserendo che fuori detto giardino si
trovano cinque piedi di celsi di serico, quali vanno compresi coll'affitto". |
1164-65 |
30.10.1757 |
Prospera Mangiola,
vedova di Francesco Zumbo, ed il figlio Bruno
Arcidiaco, figlio del fu Antonino
Arcidiaco della Terra di San Lorenzo, vendono ad Antonio Pellicanò
figlio del fu Salvatore "un
casaleno diruto sito e posto nel Burgo" per la somma di ducati sei.
Prospera Mangiola era vedova di Lorenzo Antonino Arcidiaco (1702-1728) figlio
di Bernardo e Giuseppa Pelligrone. |
1167 |
1.11.1757 |
Prospera Mangiola,
vedova di Francesco Zumbo, ed il figlio Bruno
Arcidiaco, figlio del fu Antonino
Arcidiaco della Terra di San Lorenzo, dichiarano di aver ricevuto da
Giacomo Zumbo una vacca figliata ed una jenca in affitto per quattro anni,
fino all'agosto 1761, per la somma di ducati 14. |
1176 |
30.11.1757 |
Caterina Mangiola, Antonino Catania e Michele Catania, madre e figli
della Terra di San Lorenzo, vendono una "casa terranea coperta ed abbitabile sita dentro il borgo" a
Cristoforo Laurendi della stessa terra per il prezzo di 16 ducati. |
1288-90 e 1291-93 |
7.1.1759 |
Capitoli matrimoniali
e nota dei beni concessi in dote per il matrimonio tra Bruno Siviglia della Terra di San Lorenzo, figlio di Angelo Siviglia (e di Caterina
Iacopino), e Caterina Scaramozzino figlia del fu Antonino Scaramozzino. Per
la sposa compaiono il fratello Bruno Scaramozzino ed il nonno materno
Francesco Maisano. Per lo sposo
compaiono il padre Angelo Siviglia ed il cognato Michele Catania (marito di Sicilia o Cecilia Siviglia) che
per costituire la dote ipotecano le loro rispettive case nel Borgo di San
Lorenzo e nella Marina. |
1352 |
20.5.1759 |
Capitoli matrimoniali
e nota dei beni concessi in dote per il matrimonio tra Anna Siviglia (figlia di Angelo Siviglia e Caterina
Iacopino) e Bruno Curatola. I registri della Parrocchia Arcipretale di San
Lorenzo indicano che il matrimonio si era svolto l'11 ottobre 1758. Tra i vari beni
promessi alla futura sposa, il cognato Michele
Catania (marito di Sicilia o Cecilia Siviglia) promette "una capra figliata ed un altro zimbarotto
come lo può avere". Citati i fratelli Bruno Siviglia e Antonino
Siviglia che promettono altri beni. |
1375 |
11.8.1759 |
Costantino Arcidiaco ed Andrea Ligato
della Terra di San Lorenzo prendono in prestito dal Reverendo Giuseppe
Chirico di Sant'Alessio la somma di ducati 30
e si impegnano a saldare il debito nel mese di agosto del successivo
anno 1760. |
1381 |
19.8.1759 |
Giovanni Domenico Arcidiaco della Terra di San
Lorenzo affitta dal Duca di Bagnara, per quattro anni (cioè fino al luglio
del 1763), i seguenti animali: 27 scrofe, 2 neri, 14 capre, 8 zimbari, 5
ciaverelli, 6 ciaverelle femmine, per il prezzo di ducati 34 e grana 35 che
egli si impegna a pagare nel successivo mese di agosto del 1760. |
1383-85 |
20.8.1759 |
Giovanni Domenico Arcidiaco della Terra di San
Lorenzo compare insieme ad Antonio Cordoma e al Dottor Fisico Giuseppe
Cordoma in qualità di garante per l'affitto di vari animali di proprietà della
Corte Ducale per lo spazio quattro anni effettuato dal Magnifico Gabriele
Cordoma per la somma di 96 ducati. |
1395-96 |
27.5.1759 |
Il Magnifico Giuseppe Mandalari partecipa
all'asta al ribasso per la Tassa Uni.le della Terra di San Lorenzo. I
contendenti sono solo tre: il Magnifico Giuseppe Mandalari, il Magnifico
Giuseppe Biase ed il Magnifico Francesco Antonio Tripepi. Dopo alcuni rilanci
al ribasso vince il Magnifico Giuseppe Biase per la somma di carlini
trentanove. |
1421 |
21.12.1759 |
Costantino Arcidiaco si impegna a pagare
all'Eccellentissimo Duca di Bagnara e per esso all'odierno erario, la somma
di ducati venti in agosto del corrente anno 1759 per l'affitto della bottega
sita nella Piazza della Terra di San Lorenzo. |
1424 e successivi |
23.1.1760 |
Antonia ed Anna
Alopudi, figlie del fu Giovanni Alopudi del Casale di Gallicianò dichiarano
l'innocenza del Magnifico Pietro
Pizzi del Casale di Gallicianò, accusato da alcuni "emoli di puoco timore" e "persone odiose" che parlarono
"molto lontano dalla verità" dell'omicidio del loro padre Giovanni
Alopudi. Antonia ed Anna
dichiarano inotre che al momento dell'omicidio il Magnifico Pietro Pizzi era
a letto con la febbre e perciò non può essere incriminato ed è, anzi,
"innocentissimo". L'atto successivo,
nella stessa data, è una dichiarazione del Magnifico Giovanni Rodà, di Girolamo Versace di Motta Roghudi e di
Antonio Cammara di Gallicianò, i quali dichiarano "come li consta in coscienza che quella stessa notte che fu stato
ucciso il quondam Giovanni Alopudi di detto Casale, il Magnifico Pietro Pizzi si trovava a casa con febbre dalla
mattina di quel giorno, ed essi costituti di Rodà, Versace e Cammara lo
videro con propri occhi per essere stati nella casa di detto di Pizzi". Un terzo atto, rogato
lo stesso giorno, è una procura fatta da Antonio ed Anna Alopudi per il
Magnifico Pietro Pizzi. Non è chiaro il motivo per cui questa procura viene
fatta. Cfr. anche B608 Vol.
3282 Domenico Trapani (1760-1762) - 3.10.1760 |
1429 |
30.1.1760 |
Capitoli matrimoniali
tra la Magnifica Nunzia Mandalari
di Bagaladi ed il Magnifico Giacomo Marino figlio del fu notaio regio
Francesco Marino di Reggio Calabria. Per la sposa compaiono i genitori
Magnifico Antonino Mandalari fu Tommaso ed Anna Perino del Casale di
Bagaladi. |
1448 |
3.2.1760 |
Costantino Arcidiaco, Andrea Ligato,
Silvestro Manti, Paolo Ligato e Pietro Rodà della Terra di San Lorenzo si
impegnano a consegnare tumuli 30 di orzo nel mese di luglio del corrente anno
1760 al Magnifico Don Giuseppe Mositano della Città di Reggio Calabria. |
1454-56 |
15.2.1760 |
La Magnifica Vittoria
Spataro, vedova del fu Sabba Antonio Asprea di Bagaladi ed il novizio Ludovico Mandalari di San
Lorenzo dichiarano che "allor
quando ascendé all'ordine del suddiaconato il quondam Reverendo Don Antonio
Mandalari fratello di esso novizio Ludovico, li donò in titolo di patrimonio
sacro un pezzetto di nasida beveraticcia, alberato di celsi di serico ed
altri alberi fruttiferi sita e posta nel tenimento di questa Terra in
Contrada Strati". Questa nasida fu
venduta al fu Sabba Antonio Asprea dai coniugi Domenica Merigliano e Giorgio
Petrulli per la somma di 15 ducati per atti del fu Notaio Merigliano sotto la
data tredici mese ottobre dell'anno 1733. I comparenti
dichiarano inoltre che un'altra parte di detta nasida rimasta di loro
proprietà fu venduta dai coniungi Merigliano e Petrulli allo stesso Reverendo
Don Antonio Mandalari che ne divenne quindi il solo proprietario. Essendo la donazione
intesa "vita durante" del
Reverendo Antonio Mandalari ed essendo egli morto pochi mesi addietro, per
evitare ogni lite, il novizio Ludovico Mandalari consegna la somma di ducati
15 alla Magnifica Vittoria Spataro che gli cede la suddetta nasida. |
1457-59 |
8.4.1760 |
Il Signor Abate Don
Giacomo Tripepi del Casale di Roccaforte, residente nella Torre di Phtelea,
dona ai coniugi Notaio Domenico Trapani e Magnifica Olimpia Pannuti di Roccaforte, residenti in
contrada Alloghorio sotto il Casale di Roccaforte, una terra "incolta ed inutile con piedi venti incirca
di olivare e due piedi di pirare sita e posta nel Tenimento del Casale di
Roccaforte". Olimpia Pannuti è la
sorella di Argenta Pannuti (cfr. B223 Vol. 1563 img. 3107 in cui viene citata
Olimpia Pannuti moglie del notaio Domenico Trapani, figlia del fu Geronimo
Pannuti). |
1495 |
20.8.1759 |
Giovanni Domenico Arcidiaco, Salvatore Crea,
Vittorio Vazzani e Domenico Mustroscidi della Terra di San Lorenzo,
dichiarano che il 18 agosto del corrente anno il Magnifico Gabriele Cordoma
"ha preso in gabella le vacche
della Ducal Corte [...] e poichè il medesimo non può governarle solo sono
venuti in convenzione di prendere la porzione, cioè due per essi costituti ed
una per esso Cordoma". Manca la seconda
parte dell'atto e di conseguenza manca il prezzo pagato dai comparenti. |
B606 Vol. 3278_2 - Principio Altomonte 1761-1762 |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
1571 |
4.5.1761 |
L'attuale Signor
Sindaco della Terra di San Lorenzo, Saverio
Mandalari, dichiara che, giorni addietro, Pompeo Lugarà si offrì
"di mantenere la carne d'ogni
genere in questa suddetta Terra per un anno intiero, che s'intende per tutto
il governo d'esso attuale Sindaco". Il sindaco garantisce
che per tutta la durata del suddetto anno nessun'altra persona potrà vendere
carne "in bilancia o smaltirla a
piede per uso di mercanzia o di negozio". |
1578 |
12.8.1761 |
Sono presenti
solamente le prime righe dell'atto, nelle quali si legge il nome di Saverio Mandalari, attuale
Sindaco della Terra di San Lorenzo, che dichiara che Mastro Rocco Bova di San
Lorenzo ha vinto un non meglio precisato (poichè l'atto è incompleto)
pubblico incanto. |
1586 |
14.9.1761 |
Domenica Germolè vedova di Giuseppe Scrivo della Terra di
San Lorenzo acquista una casetta terranea sita e posta nel Borgo di questa
Terra per il prezzo di ducati 12. |
1590 |
22.7.1761 |
Viene citato un
"instrumento di libera vendita" rogato dal Notaio Saverio Mandalari della Terra di San Lorenzo dopo
il 4 marzo 1759 (e ovviamente prima del 1761). |
1604-05 |
18.10.1761 |
Bruno Barreca di
Giuseppe della Città di Reggio si impegna a servire Mastro Giuseppe Mandalari come garzone fino a tutto agosto
1762 per il prezzo di ducati 7. |
1627-28 |
28.2.1762 |
I fratelli Tommaso,
Bruno e Giuseppe, e Reverendo Domenico Anghelone di Bagaladi si impegnano a
coltivare per tre anni, fino al 1765, una tenuta di terre di germano sita
nella Contrada Rapanadi, propriamente quella che faceva Paolo Marra, e l'altre terre dell'Abbazia di Terrati che
tiene Paolo Marra. E' probabile che il
Paolo Marra qui citato fosse il figlio di Porzia Anghelone di Bagaladi,
sposato con Giuseppa Pontari e padre di Paola Marra. E' anche probabile che i
fratelli Anghelone qui citati siano parenti di sua madre Porzia. |
1644 |
19.4.1762 |
Giuseppe Caroleo,
vedovo di Caterina Petrulli, della Terra di San Lorenzo dichiara che mesi
addietro, essendo gravemente ammalata, vendette un pezzo di giardino con
all'interno una casa di nutricato terranea ed abitabile, al Magnifico Giuseppe Mandalari
di San Lorenzo. Nella pagina seguente
è allegato, in originale, il relativo atto del Notaio Saverio Mandalari di San Lorenzo, con il suo
sigillo, datato 4 gennaio 1762. |
B606 Vol. 3278_3 - Principio Altomonte 1763-1765 |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
1675-76 |
25.2.1763 |
Viene citato un
"instrumento di permuta" rogato dal Regio Notaio Saverio Mandalari della Terra di San Lorenzo il 7
maggio 1760. Il notaio Saverio
Mandalari firma inoltre questo atto come testimone. |
1688 |
12.4.1754 |
Costantino Arcidiaco ed Andrea Ligato
della Terra di San Lorenzo si impegnano a restituire a Simone Marino, nel
mese di maggio 1754, la somma di ducati 26 per altrettanti ducati 26 ricevuti
amichevolmente. |
1715-17 |
1757 circa |
"Nota dei beni stabili e mobili che promettono
Giovanni Romeo ed Antonia Modaffari, marito e moglie della Terra di San
Lorenzo, alla figlia Bruna Romeo, per il matrimonio che, con l'aiuto di Dio,
si avrà da contraere con Domenico
Arcidiaco figlio di Francesco" (e di Antonia Scordo). L'atto non ha data,
ma in fondo indica "li dotanti
Padre e Madre vogliono che il sposalizio dovesse sortire nel mese di
settembre dell'anno mille settecento cinquantasette 1757", e, con
altra calligrafia, indica infine che solo il "20 settembre 1758 si sono stipulati li capitoli matirmoniali". L'atto di matrimonio,
tuttavia, fu registrato presso la Parrocchia Arcipretale di San Lorenzo in
data 13 maggio 1758. |
1728 |
12.9.1764 |
L'Illustre Signor Dr.
Giuseppe Cordova della Terra di San Lorenzo restituisce al Magnifico Rocco
Bova ed a Costantino Arcidiaco una terra aratoria acquistata dagli stessi
alcuni mesi addietro in enfiteusi, poichè "non li rendeva utile di piantara". |
BUSTA
607
Notaio Francesco Russo di Cardeto (1719-1754)
B607 Notaio De Laurentis Fabrizio |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
Inv81Busta607Prot3279nr.7
(1) |
2.4.1737 |
All'interno di un
atto di donazione sono citate due terre, l'una in Contrada Lidraco limitante Giuseppe Mandalari e l'altra
vicina alla Chiesa di Santa Maria Ad Nives limitante Vittorio Mandalari. Tra i firmatari
dell'atto, presenti in qualità di testimoni, compaiono il Reverendo Pietro Mandalari, Giuseppe Mandalari e Vincenzo fu Cesare Ligato. |
Inv81Busta607Prot3279nr.8
(95) |
19.11.1732 |
Giuseppe Arcidiaco e Giuseppe Zumbo
della Terra di San Lorenzo sono citati come pubblici esperti agrimensori
cumunemente eletti dalle parti per la vendita di una Terra. |
Inv81Busta607Prot3279nr.10
(5) |
1.12.1733 |
Vendita di una terra
tra Grazia Parisi fu Paolo della Terra di San Lorenzo ed Antonino Manti.
Citato Domenico Arcidiaco
tra i proprietari confinanti in contrada Ieracà: "un'altra terra d'orzo in contrada Ieracà tenimento predetto limitante
Antonino Asprea, Domenico Arcidiaco ed altri fini". |
Inv81Busta607Prot3279nr.12
(1) |
13.9.1738 |
Tommaso Mandalari "attuatore" firma un atto in cui
Gio. Loisio Cordoma, Francesco Maniscalco e Francesco Antonio Zuccalà della
Terra di San Lorenzo richiedono l'esecuzione (ovvero la vendita delle
proprietà poste sotto sequestro per debiti) "sopra una pianta in contrada Scufadi" del fu Silvestro
Cilione, passato da questa a miglior vita nello scorso mese di giugno. Nell'atto successivo,
riguardante la stessa esecuzione di beni, Tommaso Mandalari firma l'atto come
testimone. |
Inv81Busta607Prot3279nr.13
(1) |
2.2.1739 |
Giuseppe Arcidiaco e Scipione Candido
della Terra di San Lorenzo sono citati come pubblici esperti estimatori
cumunemente eletti dalle parti per la vendita di una Terra. |
Inv81Busta607Prot3279nr.13
(5) |
14.5.1739 |
Vittorio Mandalari della Terra di San
Lorenzo è citato insieme a vari altri come "plegio" cioè garante. |
Inv81Busta607Prot3279nr.14
(1) |
1740 |
Nota "seu minuta" che fa Francesca Anghelone figlia
legittima e naturale d'Antonio
Anghelone e di Antonia
Scordo, a Domenico Pellicanò fu Michele per il matrimonio che devesi
contraere con l'aiuto di Dio in facie Ecclesie. La sposa, Francesca
Anghelone, è sorella di Lucrezia Anghelone, sposata con Giovanni Modaffari
(suoceri di Sebastiano Arcidiaco). L'atto non è datato,
ma sull'ultimo foglio si legge la nota "minutula di Domenico Pellicanò con Francesca Anghelone 1740".
Il matrimonio fu celebrato nella Parrocchia Arcipretale di San Lorenzo il 20
novembre 1740 dall'Arciprete Filippo Tegani (cfr. relativo atto). |
Inv81Busta607Prot3279nr.15
(1) |
20.6.1741 |
Testamento del
Reverendo Sacerdote Domenico
Palumbo di San Lorenzo. L'atto inizia con
queste parole: "dovendo col divin
aiuto partire di prossimo per la volta della Puglia, ove (se così disporrà la
bontà del divin volere) sto coll'intenzione di far dimora per qualche tempo,
istruito dalli lumi della Santa Fede e Cristiana Religione per la Dio
misericordia che professo, ben conosco quanto sia fragile e caduco il nostro miserabile
stato dell'umana condizione che stà infallibilmente soggietto con
irrevocabile ed universal decreto alla sentenza di morte, la quale per esso
debito commune a niuno che nacque e nascerà retrocede il colpo suo fatale (e
coll'esperienza di vidde ed alla giornata si prattica) [...] ho stimato
opportuno di formare il presente mio ultimo nuncupativo testamento
[...]". Il Reverendo Domenico
Palumbo morì a San Lorenzo a circa 50 anni il 18 maggio 1743. Era figlio del
magister Antonino Palumbo e di Angela Arena. Quest'ultimo Antonino
Palumbo era a sua volta figlio di Domenico
Palumbo e di Vittoria
Francica ed era quindi fratello di Clemente Palumbo sposato con
Domenica Asprea. Il Sacerdote Domenico Palumbo è quindi cugino di Vittoria
Palumbo, moglie di Paolo Saccà e figlia di Clemente Palumbo e Domenica
Asprea. Il testatore
istituisce come eredi universali i suoi fratelli Giuseppe e Pietro Palumbo
lasciando qualcosa alle sorelle Francesca e Caterina. |
Inv81Busta607Prot3279nr.18
(11) |
17.8.1744 |
Costantino Arcidiaco, in qualità di
rettore e cassiere della Reverenda Confraternita di Gesù e Maria, presta il
capitale di 5 ducati ai coniugi Michele Columbo e Giuseppa Lugarà di San
Lorenzo che ipotecano tutti i loro beni (consistenti in una "vigna alberata con molti alberi da frutto"). |
Inv81Busta607Prot3279nr.19
(1) |
25.11.1745 |
Capitoli matrimoniali
tra Gaetano Tropea di
Pentidattilo ed Agata Oliva
di Bagaladi (avi di Luisa Tropea moglie di Filippo Mandalari di Melito Porto
Salvo). |
Inv81Busta607Prot3279nr.19
(13) |
31.10.1745 |
Giuseppe Arcidiaco compare come
pubblico estimatore. |
Inv81Busta607Prot3279nr.20
(06) |
16.10.1746 |
Giuseppe Arcidiaco compare come
pubblico estimatore. |
Inv81Busta607Prot3279nr.21
(1) |
19.7.1747 |
Copia di un atto
rogato in Reggio Calabria. Il Sacerdote
Don Antonio Mandalari di San Lorenzo (1717-1759, figlio di Giuseppe
Mandalari e di Francesca Cancelleri) dichiara alla Curia Arcivescovile
Reggina di possedere una terra in contrada "Comeno" (probabilmente
Ghomeno), la quale "limita un
altro pezzo di terra con un solo celso di serico della Venerabile Chiesa di
S. Antonio Abbate, valutato alla somma di docati sei in circa". Il dichiarante
domanda alla Curia la possibilità di scambiare con un altra proprietà quel
pezzo di terra che "sarebbe utile
e fruttuoso al supplicante se fosse suo proprio, tanto quanto è inutile ed
infruttuoso alla suddetta Chiesa per la sua poca ampiezza". Vedi anche atto
rogato il 27.2.1747 (Inv81Busta607Prot3279nr.22 (1) e seguenti) |
Inv81Busta607Prot3279nr.21
(14) |
2.9.1747 |
Giuseppe Arcidiaco compare come
pubblico estimatore. |
Inv81Busta607Prot3279nr.22
(11) |
19.3.1748 |
Vittorio Mandalari della Terra di San
Lorenzo, che compare anche in nome del figlio suddiacono Lorenzo Mandalari acquista "un piede di celso, mendolare, nucare e perare ed altri, sito e posto
nella Contrada Gurda" da
Angela Iacopino (vedova del fu Felice Barreca) e dai figli Giuseppe ed Anna
Barreca. Il terreno, stimato ducati 17 e mezzo, non è franco ma è soggetto
all'annuo censo di carlini 6 per ogni anno, per un capitale di ducati 9
d'annuo canone. Dal prezzo di ducati 17 e mezzo si deducono quindi ducati 9
per un prezzo finale di ducati 8 e mezzo. Giuseppe Arcidiaco compare come
pubblico estimatore. |
Inv81Busta607Prot3279nr.22
(57) |
19.3.1748 |
Capitoli matrimoniali
di Maria Mandalari di
Condofuri e Lorenzo Curatola
di San Lorenzo (da cui nacque poi Bruno Andrea Curatola di Melito, nonno di
Maria Saveria Caracciolo). Per la sposa compare la madre Elisabetta Murria vedova di Paolo Mandalari, ed i fratelli
Stefano Mandalari e Marcantonio Mandalari. Per lo sposo compare
(oltre allo sposo stesso) il padre Antonio. |
Inv81Busta607Prot3279nr.23
(62) |
2.3.1749 |
Il Magnifico Stefano Mandalari di
Condofuri (fratello di Marcantonio) acquista dai coniugi Pietro Parisi e
Domenica Gurnari un pezzo di terra alberata in contrada Versoli limitante,
tra gli altri, le proprietà del Sacerdote
Giuseppe Mandalari (zio di Stefano), per il prezzo di ducati 14, dai
quali vengono dedotti ducati 6 per una somma residua di ducati 8. |
Inv81Busta607Prot3279nr.23
(62) |
18.3.1749 |
Giuseppe Arcidiaco compare come
pubblico estimatore. |
Inv81Busta607Prot3279nr.23
(72) |
22.4.1749 |
Giuseppe Arcidiaco compare come
pubblico estimatore per l'apprezzo di un terreno di proprietà degli eredi
della fu Giovanna Lanza, Duchessa di Bagnara, sito nella Terra di San Lorenzo
in Contrada Endrina che il Magnifico
Antonino Mandalari di San Lorenzo chiede gli venga concessa in
enfiteusi. |
Inv81Busta607Prot3279nr.23
(77) |
3.10.1749 |
Marcantonio Mandalari del Casale di
Condofuri acquista una terra aratoria sita in Contrada Calammati da Giovanni
Luigi Cordoma della Terra di San Lorenzo. |
Inv81Busta607Prot3279nr.23
(96) |
Senza data |
Testamento di Anna
Maria Scopelliti (vedova Abenavoli) scritto dall'arciprete Tegani
(interessante). |
Inv81Busta607Prot3279nr.23
(114) |
1749 |
Capitoli matrimoniali
tra Maria Mandalari del
Casale di Bagaladi (figlia di Antonino e Anna Perino) e Giovanni Domenico
Marrapodi della Città di Sant'Agata. |
Inv81Busta607Prot3279nr.23
(136) |
15.9.1749 |
Capitoli matrimoniali
tra Anna Falcomatà e Mastro Francesco Tripodi. della città di Bova (?). Per
la sposa compare la madre Rosa
Arcidiaco vedova del fu Giuseppe Falcomatà di San Lorenzo. |
Inv81Busta607Prot3279nr.24
(77) |
29.3.1750 |
Il Magnifico Stefano Mandalari di
Condofuri (fratello di Marcantonio) in qualità di Erario di questo Casale,
concede in enfiteusi una vigna a Stefano Caridi dello stesso Casale. |
Inv81Busta607Prot3279nr.24
(77) |
23.2.1750 |
Costantino Arcidiaco compare in qualità
di "pleggio" (cioè garante) di Mastro Marcello Candido della Terra
di San Lorenzo per l'acquisto di un mulo. Il mulo costa 28 ducati, dei quali
14 sono già stati pagati. |
Inv81Busta607Prot3279nr.24
(90) |
1.12.1750 |
Giuseppe Arcidiaco compare come
pubblico estimatore. |
Inv81Busta607Prot3279nr.24
(127) |
12.7.1750 |
Giuseppe Arcidiaco compare come
pubblico estimatore. |
Inv81Busta607Prot3279nr.24
(129) |
3.10.1750 |
Costantino Arcidiaco della Terra di San
Lorenzo, ed altri, si impegnano a consegnare a Caterinella Ligato e per essa
a sua figlia assente ducati 20 nel prossimo venturo agosto 1754. |
Inv81Busta607Prot3279nr.24
(137) |
14.9.1750 |
Costantino Arcidiaco in qualità di "odierno procuratore e cassa della
Venerabile Confraternita di Gesù e Maria di questa Terra di San Lorenzo"
acquista da Antonino fu Nicola Maria Lugarà una terra aratoria di quattronate
11 e mezzo, sita e posta nella Contrada Farco per il prezzo di ducati 22. |
Inv81Busta607Prot3279nr.24
(194) |
11.8.1750 |
Costantino Arcidiaco in qualità di "odierno procuratore e cassa della
Venerabile Confraternita di Gesù e Maria di questa Terra di San Lorenzo"
acquista da Domenico figlio di Francesco Lugarà una terra aratoria sita e
posta nella Contrada Gutta per il prezzo di ducati 10. |
Inv81Busta607Prot3279nr.24
(204) |
29.3.1750 |
Il Magnifico Stefano Mandalari
del Casale di Condofuri acquista da Giovanni Luigi Cordoma, Bruno Cordoma e
Suddiacono Domenico Cordoma (padre e figli) una terra aratoria in Contrada
Calammati, Tenimento del Casale suddetto di Condofuri, per il prezzo di
ducati 24. |
Inv81Busta607Prot3279nr.25
(49) |
7.5.1751 |
Il Magnifico Saverio Mandalari è
citato come sindaco di San Lorenzo insieme a Don domenico Abenavoli. |
Inv81Busta607Prot3279nr.25
(58) |
31.3.1751 |
Costantino Arcidiaco e Domenico Oliva si
impegnano a pagare 30 ducati al Duca di Bagnara per l'affitto del fondaco
(magazzino) posto nella piazza di questa suddetta terra. |
Inv81Busta607Prot3279nr.25
(77) |
3.9.1751 |
Giuseppe Arcidiaco compare come
pubblico estimatore. |
Inv81Busta607Prot3279nr.25
(79) |
4.9.1751 |
Giuseppe Arcidiaco compare come
pubblico estimatore. |
Inv81Busta607Prot3279nr.25
(83) |
6.9.1751 |
Costantino Arcidiaco in qualità di "odierno cassiere e procuratore della
venerabile Confraternita di Gesù e Maria eretta dentro la Chiesa Matrice di
questa Terra" acquista da Domenico figlio di Francesco Logarà una
terra sita e posta nella Contrada Gutta della capacità di quattronate 9 di
germano per il prezzo di ducati 9. Giuseppe
Arcidiaco compare come pubblico agrimensore. |
Inv81Busta607Prot3279nr.25
(90) |
7.9.1751 |
Giuseppe Mandalari della Terra di San
Lorenzo si impegna a pagare 80 ducati al Duca di Bagnara, e per esso al suo
Erario Don Domenico Abenavoli di San Lorenzo, per l'affitto della
mastrodattia per il periodo che va da settembre 1751 ad agosto 1752 |
Inv81Busta607Prot3279nr.25
(92) |
10.9.1751 |
Giuseppe Mandalari della Terra di San
Lorenzo compare insieme al Magnifico Don Domenico Altomonte della stessa
Terra. Giuseppe Mandalari "asserisce
e dichiara come giorni addietro mediante pubblico incanto e candela accesa
prese in affitto il jus della mastrodattia civile e criminale della corte
locale di questa suddetta terra per la somma di docati ottanta [...] e perchè
ad esso prefato di Mandalari non li rende utile e comodo per trovarsi
intricato in altri affari più relevanti di sue cose e considerando l'assistenza
che bisogna in detto officio tanto più che il medesimo non ha quale pratica
che si stima necessaria per l'esercizio di quella, s'è convenuto di sua
libera e spontanea volontà e non per forza con detto Magnifico d'Altomonte di
cedere e renunciare detto jus d'affitto". Cfr. atto precedente,
rogato 3 giorni prima dallo stesso notaio. |
Inv81Busta607Prot3279nr.25
(98) |
11.9.1751 |
Giuseppe Arcidiaco compare come
pubblico estimatore. |
Inv81Busta607Prot3279nr.25
(101) |
11.9.1751 |
Compaiono davanti al
notaio i Magnifici Domenico Altomonte, Saverio Mandalari e Bruno Saccà della
Terra di San Lorenzo, ed il Magnifico Erario Don Domenico Abenavoli. Il significato
dell'atto, che riguarda gli 80 ducati che Giuseppe Mandalari (zio di Saverio)
avrebbe dovuto consegnare all'Erario Abenavoli per l'affitto della
mastrodattia al quale aveva però rinunciato (cfr. atti precedenti), è poco
chiaro: sembra che i tre Altomonte, Mandalari e Saccà fossero i garanti di
Giuseppe Mandalari e si impegnino ora in prima persona a pagare gli 80 ducati
in questione. |
Inv81Busta607Prot3279nr.25
(109) |
26.1.1751 |
Giuseppe Arcidiaco compare come
pubblico estimatore. |
Inv81Busta607Prot3279nr.25
(120) |
9.8.1751 |
Il Magnifico Saverio Mandalari
compare insieme al Magnifico Rocco Bova ed a Giuseppe Barreca della Terra di
San Lorenzo davanti all'odierno sindaco di San Lorenzo Magnifico Ascanio
Pannuti. Il Magnifico Saverio Mandalari risulta miglior offerente nel
pubblico incanto per esigere la tassa del sale e tabacco nella pubblica
piazza alla ragione di grana otto per ogni tumulata. |
Inv81Busta607Prot3279nr.26
(85) |
14.6.1751 |
Giuseppe Arcidiaco compare come
pubblico estimatore. |
Inv81Busta607Prot3280anno1753
(59) |
15.8.1753 |
Giuseppe Arcidiaco compare come
pubblico estimatore. |
Inv81Busta607Prot3280anno1754
(40) |
8.9.1754 |
Costantino Arcidiaco affitta lo "jus
della bottega posta nella piazza" per un anno |
Inv81Busta607Prot3280anno1754
(52) |
7.1.1754 |
Citati Michele Catania ed Antonio Siviglia insieme alla
coppia di sposi Cristoforo Laurendi e Michela Catania. Si impegnano a
restituire al Sig. Giannandrea Pannuti la somma di ducati 130 in rate da 15
ducati da versare in ogni mese di agosto |
Inv81Busta607Prot3280anno1755
(21) |
19.8.1755 |
Costantino Arcidiaco odierno procuratore
e cassa della venerabile confraternita di gesù e maria + Giuseppe Arcidiaco
pubblico agrimensore |
Inv81Busta607Prot3280F607anno1754
(35) |
5.2.1754 |
Stefano e Marcantonio Mandalari (i quali fino al
presente hanno sempre vissuto insieme...ecc.ecc.) |
Inv81Busta607Prot3280F607anno1754
(59) |
13.1.1754 |
Giuseppe Arcidiaco compare come
pubblico estimatore. |
Inv81Busta607Prot3280F607anno1754
(95) |
1.11.1754 |
Chierico Antonino Quattrone (fratello
di Candalora Quattrone moglie di Costantino Arcidiaco) e Bruno Quattrone, zio
e nipote vendono una proprietà. Citato anche Costantino Arcidiaco come plegio
(garante) |
Inv81Busta607Prot3280F607anno1754
(117) |
22.4.1754 |
Costantino Arcidiaco
e Bartolo Pellicanò acquistano vino dal dottor fisico Andrea Grassi di
Catania |
Inv81Busta607Prot3280F607anno1754
(121) |
29.9.1754 |
La signora Ursula
Condemi, moglie del Magnifico Tommaso Nucera di Gallicianò dichiara in
vendita una terra in Contrada Alloghorio, Territorio di Roccaforte. I
riferimenti (proprietà di una Condemi, confina con Fortunato Tripepi) fanno
sì che questa terra corrisponda con una terra che nel Catasto dell'Amendolea
del 1747 sia confinante con la proprietà di Francesco Arcidiaco. In questo
caso Francesco Arcidiaco non compare tra i confinanti. Che questo possa
indicare che l'aveva già venduta? |
Inv81Busta607Prot3280F607anno1754
(156) |
2.2.1754 |
Stefano e Marcantonio
Mandalari, suddivisione amichevole dei beni |
Inv81Busta607Prot3280F607anno1754
(162) |
3.2.1754 |
Stefano Mandalari
donazione al figlio Chierico novizio Andrea Mandalari. Citato anche lo zio
Lorenzo Curatola (marito di Maria Mandalari) ed il Reverendo Sacerdote
Marc'Antonio Mandalari (evidentemente parente ma di cui non è indicata la
parentela) |
BUSTA
608
Notaio Domenico Trapani di Roccaforte (1733 e 1756-1777)
B608 Vol. 3281
Domenico Trapani (1756-1759) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
9187 |
14.11.1757 |
I magnifici Antonio (trattasi del
primogenito Giuseppe Antonio, chiamato quasi sempre solamente
"Antonio"), Pietro,
Chierico Giovanni e
Chierico Filippo Pizzi, figli del fu Magnifico Domenico Pizzi del Casale di Gallicianò,
compaiono insieme al magnifico Fabio Morabito figlio del fu Tommaso e della
fu Caterina Pizzi, molto probabilmente loro cugino. I comparenti vendono
per la somma di 48 ducati al Reverendo Signor Abate Giovanni Domenico Callea,
Arciprete di Gallicianò, una casa solariata posta nel Casale di Gallicianò
nei pressi della chiesa di San Leonardo, "per estinguere alcuni loro legati di messe lasciati dalli suoi
antenati per esser che detta casa pervenne d'eredità paterna tanto ad essi di
Pizzi quando ad esso di Morabito". |
9221 |
21.8.1758 |
Caterina Foti, moglie
di Costantino Condemi e figlia di Giuseppe Foti di Condofuri, vende una vigna
in contrada Santa Domenica al Magnifico Marcantonio
Mandalari di Condofuri per il prezzo di ducati 14. |
9251 |
24.2.1758 |
Caterinella Rodà fu
Antonino e Michele Manti fu Domenico, marito e moglie del Casale di
Condofuri, vendono "certi rovoli
di ghiande e due piedi di olivi" al Magnifico Stefano Mandalari fu Paolo di Condofuri per il prezzo di
ducati 12. |
9259 |
13.8.1758 |
Domenico Palumbo di
Francesco e Caterinella Rodà fu Antonino, marito e moglie del Casale di
Condofuri, vendono un pezzetto di vigna ed un pezzo di terra scapola in
Contrada Calamati al magnifico Marcantonio
Mandalari di Condofuri per il prezzo totale di 9 ducati e 50 grana. Tra i testimoni vi è
Filippo Pizzi, futuro genero di Marcantonio Mandalari. |
9265 |
3.8.1759 |
Il Reverendo D. Giuseppe Mandalari figlio
del fu Pietro e Giacomo Mandalari
figlio di Domenico, zio e nipote del Casale di Condofuri, vendono due pezzi
di terra al Reverendo Signor Abbate Giovanni Domenico Callea Arciprete del
Casale di Gallicianò. Quindi il Reverendo Giuseppe Mandalari e Domenico
Mandalari erano fratelli, ed entrambi figli di Pietro Mandalari. Si tratta
dei figli di Pietro Mandalari e Galatea Casili. |
9271 |
5.3.1759 |
Michelangelo Manti fu
Salvatore della Terra dell'Amendolea vende al Reverendo Signor Don Giuseppe Mandalari del Casale di
Condofuri una terra sita nel Casale di Gallicianò per il prezzo di ducati 10. (Il Reverendo Don Giuseppe
Mandalari in questione è il figlio di Pietro Mandalari e Galatea Casili). |
9277 |
29.3.1759 |
La Magnifica Beatrice Nucera del fu
Giuseppe della Terra dell'Amendolea, al presente abitante nel Casale di
Gallicianò, acquista una terra in contrada Muccaria tenimento del Casale di
Gallicianò dai fratelli Magnifico Filippo e Magnifico Tommaso Nucera fu
Giuseppe, da Giuseppe Nucera fu Luca e da Bruno Nucera fu Antonio Maria della
Terra dell'Ammendolea per il prezzo di ducati 7 e grana 70. Nonostante non sia indicato
un riferimento esplicito alla Beatrice Nucera moglie di Domenico Pizzi di
Gallicianò e madre di Filippo Pizzi, si tratta certamente di lei per vari
motivi: provenienza, nomi dei fratelli, e anche terreno in contrada Muccaria
citato in altri documenti. |
9286 |
26.3.1759 |
La Magnifica Domenica Iaria vedova del fu Geronimo
Pannuti, insieme ai figli Fonte,
Vittorio e Chierico Scipione Pannuti del Casale di Motta Roghudi,
concedono in enfiteusi perpetua a Sebastiano Maisano fu Salvatore, dello
stesso Casale, un pezzo di terra in Contrada Spanò per il censo annuo di
grana 25. |
9298 |
29.3.1759 |
La Magnifica Beatrice Nucera fu Giuseppe
insieme ai fratelli Filippo e Tommaso, ed insieme a Giuseppe Nucera fu Luca e
Bruno Nucera fu Antonio Maria (gli stessi dell'atto rogato lo stesso giorno
ed inserito in questo registro a distanza di una ventina di pagine dal
presente atto) permutano una terra in Contrada Santa Lucia, tenimento della
Terra dell'Amendolea, con il Dottor Fisico Don Domenico Misiani del fu Diego
della città di Bova. |
9318 |
9.8.1764 |
Michele Manti fu
Domenico e suo figlio Domenico Manti del Casale di Condofuri vendono otto
tumulate di terra d'orzo site in Contrada Calamati al magnifico Marcantonio
Mandalari dello stesso Casale per il prezzo di ducati 14. |
B608 Vol. 3281_1
Domenico Trapani (senza data) - NESSUN ATTO |
B608 Vol. 3281_2 Domenico Trapani (1733) - NESSUN ATTO |
B608 Vol. 3282 Domenico Trapani (1760-1762) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
9529-30 |
1.1.1760 |
Giuseppe Mandalari della Terra di San
Lorenzo interviene, ed è più volte citato nell'atto, come esperto per la
stima di un giardino in Contrada Pristeo di proprietà del Magnifico Notaio
Principio Altomonte e di sua moglie Vittoria Marino di San Lorenzo. In calce
all'atto vi è anche la sua firma. |
9535 |
4.3.1760 |
Il Magnifico Pietro Pizzi figlio
del fu Domenico, del Casale
di Gallicianò, vende al Reverendo Sacerdote Signor Abate Giuseppe Sgrò di
Salvatore, dello stesso Casale, un piede di celso nero di serico sito e posto
in Contrada Alloghorio per il prezzo di ducati cinque. |
9558 |
20.10.1760 |
Antonio Rodà fu
Antonino, Antonino Rodà fu Giuseppe ed Antonio Rodà fu Pietro, zio e nipoti
del Casale di Condofuri, vendono al Magnifico
Marcantonio Mandalari fu Paolo della stessa terra "un pezzo di vigna d'operari tre incirca
con terre scapole, alberata di ficare, pumari, pirari ed altri alberi da
frutto, sita e posta nel Tenimento di detto Casale in Contrada Assodo",
per il prezzo di ducati 38. |
9573 |
3.10.1760 |
Davanti al Luogotente
di Condofuri, Stefano Mandalari,
compaiono Anna ed Antonia Alopudi, le quali "asseriscono e dichiarano esser venuta a loro notizia che si sia fatta
supplica a nome loro a Sua Maestà (Dio guardi) contro del Magnifico Pietro Pizzi,
Giovanni Andrea Rodà e Sabbo Condemi del Casale di Gallicianò per la morte
del fu loro padre Giovanni Alopudi. Ma perchè esse costitute non fecero mai
tal ricorso al suddetto Pietro Pizzi, li fecero le esculpazioni per essere
stato innocentemente imputato del delitto d'omicidio in persona del detto
loro Padre: perciò donano per nullo il ricorso suddetto fatto in loro nome
forse da emoli del detto Pizzi, Rodà e Condemi [...]". Cfr. anche B606 Vol.
3278_1 - Principio Altomonte 1754-1760 - 23.1.1760 |
9583 |
8.11.1760 |
Capitoli matrimoniali
tra Antonina Trapani, figlia di Olimpia Iaria e del fu Salvatore Trapani di
Motta Roghudi, e Mastro Paolo Greco di Alloghorio. Per la sposa compare
la madre Olimpia Iaria,
figlia del fu Vittorio Iaria
e vedova del fu Salvatore Trapani di Motta Roghudi insieme ai figli Domenico
e Vittorio Trapani. Olimpia Iaria era
quindi, molto probabilmente, sorella di Domenica Iaria la quale era madre di
Argenta Pannuti e nonna di Elisabetta Mandalari. |
9601-04 |
13.7.1761 |
Capitoli matrimoniali
tra Vittorio Pannuti,
figlio del fu Geronimo di Motta Roghudi, e Maria Stillitano. Lo sposo è un
fratello di Argenta Pannuti, madre di Elisabetta Mandalari. |
9639 |
12.3.1762 |
Damiano Condemi,
figlio del fu Antonino Condemi della Villa di Condofuri e "fratello ex parte matris" del fu Sacerdote Marcantonio Mandalari,
cede in favore dei fratelli Magnifici Stefano
e Marcantonio Mandalari di Condofuri, "per tanti benefici dalli medesimi ricevuti", l'eredità del
suddetto Sacerdote Marcantonio Mandalari. Il Sacerdote
Marcantonio Mandalari era (presumibilmente) fratello di Paolo Mandalari,
padre di Stefano e Marcantonio Mandalari. Il fatto che Daminano Condemi fosse
"fratello ex parte matris" sembra significare fosse un fratellastro
cioè che i due avessero la madre in comune. |
9646-47 |
23.3.1762 |
Nota dei beni
promessi al Magnifico Pietro Pizzi
del Casale di Gallicianò (fratello di Filippo Pizzi) dalle sorelle Maria e
Giuseppa Catroppi della città di Bova, per il matrimonio con la Signora
Margherita Grillo (cfr. i relativi capitoli matrimoniali, poche pagine dopo). |
9649 |
20.6.1762 |
I fratelli Antonino e
Carmine Mandalari figli del fu Giuseppe della Terra dell'Amendolea vendono al
Magnifico Marcantonio Mandalari fu
Paolo del Casale di Condofuri un pezzetto di vigna in contrada
Calamati per il prezzo di ducati 12. |
9651 |
23.3.1762 |
Capitoli matrimoniali
tra il Magnifico Pietro Pizzi
del Casale di Gallicianò (fratello di Filippo Pizzi) e Margherita Grillo di
Bova (cfr. la nota dei beni concessi in dote alla sposa, poche pagine prima). |
9670 |
19.8.1762 |
Caterinella Mandalari
figlia del fu Antonio Mandalari e moglie di Domenico Modaffari di Condofuri
vende al Magnifico Marcantonio
Mandalari figlio del fu Paolo dello stesso Casale un pezzetto di
vigna in contrada Grutta per il prezzo di ducati 18. Non è nota la
parentela tra venditrice ed acquirente. |
9680 |
18.10.1762 |
Stefano Romeo figlio
del fu Domenico, e Maida Pizzi figlia di Giuseppe e vedova del fu Cesare
Nucera, di Gallicianò, vendono al Magnifico Stefano Mandalari fu Paolo del Casale di Condofuri "una nasida sott'acqua di capacità di
quattronate quattro in circa alberata come si trova sita e posta in contrada
Malgeri tenimento di questo casale" per il prezzo di ducati 10. |
9684 |
19.10.1762 |
Matteo Mandalari fu
Antonio del Casale di Condofuri vende al Magnifico
Marcantonio Mandalari fu Paolo del Casale di Condofuri un pezzo di
vigna di operari tre in circa per il prezzo di ducati 16. |
9693 |
8.11.1762 |
La Magnifica Preziosa
Marino, vedova del fu Geronimo Versaci della Terra di Motta Roghudi vende al Magnifico Pietro Pizzi del
Casale di Gallicianò una sua terra dotale della capacità di tumulate due e
mezza in circa sita e posta nel Tenimento di Gallicianò per il prezzo di
ducati 16 e grana 30. |
9695 |
8.11.1762 |
Il Magnifico Pietro Pizzi
(fratello di Filippo Pizzi) figlio del fu Domenico del Casale di Gallicianò vende al Suddiacono Don
Francesco Andrea Versaci della Terra di Motta Roghudi una casa solariata in
due stanze di pietra e calce posta dentro detta Motta per il prezzo di ducati
97. |
B608 Vol. 3283
Domenico Trapani (1763-1765) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
9328-29 |
2.9.1763 |
Anna ed Atonina
Maccaruni, sorelle, del Casale di Condofuri, vendono al Magnifico Marcantonio Mandalari figlio del fu Paolo dello
stesso casale "un pezzo di terra
di quattronate quattro incirca alberata di rovoli, pirari, ficari ed una
surbara ed un celsarello di serico, sita e posta nel tenimento della Terra di
San Lorenzo in Contrada Spartilli" stimato da Giuseppe Mandalari per
il prezzo di ducati 21. |
9346 |
15.6.1763 |
La Magnifica Domenica Iaria
vedova di Geronimo Pannuti
ed i figli Fonte, Vittorio e chierico Scipione di Motta Roghudi concedono in
enfiteusi un pezzo di vigna con terre scapole ad Antonino Spanò fu Domenico
di Bova per l'annuo censo di carlini 14. |
9362 |
10.8.1764 |
Rocco Mafrici figlio
del fu Carlo del Casale di Condofuri vende al Magnifico Marcantonio Mandalari dello stesso Casale "una casa terranea di terra e porzione di
calce coperta ed abitabile sita e posta dentro questo Casale" per il
prezzo di ducati 21. |
9366 |
1.9.1763 |
Giuseppe Oliveri
figlio del fu Giuseppe del Casale di Condofuri vende al Magnifico Marcantonio Mandalari dello stesso Casale
"una sua porzione di terre della capacità di tumulata una in circa
d'orzo ed olivare" nella contrada Macroleo per il prezzo di ducati 15. |
9373 |
9.11.1763 |
Grazia, Francesca e
Domenica Logarà figlie del fu Antonino vendono al Magnifico Marcantonio Mandalari fu Paolo del Casale di
Condofuri "un pezzo di terra di capacità di tumulate quattro in circa
alberata come si trova" per il prezzo di ducati 22. |
9384-85 |
9.8.1764 |
Francesco Rodà figlio
del fu Battista del Casale di Condofuri vende al Magnifico Stefano Mandalari dello stesso Casale "un pezzetto di orto alberato con due piedi
di noccioli ed altr'alberi da frutto di capacità di quattronata una e
mundellate due d'orzo sito e posto nel convicinio di detto Casale". |
9410 |
21.12.1764 |
Bruna Manti fu Cola
del Casale di Condofuri vende al Magnifico
Marcantonio Mandalari dello stesso Casale "una casa terranea di terra coperta ed abitabile posta dentro questo
casale" confinante tra gli altri con il Magnifico Stefano Mandalari
per il prezzo di ducati 12 e grana 90. |
9432-35 |
11.8.1764 |
Testamento di Olimpia Iaria, vedova del fu
Salvatore Trapani di Motta Roghudi. Un altro atto (B608 Vol. 3282 Domenico
Trapani, 8.11.1760, immagine 9583) ci dice che questa stessa Olimpia era
figlia di Vittorio Iaria e perciò si tratta evidentemente di una sorella di
Domenica Iaria (figlia di Vittorio Iaria, moglie di Geronimo Pannuti e madre
di Argenta Pannuti). Citati i figli maschi
Domenico e Vittorio, eredi universali, e le figlie Geronima, Domenica e
Caterinella Trapani. |
9440 |
11.3.1764 |
Caterina Libri fu
Battista di Motta Roghudi vende al chierico
Scipione Pannuti figlio del fu
Geronimo Pannuti (fratello
di Argenta) di Motta Roghudi una porzione di terra alberata d'olivare e viti
in Contrada Pelleri per il prezzo di ducati 11. |
9447 |
12.2.1764 |
Domenico e Rocco
Stillitano, fratelli, figli del fu Antonino di Motta Roghidi vendono al chierico Scipione Pannuti
figlio del fu Geronimo Pannuti
(fratello di Argenta) tre porzioni di olivare (le loro due più una terza del
fratello Giovanni Stillitano, assente) in contrada Pelleri per il prezzo di
ducati 9 e grana 60. |
9453-54 |
2.1.1764 |
Caterina Libri,
moglie di Giovanni Lorenzo Maisano di Motta Roghudi vende al chierico Scipione Pannuti
figlio del fu Geronimo Pannuti
(fratello di Argenta) tre piedi di olive in Contrada Pelleri per il prezzo di
ducati 5 e grana 20. |
9499-500 |
9.1.1765 |
Antonina Libri,
moglie di Anastasio Maisano di Motta Roghudi vende al chierico Scipione Pannuti figlio del fu
Geronimo Pannuti (fratello
di Argenta) un pezzetto di vigna di operari 4 in circa alberata come si
trova, sita e posta in questo tenimento, in Contrada Cutifiglia per il prezzo
di ducati 17. |
B608 Vol. 3284
Domenico Trapani (1766-1769) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
0022 |
4.11.1766 |
Marcantonio Mandalari, marito ed
amministratore della Magnifica Argenta Pannuti, dichiara essere stato
pienamente soddisfatto de' beni a lui promessi in dote dalli Magnifici Girolamo Pannuti e Domenica Iaria della Motta
Roghudi ed averli ricevuti nella maniera descritti e contenuti nei Capitoli
Matrimoniali stipulati dal R.do Sacerdote Don Angelo Zavetteri allora Economo
di detta Motta. Testimone dell'atto è
il sacerdote Giuseppe Mandalari (probabilmente cugino di Marcantonio
Mandalari, figlio cioè di suo zio Pietro) |
0032 |
20.1.1766 |
Andrea Arcidiaco viene citato come
confinante di una casa in vendita situata nel casale di Roccaforte. |
0040-41 |
13.1.1766 |
Andrea Arcidiaco fu Francesco di Roccaforte del Greco
da più anni abitante a San Pantaleone, vendita di una terra avuta in eredità
da sua madre (Maria Spanò). |
0125 e 126 |
4.1.1768 |
Il Magnifico Stefano Mandalari
del Casale di Condofuri ed il Magnifico
Marcantonio Mandalari dello stesso Casale dichiarano, in due atti uno
successivo all'altro, la nullità di due vendite da parte di Gaetano Asprea
del Casale di Bagaladi. |
0127 |
20.3.1768 |
La Magnifica Beatrice Nucera fu Giuseppe
di Gallicianò compare insieme ad altri membri della famiglia Nucera in merito
alla scelta del nuovo beneficiario del Semplice Beneficio dell'Immacolata
Concezione e San Giuseppe eretto dentro la chiesa madre nel Casale di
Gallicianò e fondato dal suo antenato Fabio Nucera (cfr. B949 Vol. 4385l -
Domenico Cotroneo). |
0153-54 |
21.9.1768 |
Anastasio Maisano ed
Antonia Libri, marito e moglie di Motta Roghudi, vendono al Reverendo Sacerdote Don Scipione
Trapani di Motta Roghudi un pezzetto di vigna alberata di castagne ed
altri alberi da frutto nel Tenimento della Motta, per il prezzo di ducati 19. |
0183-84 |
19.1.1769 |
Testamento di Porzia Anghelone di Bagaladi,
figlia del fu Domenico Anghelone,
vedova di Giuseppe Marra.
Citata la nuora Giuseppa Pontari,
moglie del fu Paolo Marra,
figlio della testatrice, la figlia Nunziata Marra moglie di Diego Zumbo, e la
nipote Maria Germolé figlia della fu Anna Marra, figlia della testatrice. Citato inoltre il
fratello Reverendo Don Diego Anghelone. |
0188-190 |
29.12.1769 |
Capitoli matrimoniali
tra Elisabetta Mandalari,
figlia di Marcantonio Mandalari
ed Argenta Pannuti di
Condofuri, e Filippo Bruno Pizzi
del Casale di Gallicianò. I genitori della
sposa promettono in dote alla figlia la somma di 1000 ducati in beni mobili
ed immobili, valore che lo stesso giorno verrà ridotto a 800 ducati (vedi
atto seguente). |
0191 |
29.12.1769 |
Riguardo i capitoli
matrimoniali di cui all'atto precedente, il futuro sposo Filippo Bruno Pizzi dichiara che i 1000 ducati furono
promessi dai genitori della sposa solo "ad pompam". Lo stesso Filippo dichiara quindi di
accontentarsi di ducati 800. |
0223 |
2.1.1768 |
Vari membri della
famiglia Nucera, discendenti del fu Fabio Nucera, compaiono in merito alla
scelta del prossimo beneficiario del Semplice Beneficio dell'Immacolata
Concezione e San Giuseppe eretto dentro la chiesa madre nel Casale di Gallicianò
(cfr. B949 Vol. 4385l - Domenico Cotroneo). Si tratta di parenti
diretti di Beatrice Nucera
figlia di fu Giuseppe Nucera della Terra dell'Amendolea, moglie di Domenico
Pizzi di Gallicianò e madre di Filippo Bruno Pizzi. |
B608 Vol. 3285 Domenico Trapani (1770-1772) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
9720-23 |
23.4.1770 |
Revisione dei
capitoli matrimoniali tra Elisabetta
Mandalari del Casale di Condofuri e Filippo Bruno Pizzi del Casale di Gallicianò. L'atto è
posteriore all'annullamento dei capitoli matrimoniali effettuato il 10
gennaio 1770 (atto rilegato più avanti in questo stesso volume) e riprende il
valore della dote di 800 ducati dichiarato il 29 dicembre 1769 (cfr. B608
Vol. 3284). |
9728-29 |
1770 |
Nota dei beni mobili
e stabili che promette la Magnifica Anna Perino, vedova del fu Antonino Mandalari, alla
Magnifica Donna Bruna Mandalari,
sua figlia, e per essa al Magnifico Domenico Anghelone futuro sposo. |
9733-35 |
8.2.1770 |
Capitoli matrimoniali
tra Rosalia Pizzi (in altri
atti detta Trusula o Trusulina), figlia di Beatrice Nucera del Casale di Gallicianò, e Marco Romeo
figlio di Stefano del suddetto Casale di Gallicianò. Per la sposa compaiono
la madre Beatrice Nucera ed
i fratelli Pietro, Antonio e Filippo Pizzi. |
9739-42 |
10.1.1770 |
Annullamento dei capitoli
matrimoniali tra Elisabetta
Mandalari e Filippo Pizzi.
Non vengono date spiegazioni sul motivo per il quale i capitoli matrimoniali
furono annullati, ma tre mesi dopo, il 23 aprile, le parti si incontrano per
accordarsi nuovamente. |
9757-58 |
6.8.1772 |
Domenico e Francesco
Marino del Casale di Condofuri vendono al Magnifico Marcantonio Mandalari dello stesso Casale una
vigna di operari otto incirca in Contrada Calamati per il prezzo di ducati
30. |
9768 |
1762 |
Nota dei beni mobili
e stabili che promettono Silvestro Pitasi e Potenziana Squillaci alla loro
figlia Olimpia Pitasi, futura sposa del Casale di Condofuri, e per essa a
Marco Iaria di Giuseppe di Roccaforte futuro sposo. Tra i beni vi è una
terra in Contrada Pluppo limitante i beni degli eredi del fu Marcantonio Mandalari (che
evidentemente non è il padre di Elisabetta Mandalari, morto nel 1790, ma si
tratta probabilmente del fratello di suo nonno Paolo). |
9772 |
4.10.1772 |
Domenica Rodà, vedova
del fu Domenico Pangallo del Casale di Condofuri vende al Magnifico Stefano Mandalari
dello stesso Casale una sua casa diruta posta dentro lo stesso casale per il
prezzo di ducati 11. Tra i testimoni
firmatari vi è Filippo Bruno Pizzi. |
9813 |
6.5.1772 |
Caterina Mandalari,
legittima moglie di Giuseppe Floccari (alias Scursi) del Casale di Condofuri
vende al Magnifico Marcantonio
Mandalari una vigna di operari 10 alberata di ficare, perare,
ficandiare, ed altri alberi da frutto sita nello stesso Casale in Contrada
Erutta per il prezzo di ducati 57. |
9815 |
11.4.1772 |
Capitoli matrimoniali
tra Dianora Rodà, figlia della Magnifica
Elisabetta Pizzi e del fu Giovanni Andrea Rodà del Casale di
Gallicianò, e Giovanni Trapani di Domenico dello stesso Casale. Elisabetta Pizzi era
una delle sorelle di Filippo Bruno Pizzi di Condofuri. |
9819-20 |
7.9.1772 |
Donazione effettuata
da Antonino Iaria fu Vittorio
di Motta Roghudi, marito di Domenica Scordo, a Marc'Antonio Mandalari ed Argenta Pannuti, suoi nipoti ex
parte sororis del Casale di Condofuri. Questo significa che
la madre di Argenta Pannuti (che sappiamo essere Domenica Iaria) era una sorella di Antonino Iaria. Questo
ci dice che il padre di Domenica Iaria si chiamava Vittorio Iaria. L'atto non viene
firmato da Antonino Iaria che appone solo il "segno di croce"
perchè egli dichiara di "non poter
scrivere per la vecchiaja". La donazione riguarda
"un pezzo d'orto beveraticcio
alberato di nucara ed altr'alberi da frutto ed un pezzo di vigna attaccata
col medesimo alberata di ficare e celsi due di serico tali quali li
pervennero per eredità paterna, siti e posti in detto luogo Ghorio, seu
Lappuro". |
9847 |
12.5.1772 |
Divisione dei beni
tra Stefano e Marcantonio Mandalari fu Paolo
del Casale di Condofuri. Citato il fratello (morto) Andrea Mandalari. I due comparenti dichiarano inoltre: "come
dopo la morte del fu Paulo loro comun Padre, essendo vissuti per alcuni anni
in comune insieme col fu comune fratello D. Andrea, e dopo la morte del
medesimo fu D. Andrea avendo detta società e vita comune ancora proseguito
per altri più anni insorsero fra di loro alcune controversie per sopire le
quali colla cooperazione di comuni amici devennero ad una amichevole
composizione seu divisione di tutta l'eredità di detti furono Paulo e D.
Andrea degli acquisti fatti dai medesimi costituti in tempo della vita
comune". |
9857-58 |
6.5.1772 |
La Signora Donna Elisabetta Mandalari del
Casale di Condofuri, moglie del dottor
Filippo Pizzi, figlia dei Magnifici Marcantonio Mandalari ed Argenta Pannuti, vende al Magnifico Vittorio Pannuti di Motta Roghudi (probabilmente suo zio)
una terra in Contrada Ghorio avuta in dote dai genitori. |
9861 |
25.8.1772 |
Il Magnifico Bruno
Gurnari di Condofuri, insieme ai figli Domenico ed Antonio Maria, vendono a Marcantonio Mandalari dello
stesso Casale, una vigna di quattronate quattro di terre scapole e alberata
di olivare, perare, rovoli, ficandiare ed altri alberi da frutto sita e posta
nel Tenimento di San Lorenzo in Contrada Canna per il prezzo di ducati 46. I
venditori dichiarano di aver a suo tempo acquistato questa stessa vigna da Maria Mandalari (sorella di
Marcantonio?) il 19.9.1750 (notaio Merigliano). |
B608 Vol. 3286
Domenico Trapani (1773-1777) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
9944 |
2.10.1770 |
La Signora Donna Dorotea Crispino di
Tropea legittima moglie di Giuseppe
Mandalari affitta per cinque anni ai Magnifici Pasquale Mandalari e Domenica Anghelone, marito
e moglie di Bagaladi, le seguenti proprietà per la somma di ducati 20 annui: - un giardino in
Contrada Asembula (?) - un giardino in
Contrada Riacadi (?) - un altro pezzetto
di stabile in Contrada Pristeo |
9957 |
1.5.1775 |
Capitoli matrimoniali
tra la Signora Antonia Pizzi
del Casale di Gallicianò e Fabio Amodei della Terra dell'Ammendolea. Per la
sposa compaiono i fratelli Dr. Don
Filippo, Antonio e Pietro Pizzi del Casale di Gallicianò. Citata la sorella
Trusula Pizzi moglie di Marco Romeo. |
9961 |
1.5.1775 |
Il Signor Fabio
Amodei della Città di Bova, abitante nella Terra dell'Amendolea, asserisce e
dichiara "come per l'amore e
benevolenza che sempre ha portato e tuttavia dice portare alla Signora Antonia Pizzi assente,
per la quale io notaio presente, e havendo contratto legittimo e solenne
matrimonio con la medesima e per altri motivi alla sua mente moventino, e
perchè non ha altr'eredi, solo li figli [che] possono nascere da detto
matrimonio, ha risoluto farli donazione irrevocabiliter inter vivos sopra
tutti ed integri li beni mobili e stabili [che] possiede, ed avvisar vuole
col patto che durante la sua vita fosse vero usufruttuario senza poterli
vendere, alienare o lasciare ad altri ma che in sua morte tutti passino in
vero dominio della suddetta di Pizzi e figli nascituri da detto matrimonio, e
non havendo figli in morte di detta Signora Antonia passassero in pieno
dominio delli fratelli e loro figli della detta Antonia, senza nulla
pretendere e nulla poter lasciare a' suoi congiunti detto d'Amodei ma
solamente potesse disponere li docati venticinque siccome si descrive alli
capitoli matrimoniali". |
9962-63 |
Senza data |
L'atto è
evidentemente rilegato erroneamente insieme ai capitoli matrimoniali di
Antonia Pizzi e Fabio Amodei ma si riferisce ai capitoli matrimoniali tra Elisabetta Mandalari e Filippo Pizzi ed è quindi di
qualche anno più vecchio (1770 circa). Compare Antonio Pizzi come procuratore
dello sposo. |
9971 |
30.8.1775 |
Vittorio Pannuti ed il Reverendo Don Scipione Pannuti,
fratelli di Motta Roghudi, figli del fu Geronimo
Pannuti, vendono al Signor Abate Giovanni Andrea Nesci di Bova due
mundellate di terra in circa con castagnare ed una pirara nel Tenimento
d'Africo per il prezzo di ducati 17 e grana 5. |
9984 |
11.4.1776 |
Caterina Condemi,
vedova del fu Giuseppe Oliveri, e suo figlio Domenico del Casale di Condofuri
vendono al Signor Dottor Filippo
Bruno Pizzi dello stesso casale una vigna di operari sei circa sita
in Condofuri in Contrada Calammati, limitante tra gli altri il Magnifico Marcantonio Mandalari,
per il prezzo di ducati 16. |
9992-93 |
15.6.1774 |
Angelica Mammì vedova
del fu Giuseppe Archidiaco
del casale di Condofuri ratifica a Domenica Mandalari figlia del fu Giovanni
dello stesso casale la vendita di una casa terranea di terra sita e posta
nello stesso casale. La suddetta Angelica Mammì dichiara infatti che prima di
morire suo marito aveva venduto quella casa senza alcuna scrittura per il
prezzo di ducati 19 e grana 70. |
9994 |
22.4.1776 |
Dichiarazione del
Clerico Novizio Diego Rodà che cita i suoi zii Dr. Don Filippo, Pietro ed Antonio Pizzi, fratelli, che lo
nominarono "Abbate seu Cappellano
del Beneficio fondato dal fu loro padre Magnifico Domenico Pizzi del Casale
di Gallicianò sotto il titolo di S. Maria del Carmine eretto l'altare dentro
la chiesa madre sotto il titolo di S. Gio. Batta". Nell'atto
successivo (immagine 9995-96, 12.3.1776) si leggono i nomi dei genitori di
Diego Rodà: Giovanni Andrea Rodà ed Elisabetta
Pizzi, sorella di Filippo, Pietro ed Antonio Pizzi. |
BUSTA
615
Notaio Andrea Minniti di Roghudi (1739)
Notaio Saverio Mandalari di San Lorenzo (1771)
Notaio Filippo Visalli di San Lorenzo (1802-1804)
Notaio Gian Battista Foti di Palizzi (1833)
B615 Vol. 3312 - Notaio Andrea Minniti (1739) - NESSUN
ATTO |
B615 Vol. 3313 Notaio Filippo Visalli (1802-1804) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
3365 |
27.7.1802 |
Lorenzo Arcidiaco fu Costantino della Terra di San
Lorenzo viene incaricato dagli attuali sindaci Dottor Fisico Don Bartolomeo
Cordova e Don Carlo Altomonte di esigere la tassa sul sale nella somma di
tumuli cento trenta di sale di mare. |
B615 Vol. 3321 - Notaio Gian Battista Foti (1833) -
NESSUN ATTO |
B615 Vol. 3323 Notaio Saverio Mandalari (1771) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
3315 |
1760 |
Il Magnifico Paolino Pangallo
della Terra di Pentidattilo dichiara "come molti anni addietro gli furon concessi a censo enfiteutico dalla
fu Ecc. Magnifica Duchessa posseditrice di detto stato di Pentidattilo
quattronate dieci circa di terre, oltre un altro pezzetto di terra contigua
nella contrada Cardi [...] per l'annuo censo di ducati cinque e grana 60 in
virtù d'instrumento stipulato per gl'atti dell'Ill. Egreggio Notaio Francesco
Cilea di Pentidattilo al quale [si fa riferimento] in dove detto Magnifico di
Pangallo vi piantò d'ottantasei piedi di gelsarelli di serico, ficare, fece
delle marere ed edificò una cansuncola di pietra e terra, e perchè s'ave
ritirato nella città di Messina, da dove non poteva far dare quella coltura,
che si richiedeva, di modo che
s'andavano deteriorando perciò s'è risoltuto [...] vendere tal
beneficio [...]". Il Magnifico Paolino
Pangallo rinuncia al beneficio e lo cede alla Corte Marchesale, e per essa al
Magnifico Erario Don Pietro Catanoso, per la somma di ducati 100. |
BUSTA 938
Notaio Filippo
Visalli di San Lorenzo (1821-1823)
B938 Vol. 4352 - Filippo Visalli (1821) - NESSUN ATTO |
B938 Vol. 4353 - Filippo Visalli (1822) - NESSUN ATTO |
B938 Vol. 4354 - Filippo Visalli (1823) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
4194 |
3.3.1823 |
Capitoli matrimoniali
tra Concetto Arcidiaco,
figlio di Lorenzo e Antonina Mandica, e Maria Iacopino, figlia di Giacomo
Iacopino e di Angela Familiari. La dote concessa dai genitori della sposa
ammonta a ducati 186. Il padre dello sposo,
Lorenzo Arcidiaco, dona
inoltre al figlio tutta la sua quota disponibile consistente nella metà dei
propri beni, ed il fratello maggiore Antonio (fratellastro perché figlio di
Lorenzo Arcidiaco e Vittoria Vazzani) gli dona una casa solariata. La sposa, Maria
Iacopino, morirà senza eredi e con atto del 1° novembre 1845 (B943 Vol. 4376)
Concetto Arcidiaco restiuirà alla vedova Angela Familiari ed ai suoi figli
superstiti i fondi, mobili, e contante che a suo tempo aveva ricevuto. |
4358 |
21.10.1823 |
Giovanni Arcidiaco, vaticale, figlio di
Lorenzo (ed Antonina Mandica) acquista da Leonardo Iacopino figlio del fu
Giacomo un fondo con vigna sito in contrada Moradia dell’estensione di due
tomolate per il prezzo di ducati 20. |
BUSTA 939
Notaio Filippo
Visalli di San Lorenzo (1824-1828)
B939 Vol. 4355 - Filippo Visalli (1824) - NESSUN ATTO |
B939 Vol. 4356 - Filippo Visalli (1825) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
5764 |
11.6.1825 |
Capitoli matrimoniali
tra Giovanna Mandalari
figlia di Don Antonio Maria Mandalari del fu Don Saverio, e Don Francesco
Balsamo figlio del Antonio, telegrafista, domiciliato in Joppolo (VV). Come
procuratore dello sposo compare Andrea Mandalari, fratello della sposa. La dote concessa alla
sposa consiste in ducati 400. |
5775 |
15.8.1825 |
Francesco Antonio
Zuccalà dichiara che anni fa vendette a Lorenzo
Arcidiaco fu Costantino, proprietario, domiciliato nel Comune di San
Lorenzo, una sua casa solariata posta nel luogo “vicino la piazza” registrata
nel catasto provvisorio di San Lorenzo col numero 932. La vendita fu fatta
per la somma di ducati 50. La dichiarazione
viene fatta a mo’ di quietanza. |
B939 Vol. 4357 - Filippo Visalli (1826) - NESSUN ATTO |
B939 Vol. 4358 - Filippo Visalli (1827) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
6085 |
5.9.1827 |
Donna Ignazia Pizzi, vedova del Barone
Don Francesco Repaci di Messina (figlia di Don Filippo Pizzi e di Donna
Elisabetta Mandalari), vende una casa solariata avuta in eredità alla morte
di suo padre Don Filippo a Condofiuri. |
6078 |
24.8.1827 |
Leonardo Iacopino di
San Lorenzo dichiara che nel 1823 vendette per venti ducati a Giovanni Arcidiaco di San
Lorenzo, proprietario, un fondo in contrada Maradia con il “patto di
ricompra”. Secondo tale patto Leonardo Iacopino avrebbe potuto riacquistare
il fondo entro due anni. In caso contrario, allo scadere di questo tempo,
Giovanni Arcidiaco si impegnava a versare a Leonardo Iacopino l’importo tale
da coprire il valore complessivo del fondo. Oggi, essendo passati
cinque anni, e non avendo Leonardo Iacopino esercitato tale diritto , a seguito di perizia sul valore
del fondo, Giovanni Arcidiaco versa altri ducati 39 a Leonardo Iacopino che
rinuncia definitivamente al fondo. |
B939 Vol. 4359 - Filippo Visalli (1828) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
6231 |
11.3.1828 |
Compaiono Lorenzo Arcidiaco figlio del fu
Costantino e suo figlio Antonio
Arcidiaco, entrambi proprietari ed entrambi domiciliati a San Lorenzo
da una parte. E Concesso Arcidiaco
figlio di Lorenzo, vaticale, domiciliato in San Lorenzo, fratellastro di Antonio. “Dichiara il Concesso, qual figlio e fratello
rispettivamente delli sopra costituti, che volendo trarre profitto ed utile
dalle donazioni rispettivamente fattegli in virtù ed in occasione degl’atti
matrimoniali solennizzati nel giorno tre marzo dell’anno mille ottocento
ventitré, per Notaro suddetto ed infrascritto Don Filippo Visalli- e legalmente registrato nel giorno cinque
stesso marzo in Reggio al numero primo, volume quarantuno, foglio trentadue
verso, numero progressivo mille ottocento quarantasette, casella sesta,
pagati grani ottanta al ricevitore Donn’Antonio Mastellone – e benanche in
detti atti matrimoniali si osserva l’accetazione, pure volendo soprabbondare
in cautelandosi, essendo oggi al di là dell’età maggiore, espressamente
dichiara come ha dichiarato di volerle formalmente accettare sul piede e
sotto le condizioni che si trovano colà dichiarate. Ed essendo gli espressati
donanti nella compresenza di me notaio testimoni infrascritti e donatario, ne
hanno avuto tutta la scienza legale all’oggetto […]” |
6395 |
2.11.1828 |
Lorenzo Arcidiaco del fu Costantino proprietario
domiciliato in San Lorenzo “oggi in
questo San Pantaleone sotto comune di esso San Lorenzo di passaggio”
vende per la somma di cento ducati a Donn’Annunziato Foti figlio del fu
Lorenzo, parroco, un suo fondo con vigna sito nella contrada Pantano o sia
Camino […] “pervenuto ad esso venditore Arcidiaco per antica compra verbale,
fatta molto prima della Legge del Registro”. |
6402 |
3.11.1828 |
Concesso Arcidiaco figlio di Lorenzo, vaticale e
proprietario, domiciliato in questo comune, vende ai coniugi Marianna Mesiano
ed Antonino Nucera un fondo di vigne nella contrada Fossa di Gatto per il
prezzo di ducati 40. |
BUSTA 940
Notaio Filippo
Visalli di San Lorenzo (1829-1832)
B940 Vol. 4360 - Filippo Visalli (1829) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
6519 |
8.9.1829 |
Giovanni Arcidiaco figlio di Lorenzo (ed Antonina
Mandica) acquista dal signor Fortunato Catanoso di San Lorenzo, residente
nella frazione Casselli, una sua casa solariata sita nel luogo “vicino la
piazza” che confina da oriente e montagna colle pubbliche strade, da
mezzogiorno con altra casa di esso venditore e da occidente colla casa del
compratore Arcidiaco, per il prezzo di ducati 61 e grana 60. |
B940 Vol. 4361 - Filippo Visalli (1830) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
6454 |
19.8.1830 |
Concesso Arcidiaco figlio del fu Lorenzo (e di Antonina
Mandica), proprietario domiciliato in San Lorenzo, acquista da Rosario Foti,
proprietario domiciliato a San Pantaleone, un fondo con vigne in contrada
Pugadaci per il prezzo di ducati 60. |
B940 Vol. 4362 - Filippo Visalli (1831) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
6471 |
15.4.1831 |
Candelora
Arcidiaco, figlia del fu Lorenzo (e di Antonina
Mandica), vedova del fu Pietro Pizzi compare davanti al notaio insieme al
figlio Lorenzo Pizzi e vende a Giuseppe Zumbo fu Giovanni di San Lorenzo una
casa “solariata” sita in San Lorenzo per la somma di ducati 40. Inoltre
“per maggiormente garantire la vendita
presente, il valore ricevuto in ducati quaranta, la Candelora Arcidiaco
venditrice specialmente ippoteca un fondo iito in questo territorio a favore
del compratore Zumbo nella contrada Scufadi”. |
6476 |
17.10.1831 |
Giovanni Arcidiaco
figlio del fu Lorenzo (e di Antonina Mandica), vaticale, e
Francesco Iannì figlio del fu Candiloro, macellaio, entrambi domiciliati nel
Comune di San Lorenzo, affittano due fondi di proprietà del signor Cavaliere
Don Fabio De Blasio di Reggio (per il quale compare il genero procuratore
Signor Antonino Mandica figlio del Signor Ignazio Mandica di Reggio). Tali
fondi si trovano nel territorio di San Lorenzo, uno in contrada La Croce e
l’altra in contrada Fossa di Gatto ossia Portelle. L’affitto
è concesso per la durata di quattro anni continui che termineranno il 15
ottobre 1835. Il costo dell’affitto è di 50 ducati annui, per un totale di
200 ducati. |
6481 |
13.10.1831 |
Testamento
del signor Don Fortunato Coratola,
figlio del fu Don Bruno Andrea
(e della fu Giovanna Alati), proprietario, domiciliato nel Comune di Melito. Il
testatore istituisce come eredi universali e particolari i due figli Don
Domenico Antonio Curatola e Don Antonino nati in costanza di matrimonio della
fu Donna Giuseppa Vernagallo. Inoltre
lascia all’altro figlio naturale, Antonio Curatola, nato da Anna Costantinio,
in fondo denominato Fossa di Palombo dell’estensione di quattro tomolate
circa, volendo che gli altri due eredi diano allo stesso altre quattro
tomolate del comprensorio di terra della Contrada Spilingari ed anche la
barca di sua proprietà con tutti “gli ordigni”. Specifica
inoltre che il detto figlio naturale è già stato legalmente riconosciuto e a
sua madre Anna Costantino lascia la somma di ducati trenta da pagarsi una
volta sola e poi ducati 10 da pagare ogni anno a partire dalla sua morte. Lascia
inotlre all’attuale sua serva Caterina Malacrinò la somma di ducati 6 una
tantum e altri ducati 10 a sua sorella Donna Maria Curatola. |
B940 Vol. 4363 - Filippo Visalli (1832) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
6499 |
15.8.1832 |
Testamento di Don Bruno Mandalari figlio del fu Stefano Mandalari di
Condofuri, dottor fisico. Il testatore istituisce come eredi
universali i cinque nipoti Don Stefano, Don Domenico, Don Michele Mandalari
figli del fu Don Andrea, suo fratello, e Don Stefano e Don Domenico Mandalari
figli dell’altro fratello Don Antonino, dichiarando di dividere in cinque
parti uguali la sua eredità. Inoltre lascia alla serva Giovanna
Gatto la somma di ducati 60 insieme al letto in cui dorme e ai mobili a lei
destinati. Seguono vari altri dettagli sui beni
da lasciare a questo o a quel nipote. |
BUSTA 941
Notaio Filippo
Visalli di San Lorenzo (1833-1835)
B941 Vol. 4364 - Filippo Visalli (1833) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
6538 |
16.4.1833 |
Divisione
dell’eredità dei furono Giuseppe Cilea (1752 circa – 1820) e Imara Caracciolo (1762 circa –
1818, quest’ultima figlia di Domenico Antonio Caracciolo e Nunziata Pangallo)
di Penditattilo. Compaiono i quattro
legittimi eredi Don Francesco Cilea, Donna Maria Saveria, Donna Antonia e
Suor Anna Maria – al secolo Donna Annunziata – tutti dimoranti in Melito
eccetto Donna Antonia e Suor Anna Maria le quali sono domiciliate a
Pentidattilo. Compare anche Don
Francesco Tropea, figlio del fu Don Tommaso Tropea, marito di Donna Maria
Saveria Cilea (sono i genitori di Luisa Tropea, che l’anno successivo sposerà
Filippo Mandalari). I comparenti
dichiarano che “dietro la morte, non
solo delli furono loro genitori signori Don Giuseppe Cilea e Donna Imara
Caracciolo, quanto del fu loro zio paterno signor Donn’Antonino Cilea,
tennero sempre in comune ed indivisa l’intiera eredità, e come importa ad
ognuno la conservazione de’ propri diritti, per poter liberamente godere e
disporre della propria porzione ed attendere particolarmente alla coltura de’
fondi che possono spettarli, così in virtù dell’atto presente, amichevolmente
divennero alla divisione delle sopraccennate eredità, avendo stabilite fra
loro quattro porzioni, non solo de’ fondi rustici quanto delle fabbriche ed
altro che le appartenevano”. Segue la descrizione
delle quattro parti di eredità spettanti ai quattro eredi. |
6556 |
21.8.1833 |
Inventario dei beni
del fu Don Antonio Maria Mandalari
(1760-1833) deceduto a Melito il 1° febbraio dello stesso anno. Compaiono la vedova
Donna Gaetana Pizzi, i figli maggiorenni Don Andrea, Don Filippo, Donna
Vincenza e le due figlie minorenni Donna Marianna e Donna Faustina Mandalari. L’atto recita: “Il giorno ventuno agosto mille
ottocento trentatré in Melito, alle ore quindici, regnando Ferdinando
Secondo, per la grazia di Dio, Re del Regno delle due Sicilie, di
Gerusalemme, Duca di Parma, Piacenza, Castro, Gran Principe Ereditario di
Toscana. A richiesta della
Signora Donna Gaetana Pizzi del fu Don Filippo, vedova del fu Don Antonio
Mandalari, tutrice de’ dei lei figlie minori Donna Faustina e Donna Marianna
Mandalari del fu Don Antonio, la prima dell’età di anni diecinove e l’altra
di anni dieci sette, ed a richiesta similmente delli Signori Don Andrea, Don
Filippo e Donna Vincenza Mandalari figli del cennato fu Signor Don Antonio e
della profata Signora Donna Gaetana, proprietari tutti domiciliati in questo
Comune di Melito, da noi Notaio e Testimoni ben cogniti. Io Notar Filippo
Visalli del fu Francesco, residente nel Comune di San Lorenzo, insieme coi
sottoscritti testimoni noti ed idonei al voto delle leggi, mi son conferito
nella casa ove abitava il defunto Signor Don Antonio Maria Mandalari, situata
dentro questo Comune suaccennato di Melito nel luogo vicino la Chiesa
Parrocchiale, per procedere alla confezione dell’inventario de’ mobili, titoli,
carte, ed ogni altro oggetto appartenente al sufferito defunto; […] Dopo di aver
ricevuto a mia richiesta la dichiarazione delli sopracitati signori Pizzi e
Mandalari che sigilli non sono stati apposti, in presenza delle nominate
persone si è proceduto alla confezione dell’inventario suddetto nel modo
seguente. In primo luogo in
una stanza a pian terreno, che serve per uso di sala, e che ha l’ingresso
dalla porta per parte della chiesa, vi abbiam trovato un telaio di legno
faggio, apprezzato grani ottanta, un tavolino di noce apprezzato un docato. Nelle seconda
stanza in continuazione ed a man sinistra della entrata della sala, anche a
pian terreno, ed avente lume da una finestra per parte di occidente, vi
abbiam trovato un tavolino [di] legno di noce apprezzato carlini dodici. Una
libreria di tavole [di] zappino apprezzata grani trenta; una libreria di
tavole [di] zappino apprezzata grani trenta; nella stessa esistono diversi
volumi di libri legali al numero di cinquanta, compresi parecchi volumi morali.
Li primi sono dell’autore Riccio, e Calo Antonio De’ Rosa, Cavallini,
Cassetti, Moro, Scoppa e Mazzocchi, e li morali sono dell’autori Morisani,
Polou e Borghese, e diversi altri apprezzati per docati dodici. Una cassa di legno
[di] zappino apprezzata grani cinquanta. Apertasi la stessa si trovarono
alcune lettere insignificanti di diversi amici dell’estinto, senza che vi
fossero carte d’interesse, per cui si giudicarono inutili a descriversi.
Un’altra cassa di pioppo, apprezzata grani cinquanta, in seno alla stessa vi
abbiam trovato un soprabito di piloncino blu, apprezzato docati tre. Due
cappelli di pelo negro, apprezzati docati due e grana quaranta. Due paja di
calzoni di talpa negra apprezzati carlini quattordici. Una giacca di doch
grigio e due gillet di seta l’uno, e l’altro d’imbottita, apprezzati carlini
dodici. Un letto composto di tavole numero tre e scanni di tavole con due
materazzini pieni di lana, apprezzato in tutto ducati quattro e grana
sessanta. Nella tarza stanza
in continuazione della sala ed in linea retta dall’antrata della porta, che
ha lume da una finestra per parte di oriente, vi abbiamo trovato tre casse di
legno [di] pioppo l’una e l’altre due [di] castagno, apprezzata la prima
grandi quaranta e l’altre due grani cinquanta. Tutte e tre si trovarono
vuote. Una boffetta di
pioppo, per uso di mangiare, apprezzata grana trenta. Una madia di legno di
castagna apprezzata grana quaranta. Uno specchio apprezzato carlini venti. Un
letto grande a due piazze composto di un marasso grande pieno di lana ed un
pagliericcio colli corrispondenti tavole e scanni anche di tavola, apprezzato
in unum per docati cinque e mezzo. Una cassa di legno [di] zappino apprezzata
grani ottanta, la stessa si è trovata vuota. Una caldara di
rame, una casseruola, ed una padella anche di rame, apprezzate carlini
trentadue. Finalmente un’altra
cassa di abete apprezzata carlini cinque. Apertasi la stessa vi trovammo una
manta di lana bianca apprezzata carlini quindici, due paja di lenzuoli di
tela, apprezzati docati tre; quattro camicie da uomo apprezzate carlini
ventiquattro. E finalmente per
non esservi altro da inventariare né altri oggetti da descrivere, perché
tutto perfezionato, li sopracostituti signori Pizzi e Mandalari richiedenti,
han dichiarano che appartengono alla presente eredità in pieno diritto, due
scrufe che si tengono ad uso di metà da Paola Borruto di Chorio, sotto comune
di San Lorenzo. Han dichiarato del
pari che nella eredità sopra cennata , gravitano docati mille e cinquecento
per altrettanti che la Signora Donna Gaetana portò in dote al Defunto Signor
Don Antonio Maria come dalle sue tavole nuziali. E per ultimo dopo
di aver ricevuto il giuramento prestato dalla signora Vedova Donna Gaetana
dichiarante come sopra, che non si occultò, non si asportò, noP conosce che
direttamente o indirettamente si sia trafugato alcun oggetto appartenente
alla presente eredità, le cose inventariate restarono depositate presso la
medesima, per darne conto ed esibirli sempre e quando e a chi sarà di
ragione”. |
6564 |
2.10.1833 |
Don Filippo Mandalari, figlio del fu Don
Antonio Maria e della vivente Gaetana Pizzi di Melito, acquista per la somma
di 60 ducati un fondo in Contrada Prunella con terre aratorie ed una casa
matta che confina, tra gli altri, con le terre del Sacerdote Don Lorenzo
Mandalari (zio paterno di Filippo). I venditori sono i
coniugi Lorenzo Strati e Silvia Romeo. |
6569 |
6.10.1833 |
Don Filippo Mandalari, figlio del fu Don
Antonio Maria e della vivente Gaetana Pizzi di Melito, acquista per la somma
di 60 ducati un fondo di terre aratorie in contrada Lacco. I venditori sono
Antonino e Giambattista Panzera. La vendita è fatta col “patto di ricompra”. |
6575 |
11.9.1833 |
Procura che fa la
signora Donna Gaetana Pizzi,
figlia del fu Filippo, vedova del fu Donn’Antonio Maria Mandalari,
proprietaria domiciliata in Melito, a suo figlio Don Filippo Mandalari. La comparente
dichiara che “per effetto dei capitoli
nuziali del ventotto dicembre mille settecento novanta, stipulati dal fu
Notar Don Vincenzo Savoia di San Lorenzo, va ella creditrice ipotecaria
contro i beni appartenenti al fu di lei marito Donn’Antonio Maria Mandalari,
nella somma di ducati mille e cinquecento, cioè mille e trecento sono quelli
che ella portò in dote, e docati duecento l’appartengono per causa di
donazione fatta dallo sposo”. “E siccome nulla lasciò nel suo patrimonio il predetto di
lei marito, così per essere rivaluta avrebbe dovuto aggire ipotecariamente
sopra i fondi alienati. Or come trovasi il principale ed unico fondo del
ridetto Signor Mandalari, contrada Armà in questo territorio, aggiudicato al
fu Cavaliere Genoese Don Felice di Reggio e che da costui passò nelle mani del Signor Don Domenico Rossi di
San Lorenzo […] per allontanarsi un strepitoso giudizio par che si voglia
venire ad una transazione, e non potendosi la dichiarante recare in Reggio
per trattare simile bonario accomodo, e transizione, nomina e delega per suo
particolare e speciale procuratore il Signor Don Filippo Mandalari di lei
figlio”. L’atto fu stipulato “in casa di essa sicura sopra costituita,
sita dentro questo suddetto Comune nel luogo vicino la Chiesa Madre”. |
6580 |
6.10.1833 |
La signora Donna Gaetana Pizzi, figlia
del fu Don Filippo, vedova del fu Don Antonio Maria Mandalari, consegna al
notaio Filippo Visalli una “copia
legale dell’instrumento del sedici scorso mese di settembre, stipulato per
Notar Don Giuseppe Dattola di Reggio e legalmente registrato a Reggio”. L’atto è stato
stipulato tra Don Filippo Mandalari,
figlio della comparente e suo procuratore, e gli eredi del fu Cavaliere Don
Felice Genoese di Reggio, “per alcuni
diritti che la medesima Signora Pizzi vantava sopra un Fondo Contrada Armà o
sopra Condotto, in questo territorio di Melito” |
B941 Vol. 4365 - Filippo Visalli (1834) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
6599 |
1.2.1834 |
Giovanni
Arcidiaco figlio del fu Lorenzo (e di Antonina
Mandica), proprietario domiciliato nel Comune di San Lorenzo, acquista due
fondi, siti l’uno di tomolate quattro e mezzo con vigne nella Contrada Fossa
di Gatto, e l’altro di tomolate cinque nella Contrada Croce con terre
aratorie, vigne, olivi, quercie, una casa rurale e terra sterile. L’acquisto ammonta a ducati quattrocento cinquanta, dei
quali cinquanta furono sborsati in contanti in effettiva moneta d’argento ed
il resto verrà pagato a rate, in ducati centocinquanta ad agosto 1834, ducati
cento venticinque ad agosto 1835 e ducati cento venticinque ad agosto 1836.
Inoltre il compratore corrisponderà l’annuo interesse alla ragione del 7% nel
modo seguente: nel mese di ottobre 1834 ducati ventotto, in agosto del 1835
ducati diciassette e grana cinquanta, e ducati otto e grana settantacinque ad
agosto 1836. |
6610 |
17.4.1834 |
Testamento di Francesco Antonio Catanoso fu Pietro,
proprietario, domiciliato in Pentidattilo, marito di Annunziata Familari. Quest’ultima Annunziata (1779 circa –
1843) era figlia di Natale Familari e di Giuseppa Caracciolo di Pentidattilo. Il testatore è bisnonno di San Gaetano Catanoso
(1879-1963) di Chorio. |
6615 |
29.10.1834 |
Don Fortunato Curatola, figlio del fu Don
Bruno Andrea Curatola, proprietario, domiciliato a Melito, compare insieme al
Sindaco di Melito, Don Giovanni Battista Malavenda, e ai due decurioni
Antonino Alati e Giovanni Battista Panzera. Il
comparente dichiara che suo figlio Domenico Antonio Curatola, in qualità di
cassiere del comune di Melito dal 1829 al 1831, fu condannato dal Consiglio
di Intendenza Provinciale a versare nelle casse comunali la somma di ducati
duecento settantatré e grana ottanta
(non viene specificato il motivo). Nell’impegnarsi
a versare tale somma a rate nei successivi quattro anni, Don Fortunato
Curatola fa da garante ipotecando un suo fondo in contrada Armà. |
B941 Vol. 4366 - Filippo Visalli (1835) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
6636 |
19.3.1835 |
Lorenzo Arcidiaco
figlio del fu Domenico (probabilmente si tratta di Lorenzo Arcidiaco sposato
con Francesca Santoro, figlio di Domenico Arcidiaco e Bruna Romeo), e vari
altri coltivatori residenti a San Lorenzo, dichiarano che “da immemorabile tempo, li di loro
antecessori si ritrovarono coloni di alcune terre componenti il cosiddetto
prato di Spartà, sito in questo territorio” asserendo che per titolo di
eredità tali terre vengono ancora coltivate da loro “pacificamente ed in buona fede”. “Or come corre voce che il diretto padrone
delle Terre in parola, Contrada Spartà, Signor Principe Stigliano di Napoli,
ha risoluto venderle e forse con tal vendita sia sta macchinando di espellere
dalla Colonia li dichiaranti sopraddetti, così li medesimi, ponderando che le
loro finanze non solo a portata di sostenere un giudizio civile, al fin di
far valere le proprie ragione ed essere mantenuti nell’antica Colonia, come è
di giusto, risolsero perciò cedere […] ognuno per la parte che li riguarda,
il diritto di colonia che rispettivamente trovansi ad aver acquistato sulle
menzionate Terre Contrada Spartà […] ai signori Mantica, Rossi e Zuccalà. […[ Colla presente cessione non si
intendono trasmessi alli cessionari suddetti signori Mantica, Rossi e Zuccalà
qui presenti ed accettanti se non li soli diritti di sostenere essi
dichiaranti nell’antica Colonia ed insistere da parte loro come procuratori”. |
6646 |
4.9.1835 |
Cessione
fatta dalla Signora Donna Gaetana
Pizzi, vedova del fu Don Antonio Maria Mandalari, da suo cognato Sacerdote Don Lorenzo Mandalari,
e dai figli e figlie di Donna Gaetana Pizzi: Marianna, Saverio, Andrea, Vincenza e Faustina Mandalari,
all’altro figlio Don Filippo
Mandalari. I
comparenti dichiarano che: “la fu Donna
Litteria Savoia loro madre [di Don Lorenzo], suocera [di Donna Gaetana]
ed ava rispettivamente [di Marianna, Saverio, Andrea, Vincenza, Faustina
e Filippo], della di cui eredità ne
hanno particolar interesse, fin dall’undici novembre mille ottocento tre, per
mezzo del sopra costituito Sacerdote Don Lorenzo, qual di lei special
Procuratore, diede in anticresi [contratto col quale il debitore o un
terzo si obbliga a consegnare un immobile al creditore a garanzia del
credito] al fu Dottor Don Michele
Licastro di Sinopoli [genero di Litteria, cioè marito di Vincenza
Mandalari] per un credito di ducati
duecento trenta, che lo stesso vantava dalla Famiglia Mandalari, un fondo in
questo territorio di Melito, contrada Armà detto sopracondotto acquabile, e
parte sterile. […] or come è dell’interesse delle
parti suddette veder risoluto detto contratto, restituendo a chi di diritto il
capitale dovuto e rientrare nel dominio del detto Fondo Armà o sopracondotto,
e siccome tutti gli eredi non sono a portata di sostenere il peso di un
giudizio civile, maggiormente che colle vie bonarie non si volle divenire
alla cessione del Fondo anzidetto, così spontaneamente li prefati signori
Donna Gaetana Pizzi, Don Lorenzo, Don Saverio, Don Andrea, Donna Vinecenza e
Donna Faustina Mandalari risolsero cedere come cedono gratuitamente al Signor
Don Filippo Mandalari qui presente ed accettante ogni diritto, ragione e
pretenzione che sul fondo in parola li possa spettare, o in modo qualunque
competere, senza niente eccettuare, potendo da ora il cessionario Don Filippo
Mandalari come assoluto padrone procedere a tutti gli atti necessari per
rivendicare il menzionato fondo dato in anticresi.” |
BUSTA 942
Notaio Filippo
Visalli di San Lorenzo (1836-1837)
B942 Vol. 4367 - Filippo Visalli (1836) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
7113 |
19.12.1836 |
Antonina
Arcidiaco figlia del fu Sabbo, vedova del fu
Vincenzo Laganà, domiciliata in Prunella, compare insieme al figlio
bracciante Antonino Laganà dichiarando che fin dal 26 gebbraio 1832 aveva
venduto per la somma di 9 ducati una terra in Contrada Prunella ad Antonino
Zampaglione. |
B942 Vol. 4368 - Filippo Visalli (1837) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
6690 |
25.2.1837 |
Antonino
Arcidiaco figlio dei furono Lorenzo e Vittoria
Vazzano dona i suoi beni al fratellastro Concetto Arcidiaco, figlio dei
furono Lorenzo e Antonina Mandica. |
6761 |
4.4.1837 |
Capitoli matrimoniali tra Antonina Arcidiaco, figlia di
Giovanni e Fortunata Minniti, e Giuseppe Vinci. |
6912 |
10.8.1837 |
Candelora Arcidiaco fu Lorenzo, vedova di Pietro Pizzi ed
altri, vendita |
6948 |
8.9.1837 |
Pasquale, Giovanni e Lorenzo Saccà figli di Saverio
Saccà. Acquisto fondo in contrada Marullà. |
7006 |
14.10.1837 |
Filippo Mandalari fu Antonio Maria ri-acquista da
Antonino Tropea fu Francesco per la somma di ducati 250 tre fondi che
quest'ultimo aveva acquistato da lui nel 1835 |
7047 |
1.11.1837 |
Testamento di Donna Francesca Maria Dieni, figlia del fu
Don Giovanni, vedova del fu Don Antonino Mandalari. La testatrice istutuisce come eredi universali il figlio
Don Domenico Mandalari ed nipoti, figli del fu suo figlio Stefano, Don Antonino
e Don Michele Mandalari. Dichiara inoltre di avere altre tre figlie femmine di
nome Lucia, Calidea e Bettina, la prima che sposò don Michele Pizzi, la
seconda Don Domenico Antonio Nucera, e la terza il fu Don Andrea Nucera. |
7056 |
1.11.1837 |
Compaiono i coniugi Don Michele Pizzi, figlio del fu Don
Filippo, e Donna Lucia Mandalari, figlia del fu Don Antonio. E i signori Don Domenico Mandalari figlio del fu Don
Antonino e Donna Ippolita Nuicera di Don Leone vedova del fu Don Stefano
Mandalari, tutrice legale dei suoi figli minori Don Antonino e Don Michele. Tutti dichiarano che "per l'avvenuta morte del fu
Don Paolo e fratello Don Michele Arciprete Mandalari, zii rispettivi, si
aprirono i diritti a pro' di tutti i nipoti poichè ambidue morti abintestati. |
BUSTA 943
Notaio Filippo
Visalli di San Lorenzo (1838-1839)
B943 Vol. 4369 - Filippo Visalli (1838) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
7202 |
28.9.1838 |
Lorenzo Arcidiaco, figlio del fu Sabbo, coltivatore
domiciliato in San Lorenzo nel luogo detto Prumella, "per poter occorrere a propri bisogni, ha risoluto vendere al
signor Don Domenico Rossi del signor Don Bruno, dottor fisico domiciliato in
detto San Lorenzo" un suo fondo acquabile con frutti posto in Contrada
Prumella pervenutogli per "eredità de' suoi maggiori" per la
somma di ducati 60, con "patto di
ricompra". |
7208 |
22.10.1838 |
Compare da una parte Vincenzo Curatola fu Antonino,
coltivatore, di San Lorenzo, e dall'altra parte Concesso Arcidiaco figlio del
fu Lorenzo (e di Antonina Mandica), di professione vaticale. Le parti dichiarano che fin dal 3 novembre 1828 Concesso
Arcidiaco acquistò dai coniugi Marianna Mesiano ed Antonino Nucera, madre e
padrigno del Curatola, un fondo di vigne in contrada Fossa di Gatto per
ducati 40. Oggi Concesso Arcidiaco rivende il fondo con tutte le sue
pertinenze a Vincenzo Curatola per la somma di ducati 46. Questo poichè il
detto fondo non apparteneva ai coniugi Nucera bensì a Vincenzo Curatola, a
suo fratello e a sua sorella e "conoscendo
che intentandosi giudizio di rivendica dal Curatola, potrebbe arrecarle
positivo interesse" l'Arcidiaco decide di liberarsene. |
7213 |
17.12.1838 |
Capitoli matrimoniali tra Concesso (o Concetto)
Arcidiaco, figlio del fu Lorenzo e di Antonia Mandica, ed Antonina Malaspina,
figlia di Salvatore Malaspina di Domenico e Domenica Spinella di Antonio. La dote è di ducati 130, metà in contanti e metà in beni
mobili. |
7224 |
13.1.1838 |
Permuta di beni tra Don Andrea Mandalari figlio del fu
Don Antonio Maria, e Donna Maria Saveria Caracciolo figlia del fu Don
Vincenzo, e Giuseppe Marrari figlio del fu Francesco. I coniugi Mandalari e Caracciolo "hanno dato al Marrari a titolo di permuta
due loro case site in questo abitato di Melito, nel luogo detto Torre e Sopra
Condotto, con pezzo di orto contiguo [...] pervenute ad essi signori coniugi
l'una per dote di essa signora Caracciolo e l'altra per compra verbale fatta
da esso signor Don Andrea verso anni sei addietro" E Giuseppe Marrari "ha
dato per l'istesso titolo di permuta alli signori Mandalari e Caracciolo qui
accettanti una sua casa sita in questo stesso abitato di Melito nel luogo
sopra strascinato". Inoltre il Marrari versa ai coniugi Mandalari
ducati 41 in contanti. |
B943 Vol. 4370 - Filippo Visalli (1839) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
7140 |
25.3.1839 |
Cfr. atto B941 Vol. 4366, 19.3.1835. Compaiono da una parte Lorenzo Arcidiaco fu Domenico,
Pasquale Strati fu Antonino, Giacomo, Antonino e Pasquale Borruto fu Santo, e
Lorenzo Arcidiaco fu Fortunato, coltivatori, domiciliati tutti in San
Lorenzo. Gli stessi dichiarano che il 19.3.1835 (cfr. atto B941 Vol. 4366),
il sig. Pasquale Catanoso si fece carico di esigere in vece loro i diritti a loro dovuti sulle colonie delle
Terre di Spartà che detenevano da tempo immemorabile. A distanza di quattro anni però, nonostante ai medesimi
fu garantita la possibilità di restare come coloni, "quasi tutti rinunziarono perchè rientrati a considerare le
conseguenze delle liti". E così "li
costituti Arcidiaco, Strati e Borruto, per effetti del presente pubblico
instrumento, volontariamente cedono e rinunziano a favor del signor Don
Pasquale Catanoso, qual compratore di una parte delle dette Terre Spartà,
ogni diritto, azione e ragione che in modo qualunque possa loro competere
sulle terre che coltivarono fino ad oggi nell'indicata contrada". Questo "con
obbligo alli Arcidiaco, Strati e Borruto di corrispondere per quattro anni
che a loro rimarranno le terre a titolo di fitto". |
7147 |
9.8.1839 |
Compaiono Francesco Arcidiaco (n. 1790) figlio dei furono
Antonino Arcidiaco e Antonina Giunta, pecoraio, e sua figlia Antonina
Arcidiaco (n. 1814), filatrice, domiciliati il primo nel comune di Melicuccà
e l'altra in Bagnara, ambedue di passaggio a San Lorenzo. "La costituta
Antonina Arcidiaco, col consenso del Francesco di lei genitore, asserisce e
dichiara possedere in questo territorio un fondo con vigne ed una casa matta
nell'abitato di questo comune, e siccome la distanza che si frappone con
Bagnara e questo Comune, fa sì che non può attendere alla coltura ed alla
buona tenuta di tali immobili, si è determinata perciò, per attendere al
disimpegno di suoi affari, farne vera e libera vendita". Le proprietà, pervenute alla venditrice per eredità
materna della fu Domenica Arcidiaco (1774-1824, figlia di Vincenzo e Vincenza
Manti), morta "verso anni quindici addietro", vengono vendute ai
signori Don Antonino Cordova del fu Don Vincenzo, sacerdote, e Don Marco
Iacopino del fu Bruno, Arciprete di San Lorenzo. Annotiamo che l'allegata particella catastale intestata a
Domenica Arcidiaco (sezione 2, numero 360) era, trenta anni prima, intestata
a Domenico Arcidiaco (il che è strano essendo Domenica figlia di Vincenzo
Arcidiaco, ma forse ci sono altri passaggi di prorpietà intermedi di cui non
siamo a conoscenza). |
7156 |
2.9.1839 |
Concesso Arcidiaco (o Concetto) figlio del fu Lorenzo (e
di Antonina Mandica), acquista da Bruno Mafrici ed Antonina Gullì di San
Lorenzo, una casa matta nella strada detta Castello, che tra gli altri
confina con una casa di Francesco Arcidiaco, per la somma di ducati 31. |
7161 |
4.9.1839 |
Giovanni Arcidiaco figlio del fu Lorenzo (e di Antonina
Mandica), proprietario, compare con il genero Giuseppe Vinci figlio del fu
Stefano, padron di barca domiciliato a Melito. Giuseppe Vinci dichiara di aver ricevuto da suo suocero
la somma di ducati 300 consistenti in 155 ducati di contante effettivo, in 80
ducati in beni mobili, e ducati 65 in un pezzo di vigna e frutti sito nel
territorio di San Lorenzo, contrada Fossa di Gatto. Detta somma fu ricevuta per estinzione della dote
promessa all'attuale moglie di Giuseppe Vinci, Antonina Arcidiaco, come
appare nei capitoli matrimoniali del 4.4.1837 (cfr. B942 Vol. 4368). |
7169 |
18.10.1839 |
Capitoli matrimoniali tra Donna Luisa Tropea, figlia di
Don Francesco Tropea e di Donna Maria Saveria Cilea, e Don Filippo Mandalari
figlio del fu Don Antonio Maria Mandalari, proprietario domicialiato in
Melito. La dote consiste nella somma di ducati 1000 in beni,
fondi, mobili e contanti elencati in dettaglio all'interno dell'atto. |
BUSTA 944
Notaio Filippo
Visalli di San Lorenzo (1840-1841)
B944 Vol. 4371 - Filippo Visalli (1840) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
7253 |
15.3.1840 |
Pasquale e Bruno Massara, padre e figlio di Condofuri,
rispettivamente muraro e fabbro, vendono a Concesso (o Concetto) Arcidiaco figlio
del fu Lorenzo, proprietario di San Lorenzo, vendono un fondo con vigne ed
alberi da frutto sito in Contrada Licina per la somma di 74 ducati. |
7259 |
27.9.1840 |
Bruno Manti fu Pasquale, coltivatore di San Lorenzo,
vende a Concesso (o Concetto) Arcidiaco, figlio del fu Lorenzo, proprietario,
un fondo con vigne sito in Contrada Licina per la somma di 45 ducati e mezzo. |
B944 Vol. 4372 - Filippo Visalli (1841) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
7289 |
3.8.1841 |
Compaiono l'Arciprete di San Lorenzo Don Marco Iacopino
figlio del signor Bruno, intervenendo per parte della sua Parrocchia
Arcipretale, e Giovanni Arcidiaco figlio del fu Lorenzo, proprietario
domiciliato a San Lorenzo. Le parti dichiarano che "l'Arcidiaco trovasi possessore di un fondo con frutti in questo
territorio nella Contrada Croce [...] il dominio diretto di qual fondo spetta
ed appartiene alla Parrocchia Arcipretale di questo Comune, e siccome oltre
la disposizione dell'articolo mille e settecento delle leggi civile, che
qualunque successore dell'enfiteuta, in ogni passaggio di dominio utile è
tenuto a stipulare a suo spese l'obbligo a favore del padrone diretto [...]
quindi il costituto Arcidiaco, in virtù del presente instrumento, si obbliga
all'annuale prestazione del sesto de' frutti a favore del Signor Arciprete
per parte della sua Parrocchia come per legge, il tutto per uniformarsi alla
dispositiva della detta sentenza, ed alla nostra presenza sborsò al medesimo
Signor Arciprete la somma di ducati trentuno e grana cinquantino per la metà
delle spese condannate colla detta sentenza" |
7293 |
20.8.1841 |
I signori Francesco Saccà fu carlo, e Giovanni Arcidiaco
fu Lorenzo, proprietari domiciliati in Sn Lorenzo, acquistano da Leonardo
Evoli fu Giuseppe, coltivatore domiciliato a Montebello ed oggi di passaggio
per San Lorenzo un fondo di Olivare in contrada Maradia per il prezzo di
ducati settantadue e grana cinquanta. |
7299 |
12.12.1841 |
Lorenzo Arcidiaco fu Domenico (e fu Bruna Romeo),
fatigatore domiciliato in San Lorenzo, compare con il figlio Lorenzo
Arcidiaco e dichiara che "nutrendo
dell'amore e benevolenza verso del Domenico figlio, si è determinato farle
donazione, come in virtù dell'atto presente irrevocabilmente tra vivi dona al
medesimo Domenico qui presente, maggiore di età ed accettante, la somma di
ducati dieci, da ripeterli sopra un Fondo Contrada Pugadaci, da quela parte
che li aggrada, seguita la morte che sarà del donante padre, in modo che
dovendo vendere il fondo suddetto debba sempre prelevarsi la domma di ducati
dieci a favore del donatario Domenico. Inoltre dichiara il
Lorenzo donante che li docati dieci debbono intendersi dati sulla sua quota
disponibile a titolo di prelegato ed ante parte e colla dispensa di qualunque
collazione." |
BUSTA 945
Notaio Filippo
Visalli di San Lorenzo (1842-1845)
B945 Vol. 4373 - Filippo Visalli (1842) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
7579 |
30.10.1842 |
Compaiono il signor Domenico Rossi di Don Bruno, dottor
Fisico, proprietario, domiciliato in San Lorenzo, e Lorenzo Arcidiaco fu
Sabbo, coltivatore, domiciliato in Prunella. Le parti dichiarano che il 28.9.1838 l'Arcidiaco (cfr. B943 Vol. 4369)
vendé al signor Rossi "col patto di ricompra" un suo fondo detto
Natida nella Contrada Prunella per ducati sessanta. "Or come il ptto della ricompra maturò fin dal mille ottocento
trentanove ed esso signor Rossi non volle servirsi, così questo anche per far
cosa grata al detto Arcidiaco, in virtù del presente instrumento, accorda
allo stesso facoltà di poterlo ricomprare fino al milleottocento quarantasei,
il tutto sotto le condizione apposte in detto instrument del ventotto
settembre mille ottocento trentotto ammeno del prezzo che invece di docati
sessanta debba ricomprarlo con ducati ottanta, avendo ricevuto dell'altre
somme in prosieguo come han dichiarato". |
7583 |
2.11.1842 |
Accordo tre il signor Don Domenico Rossi di Don Bruno,
proprietario, domiciliato in San Lorenzo, e Giovanni Arcidiaco fu Lorenzo,
Silvestro Nucera fu Pasquale, Francesco Columbo fu Michele, e Pasqualina
Iacopino fu Giacomo relativo ad un fondo in contrada Maradia e due case nel
borgo di questo comune. Le parti dichiarano che mediante instrumento del 10
febbraio 1805 rogato dal fu Notaio Familairi di Melito (in epoca anteriore al
Registro) "il principe di Motta diede al fu Don Giacomo Iacopino a censo
bullale la somma di ducati centosettanta, e questo lo costituì sopra due case site nello borgo di questo
comune e su un fondo con Vigne ed alberi in Contrada Maradia con obbligo di
pagare l'annuo canone di docati sedici". Il costituto Don Domenico Rossi acquistò in seguito il
fondo già affitato agli altri comparenti. |
B945 Vol. 4374 - Filippo Visalli (1843) - NESSUN ATTO |
B945 Vol. 4375 - Filippo Visalli (1844) - QUESTO VOLUME
NON SI TROVA NELLA BUSTA 943 |
B945 Vol. 4376 - Filippo Visalli (1845) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
7603 |
26.8.1845 |
Compaiono i coniugi Lorenzo Arcidiaco fu Domenico e (fu
Bruna Romeo), detto "mìgari" come si legge dall'allegata particella
castale e Francesca Santoro fu Giovanni con il figlio Domenico Arcidiaco,
travagliatore, domiciliati in San Lorenzo. "Li costituti
asseriscono e dichiarano che riconoscendosi impossibilitati a poter tirare
innanzi nell'attuale loro stato di vecchiezza, non tanto perchè non possono
in conto alcuno travaglaire e procacciarsi il vitto giornaliero, quanto
perchè non possiedono de' beni, ad eccezione di piccole cose delle quali non
hanno rendita sufficiente a poter vivere, così fu che avendo avuto trattato
col ridetto loro figlio Domenico qui presente, si sono determinati farne vera
e reale cessione di una casa sita in questo abitato nel luogo vicino la
piazza, che confina con le case di Don Pasquale Catanoso e Paolo Mercurio, e
di un fondo con vigne e frutti sito anche in questo territorio nella contrada
San Giovanni e Pugadaci, che confina col fondo di Concesso Arcidiaco,
Antonino Nucera, ed Antonino Lugarà. [...] Detti beni
pervennero ad essi coniugi per antico retaggio de' loro maggiori". Tra i patti leggiamo: "che
durante la vita dei cedenti coniugi Lorenzo Arcidiaco e Francesca Santoro, il
figlio Domenico o suoi eredi debbano corrisponderli vitto e vestire in
proporzione del loro stati e condizione, facendoli abitare col cessionario
medesimo e rispettarli da veri genitori. [...] E finalmente
dichiarano i coniugi cedenti che se all'epoca della loro morte si troverà
qualunque altro pezzo di Fondo, questo si debba intendere di spettanza
dell'altri due figli Francesco ed Antonino senza che questi possano interire
litiggio per la presente cessione". |
7613 |
24.8.1845 |
Accordo tra il signor Pietro Saccà del fu Don Vincenzo,
Dottor Fisico, proprietario, domiciliato in San Lorenzo ed i coloni Francesco
Iannì e Giuseppe Iannì fu Candeloro, Carmelo Iacopino fu Lorenzo, Carmelo
Iannì fu Antonio, Vincenzo Ligato fu Bruno, Pasquale e Vincenzo Curatola fu
Antonino, Giuseppe Curatola di Lorenzo, Francesco Cammara fu Stefano,
Domenico Arcidiaco fu Francesco, Giovanni Marra fu Bruno e Fortunato Columbo
di Francesco. Questi ultimi, pur dichiarando che fino ad oggi non è mai
stato un contratto enfiteutico per cui potessero vantare un diritto, chiedono
di essere riconosciuti come coloni perpetui di alcuni fondi in contrada
Portelle e Fosse di Gatto mentre il Saccà, proprietario degli stessi fondi, "istituì giudizio dinnanzi la Regia
Giustizia di Melito affinché si sentissero condannare al rilascio dei
fondi". |
7626 |
15.9.1845 |
Antonino Manti fu Pasquale e Bruna Arcidiaco fu Pasquale,
coniugi, braccianti, attualmente domiciliati in Seminara dichiarano di aver
venduto sin dal 1841, mediante contratto verbale, una loro casa matta sita
nel luogo vicino la Torre al signor Vincenzo Maria Catanoso del fu Signor
Domenico, proprietario per la somma di ducati ventidue e mezzo. Dato che allora furono pagate solo le somme di ducati
sette e poi di altri ducati nove con obbligo del Sig. Catanoso di pagare il
residuo prezzo alla loro richiesta, "or
come non pria di oggi li ripetuti coniugi venditori ebbero opportunità di
recarsi in questo comune, attesa la distanza dal sito, ecco che venuti
dimandano non solo li residuali docati sei e mezzo, ma bensì altri carlini
quindici per interesse". Trattasi, forse, di Bruna Arcidiaco (n. 1804) figlia di
Vincenzo Pasquale Arcidiaco e Domenica Crea. |
7631 |
28.9.1845 |
Il Signor Don Domenico Abenavoli del fu Don Bruno,
proprietario di San Lorenzo concede in enfiteusi perpetua sei pezzi di
terreno del suo fondo Rattine o Grana a Giovanni Foti fu Pietro, Teodoro Nato
fu Bruno, Antonino Virduci fu Saverio, Fortunato Virduci di Antonino,
Francesco Attinà fu Giuseppe ed Antonino Arcidiaco (1802-1860) del fu Tommaso
(e della fu Caterina Mandica) domiciliati tutti nel villaggio di Grana parte
del Comune di San Lorenzo. |
7636 |
1.11.1845 |
Restituzione di dote che fa Concesso Arcidiaco (o
Concetto) figlio del fu Lorenzo (e di Antonina Mandica), proprietario
domiciliato a San Lorenzo alla suocera Angela Familiari vedova di Giacomo
Iacopino. Si fa qui riferimento ai capitoli matrimoniali rogati il
3 marzo 1823 (B938
Vol. 4354). |
7639 |
11.8.1845 |
Il signor Don Bruno Saccà fu Don Vincenzo, sacerdote,
domiciliato in San Lorenzo, concede ad uso di gabella "il numero di
noventuno animali pecorini e caprini" a Giovanni Fosso fu Giuseppe Bruno
e Vincenzo Arcidiaco fu Lorenzo, massari di pecore, domiciliati il primo in
San Pantaleone e l'altro in Chorio. "Ad Arcidiaco
di donano pecore di allievo numero dodici, un montone, due agnelle e tre
agnelli maschi, capre di allievo diciotto, zimbari due, una ciavorella ed un
ciavorello. [...] Il contratto fu effettuato come sopra per la durata di anni
due e per l'annuo pagamento di docati dieci per parte di Fosso e ducati otto
e mezzo per parte di Arcdidiaco". |
BUSTA 946
Notaio Filippo
Visalli di San Lorenzo (1846-1847)
B946 Vol. 4377 - Filippo Visalli (1846) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
7661 |
26.4.1845 |
Giovanni Lorenzo Arcidiaco fu Lorenzo, proprietario
domiciliato in San Lorenzo dichiara di aver acquistato verbalmente da
Fortunato Columbo, circa dodici anni addietro, un pezzo di fondo con vigne in
questo territorio in contrada Maradia per il prezzo di docati 43 già pagati. |
7668 |
18.10.1845 |
Compaiono Lorenzo Arcidiaco fu Domenico, bracciale,
domiciliato in San Lorenzo ed Antonino Fotia del fu Bruno, pecoraio,
anch'egli domiciliato in San Lorenzo, i quali dichiarano che fin dal
milleottocentotrentadue l'Arcidiaco vendé verbalmente al Fotia una vigna in
contrada Ciavé o Lidraca, e che alcuni chiamano Sotto Sallorenzo, per il
prezzo ducati dodici e grana sessanta. |
B946 Vol. 4378 - Filippo Visalli (1847) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
7686 |
7.3.1847 |
Don Francesco Antonio Abenavoli del fu Bruno, proprietario
domiciliato a San Lorenzo, dona a titolo di permuta a Concesso Arcidiaco,
figlio del fu Lorenzo, proprietario, una casa a lui pervenuta tramita altra
permuta dai coniugi Giovanni Soraci fu Domenico e Maria Altomonte fu
Pasquale. Concesso Arcidiaco a sua volta dona al signor Don
Francesco Antonio un'altra sua casa sita nel comune di San Lorenzo nel luovo
vicino la piazza. A margine ed in fondo all'atto vi è la firma autografa di
Concesso Arcidiaco. |
BUSTA 947
Notaio Filippo
Visalli di San Lorenzo (1848-1850)
B947 Vol. 4379 - Filippo Visalli (1848) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
7707 |
13.3.1848 |
Primo testamento di Domenico Arcidiaco (1790-1868) figlio
del fu Giovanni e di Fortunata Ligato, marito di Giuseppa Evoli, di
professione "travagliatore" domiciliato in San Lorenzo. Il secondo
testamento dello stesso Domenico Arcidiaco è registrato a Melito nel 1854 (B1800
Vol. 485 - Notaio Antonio Visalli 5.7.1854). "Istituisco
erede universale e particolare la mia attual moglie Giuseppa Evoli, in tutti i
miei beni sì stabili che mobili, ed in tutto ciò che forma l'intiero mio
asse, con obbligo a soddisfare in seguenti pesi e legati. Voglio che la detta
mia moglie facesse celebrare rfa due anni del dì della mia morte docati
dodici in tante messe, cioè docati sei per suffraggio dell'anima mia, e
docati sei per il fu mio padre, madre, figlio, e sorella Margarita. Di tutti i suddetti
miei beni, dietro prelevate le spese necessarie per qualunque ramo che si
devono, godrà mia moglie vita sua durante, e dopo sua morte docati dodici si
danno ad Antonino Mangiola figlio della fu mia sorella Bruna, docati due a
mia nepote Fortunata Manti, ed il dippiù resta per mio nepote Giacomo Manti
fu Pasquale senza veruna eccezione o riserva". |
7710 |
1.11.1848 |
I coniugi Carmelo Laganà fu Giuseppe e Domenica Arcidiaco
fu Lorenzo (e fu Margherita Mandica), domiciliatin in Chorio, vendono al
signor Pasquale Ligato figlio del signor Fortunato Ligato, proprietario
domicialiato in San Lorenzo tre piedi di olivare siti in contrada Chorio per
la somma di ducati sedici. |
7719 |
23.9.1848 |
Testamento di Antonina Scrivo del fu Paolo, filastrice,
vedova di Saverio Saccà: "Il giorno ventitré del mese di
settembre mille ottocento quarantotto, in San Lorenzo, regnando Ferdinando
Secondo, per la grazia di Dio, Re del Regno delle due Sicilie, di
Gerusalemme, Duca di Parma, Piacenza, Castro etc., Gran Principe Ereditario
di Toscana. Alle ore ventiquattro e mezzo. Avanti di noi Notaio sottoscritto
residente in questo Comune di San Lorenzo, e degl’infrascritti testimoni
noti, ed idonei al voto della legge, personalmente costituta Antonina Scrivo
del fu Paolo, filatrice domiciliata in questo suddetto comune, da noi Notaio
e testimoni ben cognita, la quale dichiara che trovandosi sana di mente ed
intelletti, sensi e loquela, si è determinata voler disporre de’ suoi beni, e
perciò ha dettato a noi Notaio il seguente suo testamento nella forma
pubblica, che, tal quale fu da essa dettato, venne da noi Notaio scritto. Rivoco ed annullo qualunque mia
antecedente disposizione, e voglio che questa sola si osservi. Lego e lascio a titolo di anteparte e
prelegato e con dispensa di collazione al mio diletto figlio Lorenzo Saccà,
non solo per la gratitudine che mi mostrò sempre, quanto perché da dieci anni
in qua a tutte sue spese mi alimentò, e mi sostenne, perciò lascio al
medesimo l’intiera mia quota disponibile che giusta l’attuale legge si
calcola la metà de’ miei beni, con facoltà di percepire qualunque corpo li
aggrada. Questa è la mia volontà in cui
persisto, quale voglio che sia esattamente eseguita. Di tutto ciò se ne è formato atto, che
dopo di avere noi notaio scritto il presente testamento nella maniera in
[cui] fu dettato dalla testatrice, ne abbiamo fatta lettura alla stessa, in
presenza de’ sottoscritti testimoni, a chiara ed intellegibile voce, e
cersiorata delle leggi dichiara avere capito. Nella provincia di Calabria Ultra
Prima, nel Comune di San Lorenzo, fatto, ricevuto e pubblicato in conformità
della legge, in casa di essa Testatrice sita in detto Comune nel luogo detto
Lo Borgo, alla presenza non solo d’essa Antonina Scrivo fu Paolo filatrice
domiciliata in San Lorenzo testatrice, ma bensì de’ testimoni Don Giuseppe
Altomonte fu Don Carlo, Don Ferdinando Cordova fu Don Lorenzo, Don Giuseppe
Abenavoli fu Don Pasquale e Don Vincenzo Pontari fu Signor Giuseppe,
proprietari domiciliati in detto San Lorenzo, i quali sottoscrivono con noi
Notaio, non colla testatrice la quale dichiara non sapere scrivere". |
B947 Vol. 4380 - Filippo Visalli (1849) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
7737 |
25.8.1849 |
Don Bruno e Don Pietro Saccà figli del fu Don Vincenzo
affittano a Vincenzo Arcidiaco fu Lorenzo, pecoraio, domiciliato in Chorio,
il numero di 83 animali pecorini e caprini suddivisi in 23 pecore di allievo,
31 capre di allievo, 6 montoni, 3 zimbari, 4 agnelli maschi, 5 agnelle
femmine, 10 ciavorelli maschi e 4 ciavorelle fammine. Il tutto per la durata
di anni due. In cambio Vincenzo Arcidiaco si impegna a pagare ducati 5
e grana 70 a Don Bruno e ducati 11 e grana 40 a Don Pietro. Inoltre si
impegna "a corrispondere ai
medesimi signori Saccà due capretti in ogni Carnevale o Pasqua, un montone di
anni due non meno o il valore di esso in carlini 15, anche in ogni Pasqua, ed
una ricotta grossa salata per ogni domenica de' tre mesi della stagione,
ossia il numero di tredici in ogni anno". |
7742 |
23.9.1849 |
Domenico Arcidiaco fu Giovanni, di professione
travagliatore domiciliato in San Lorenzo vende a Francesco Arcidiaco di
Lorenzo, anche lui travagliatore ed anche lui domiciliato a San Lorenzo, un
suo fondo con vigne sito in contrada Pugadaci per il costo di ducati 49. Dall'acclusa particella catastale leggiamo che Domenico
era figlio di Giovanni figlio a sua volta di Domenico. |
B947 Vol. 4381 - Filippo Visalli (1850) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
7761 |
22.4.1850 |
Giovanni Zumbo figlio del fu Antonino, massaro,
domiciliato a San Lorenzo, vende a Giovanni Arcidiaco figlio del fu Lorenzo,
proprietario domiciliato nello stesso comune una sua terra aratoria e
scoscesa sita in contrada Platamina dell'estensione di due tomolate per il
prezzo di ducati 90. |
7766 |
30.5.1850 |
Permuta tra i coniugi Paolo Mercurio e Carmela Arcidiaco
(figlia di Lorenzo e Francesca Santoro) e Domenico Arcidiaco, fratello di Carmela (marito di Francesca
Fosso), "travagliatori", ed il signor Vincenzo Curatola figlio di
Don Giuseppe, sacerdote, tutti domiciliati in San Lorenzo. "I coniugi
Mercurio ed Arcidiaco, e Domenico Arcidiaco loro fratello e cognato
rispettivamente han dato due loro case site in questo abitato nel luogo
vicino la piazza che trovasi attaccate insieme e confinano da oriente e
montagna colle strade, da mezzogiorno con altre case del permutante signor
Coratola e da libeccio con quella degli eredi di Don Pasquale Catanoso". Allegata particella catastale intestata a Lorenzo
Arcidiaco alias Mìgari, padre di Carmela (1801-1856) e Domenico (1816-1883). |
7775 |
13.11.1850 |
Compaiono davanti al notaio Giovanni Arcidiaco fu
Lorenzo, proprietario domiciliato a San Lorenzo, Fortunato Iacopino fu
Domenico, coltivatore ed il signor Don Marco Iacopino fu Signor Bruno,
Arciprete di San Lorenzo. Fortunato Iacopino vende a suo fratello sacerdote Don
Giovanni Iacopino attualmente dimorante in Napoli, mediante il suo
procuratore Arciprete Don Marco Iacopino, un pezzo di fondo in contrada
Maradia per la somma di ducati 61. Fortunato Iacopino consegna quindi a Giovanni Arcidiaco
la somma di ducati quarantadue, "l'istessa
che lo stesso Arcidiaco aveva mutuato ad esso Fortunato Iacopino fin dal
diciotto agosto mille ottocento quarantasei per effetti di pubblico
instrumento stipulato per Notar Don Basilio Catanoso residente in Sant'Agata
in Gallina". |
7781 |
20.12.1850 |
Divisione dell'eredità di Caterina Lugarà e cessione di
parte della stessa a favore del Cavaliore Signor Don Domenico Rossi tra: 1) i coniugi Francesco Altomonte fu Giacomo e Francesca
Gullì di Bruno 2) Francesco Arcidiaco figlio del fu Lorenzo (e di
Francesca Santoro) qual tutore del di lui figlio Lorenzo 3) i fratelli Francesco ed Antonino Mafrici del fu Bruno
anche per nome e parte delle loro sorelle assenti 4) Bruno Gullì del fu Domenico seniore 5) Bruno Gullì del fu Domenico iuniore (nipote del
precedente) |
BUSTA 948
Notaio Filippo
Visalli di San Lorenzo (1848-1850)
B948 Vol. 4382 - Filippo Visalli (1851) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
7871 |
27.1.1851 |
Salvatore
Panzera fu Domenico, Domenico Arcidiaco fu Francesco, e Francesca Anghelone
fu Vincenzo, travagliatori tutti domiciliati a San Lorenzo, vendono alcuni
loro fondi al signor Francesco Pontari figlio del fu Signor Annunziato,
proprietario. Domenico
Arcidiaco vende un suo pezzo di fondo con fichi d'india ed altri alberi in
contrada Croce o Marullà. L'acclusa
particella catastale riguardante il
fondo con fichi d'india in contrada Croce ha come intestatari Pannuti Antonio
fu Domenico, Fortunato Columbo, Domenico Arcidiaco, Giovanni Zumbo, Carmelo
Strati, Leonardo Iacopino, Francesco Iannì e Giuseppe Romeo. |
7878 |
25.3.1851 |
Giovanni
Arcidiaco fu Lorenzo, proprietario domiciliato in San Lorenzo "nutrendo molta affezione pel di lui
congiunto minorista Don Lorenzo Muscato, figlio dell'altro costituto Vincenzo
Muscato, e volendo favorire colui che vede tutto intenzionato e deciso ad
ascendere agli ordini sacerdotali, il quale quantunque ottenne da Monsignor Arcivescovo
di Reggio una cappellania sotto il titolo di San Fantino portante la rendita
di docati 24 annui [...]. Come per ascendere allo stato sacerdotale il
cennato minorista Don Lorenzo ha di bisogno della rendita di docati quaranta
annui, ed è perciò ch'esso costituto Giovanni Arcidiaco per donazione
irrevocabile tra vivi gli assegna vita durante di esso Muscato l'usufrutto di
un suo fondo sito in questo territorio nella contrada Croce, con Terre
aratorie, e sterile, olivi, quarcie e casa rurale [...] e di un altro con
vigne anche in questo territorio, contrada Fossa di Gatto". Tale
donazione verrà poi annullata due anni più tardi tramite un altro atto
notarile (B948
Vol. 4384, 29 gennaio 1853). |
7885 |
16.11.1851 |
I
sacerdoti, l'Arciprete ed il Dittereo di San Lorenzo (dei quali vi è l'elenco
dei nomi) concedono in affitto per quattro anni e per 650 ducati annui a
Giovanni Arcidiaco figlio del fu Lorenzo, proprietario, "tutti i beni di questa Reverenda Comuneria eccetto quei de'
luoghi pii e senz'altra riserva". Seguono
varie pagine di patti ed accordi fra le parti. |
B948 Vol. 4383 - Filippo Visalli (1852) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
7943 |
25.4.1852 |
Carmela
Arcidiaco figlia del fu Lorenzo, proprietaria, vedova del fu Fortunato
Ligato, "dichiara che nutrendo
dell'amore e benevolenza verso dell'altro costituto Ligato [Signor Pasquale
Ligato] di lei legittimo figlio, in virtù dell'atto presente dona
irrevocabilmente tra vivi l'intiera quota disponibile [...] riservando
l'usutrutto vita sua durante". In
fondo all'atto si trova la firma autografa di Pasquale Ligato figlio di
Carmela Arcidiaco. |
B948 Vol. 4384 - Filippo Visalli (1853) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
7959 |
29.1.1853 |
I
coniugi Antonia Arcidiaco e Pietro Vinci, proprietari, domiciliati in Melito,
dichiarano che "con citazione del
diciassette maggio mille ottocento cinquantadue registrata nel burò di Melito
a diciotto detto mese ed anno [...] convennero presso il tribunale civile di
questa provincia [...] affinché fosse dichiarata nulla e come non avvenuta la
costituzione del sacro patrimonio fatta da Giovani Arcidiaco a Don Lorenzo
Muscato". Questo
poiché, tra le altre motivazioni elencate, il fondo denominato Fossa di Gatto
apparteneva in realtà alla costituta Antonia Arcidiaco per effetto di altra cessazione
datata 4 settembre 1839 (cfr. B943 Vol. 4370). |
7970 |
28.11.1853 |
Compaiono
il Signor Don Marco Arciprete Iacopino figlio del fu Bruno, proprietario, e
Giovanni Arcidiaco fu Lorenzo (e Caterina Mandica), proprietario. Le parti
dichiarano che la Parrocchia Arcipretale di San Lorenzo da diritto di un
sesto sul prodotto del fondo in Contrada Croce di proprietà del suddetto
Giovanni Arcidiaco. In
fondo all'atto si trova la firma autografa di Giovanni Arcidiaco. |
BUSTA 949
Notaio Domenico Cotroneo di Bova (1759-1793)
B949 Vol. 4385a - Domenico Cotroneo (1759) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
5726-27 |
31.10.1759 |
Atto rogato a Bova. Costantino Arcidiaco ed
Andrea Ligato della Terra di San Lorenzo dichiarano di essere "veri e liquidi debitori al Sig. Dr. D.
Bruno Siviglia di Bova in docati
ventiquattro di regno, e sono detti docati ventiquattro per il rimanente
prezzo di un mulo di pelo castagno vendutoli dal sud.to di Siviglia" |
5728 |
31.10.1759 |
Atto rogato a Bova. Costantino Arcidiaco della
Terra di San Lorenzo dichiara di essere "vero e liquido debitori al Reverendo Don Francesco Panagia di questa
città di Bova in docati ventuno e grana cinquanta, e sono detti docati
ventuno e grana cinquanta per il rimanente prezzo di un mulo di pelo sturno
quale mula esso Costantino con giuramento asserisce averla ricevuta [...]". Costatino Arcidiaco
si impegna a saldare il conto con il Reverendo Don Francesco Panagia nel mese
di agosto entrante anno 1760. |
5670 |
14.4.1759 |
Compaiono il dottor
fisico Tommaso Pugliatti (che sappiamo vedovo di Ursula Caracciolo) con i
figli Giovanni Domenico e Antonino Pugliatti. Compaiono inoltre i
fratelli di Ursula, Reverendo Domenico Caracciolo e Reverendo Silvestro
Caracciolo, cognati e zii dei predetti. Non sappiamo se siano
nostri Caracciolo. |
B949 Vol. 4385b - Domenico Cotroneo (1760) - NESSUN ATTO |
B949 Vol. 4385c - Domenico Cotroneo (1761) - NESSUN ATTO |
B949 Vol. 4385d - Domenico Cotroneo (1762) - NESSUN ATTO |
B949 Vol. 4385e - Domenico Cotroneo (1763) - NESSUN ATTO |
B949 Vol. 4385f - Domenico Cotroneo (1764) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
6009 |
29.4.1764 |
Antonino Crucitti di Bova subaffitta
da Fabio del Blasio lo Jus Fiscale dell'Arrendamento del tabacco |
B949 Vol. 4385g - Domenico Cotroneo (1765) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
6081 |
9.7.1765 |
Il Magnifico Pietro Pizzi del Casale di
Gallicianò (fratello di Filippo Bruno Pizzi) "asserisce di aver passato alcuni dissapori con la vedova del fu
Domenico Nucera, Donna Ippolita Cordoma, al presente sposa del Magnifico
Domenico Romeo, e volendo quelli abbandonare e rimettere per vivere
cristianamente, che però oggi predetto dì volendo la detta sua risoluzione
metterla in esecuzione, promette e con giuramento s'obbliga sotto la pena di
ducati cento d'applicarsi alla camera Ducale di sua Eccellenza Signor Duca di
Bagnara per ogni volta che controverrà al'infrascritti casi ed a ciascheduno
di essi. E sono: Primo, di non inseririsi né per sé né per altri nec
directe nec indirecte nelli affari o cause civili criminali o miste contro di detta D. Ippolita Cordoma e suo sposo
Magnifico Domenico Romeo, e sotto lo stesso giuramento e pena di non fare
intricare né inserirsi il Dr. D.
Filippo Pizzi nelle cause passive delli suddetti. Secondo, che detto Magnifico Pietro Pizzi per lo spazio
di anni tre non potesse né dovesse andare ad abitare cum domo et familia nel
Casale di Gallicianò, e se fra questo tempo di anni tre occorresse per
qualche urgentissima causa di adare in detto Casale di Gallicianò che dovesse
siccome si obbliga col detto giuramento di andarsene modestamente,
pacificamente e secretamente per quanto si pole. Terzo, che detto Magnifico Pietro Pizzi non dovesse
istigare li fratelli e altri congiungi del suddetto q.m Domenico Nucera contro della predetta D.
Ippolita con millantarsi di aver ottenuto a loro dispetto o remissione o
esculpazione dell'incolpatali omicidio. Quarto, si obbliga e promette di non offendere né fare
offendere directe vel indirecte le persone o beni della casa di detta D. Ippolita." |
B949 Vol. 4385h - Domenico Cotroneo (1766) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
6135 |
24.3.1766 |
Donazione del magnifico Stefano Mandalari della Villa di Condofuri a suo figlio Michiele Mandalari (sic.)
novizio. |
B949 Vol. 4385i - Domenico Cotroneo (1767) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
6195 |
6.5.1767 |
Il Magnifico Stefano Mandalari del Casale di Condofuri affitta per
quattro anni dal venerabile Ospedale Monte dei Poveri di Bova tutte le terre
da lui possedute che si trovano "passate
il fiume dell'Amendolea ed anche due pezzi di terre che sono da questa parte
del fiume in Contrada Cappella e Bellia". |
B949 Vol. 4385l - Domenico Cotroneo (1768) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
6241 |
20.3.1768 |
Il novizio Giandomenico Nucera, figlio del fu
Filippo Nucera dell'Amendolea dichiara che il Semplice Beneficio
dell'Immacolata Concezione e San Giuseppe eretto dentro la chiesa madre nel
Casale di Gallicianò, jus patronato della famiglia Nucera, fondato dal suo
antenato fu Fabio Nucera, è vacante in seguito alla morte del fu abate
Domenico Nucera, ultimo beneficiato e possessore beneficio stesso. Non
essendoci nella famiglia Nucera in linea discendente maschile, il novizio
Giandomenico Nucera presenta come possibile successore il sacerdote Don
Cipriano Trapani di Gallicianò. Cfr. anche B608 Vol. 3284 Domenico Trapani,
20.2.1768, img. 0026, nel quale è specificata l'esatta parentela del
sacerdote Cipriano Trapani con il fondatore del beneficio Fabio Nucera.
Cipriano Trapani era figlio di Giulio Trapani e Dianora Ferrante, figlia
quest'ultima di Anna Rodà, figlia di Elisabetta Nucera, figlia di Fabio
Nucera. Nello stesso atto si legge che il primo
beneficiato Abate Cipriano Nucera, figlio del fondatore Fabio Nucera morì
nel 1722 e che a lui succedette l'abate Domenico Nucera morto nel
novembre 1767. Tra i vari firmatari dell'atto (evidentemente
tutti discendenti della famiglia Nucera) ci sono: - Porzia Trapani (figlia di Giulio Trapani e
Dianora Ferrante, moglie di Don Diego Sartiani di Bagaladi e
sorella del sacerdote Cipriano Trapani). - Fabio Nucera fu Sebastiano della Terra
dell'Amendolea - La Magnifica
Beatrice Nucera e la Magnifica Caterina Nucera di Gallicianò - Gregorio, Antonino ed Annuzza Anghelone di
Gallicianò (altrove, B608 Vol. 3284, 10.5.1766, si
trova una Antonia Nucera di Antonino legittima moglie di Gregorio Anghelone
di Gallicianò). - Giuseppe e Paolo Nucera - Trusula Condemi - Attafio Pannuti di Condofuri - Bruno Gurnari e Domenica Rodà - Caterina ed Isabella Nucera fu Antonino
dell'Amendolea Cfr. anche B608 Vol. 3284 Domenico Trapani, 20.3.1768,
img. 0127, nel quale per lo stesso motivo di sopra compaiono i seguenti
discendenti della famiglia di Fabio Nucera: - la Magnifica
Beatrice Nucera fu Giuseppe di Gallicianò - Caterina Nucera fu Gregorio di Gallicianò -
Gregorio, Antonino ed Annuzza Anghelone fu Filippo di Gallicianò - Trusula Condemi fu Martino di Gallicianò - Giuseppe Nucera fu Masi di Gallicianò - Attafio Pannuti fu Antonino di Condofuri - Domenica Rodà e Bruno Gurnari di Condofuri - Caterinella ed Isabella Nucera, sorelle, fu
Antonino dell'Amendolea Cfr. anghe B608 Vol. 3284 Domenico Trapani,
22.1.1768, img. 0223, nel quale per lo stesso motivo di sopra compaiono i
seguenti altri discendenti della famiglia del fu Fabio Nucera a presentare il
Sacerdote Abate Bruno Pannuti, figlio della fu Cherubina Nucera, figlia del
fu Domenico Nucera, figlio del fondatore del Beneficio, fu Fabio Nucera: - Tommaso Ollio - Giacomo Maisano - Giuseppe Nucera fu Fabio - Giuseppe Pannuti - Lorenzo Rodà - Vittoria e Caterina Nucera, sorelle della
Terra dell'Amendolea - Angelica Marino - Elisabetta Pizzi - Antonia e Preziosa Marino del Casale di
Gallicianò - Antonina, Olimpia e Porzia Pannuti della
Motta Roghudi |
B949 Vol. 4385m - Domenico Cotroneo (1769) - NESSUN ATTO |
B949 Vol. 4385n - Domenico Cotroneo (1772-1793) |
||
RIFERIMENTO |
DATA |
DESCRIZIONE |
7414 |
27.1.1772 |
La signora Donna Cecilia Amodei di Bova
concede a Domenico Crucitti
di Bova tumulate sei di terre seminatorie in con trada Ammiddalia per per
seminare grano. |
7496-7 |
9.7.1787 |
Il Reverendo Sacerdote Michele
Mandalari attuale economo e curato del Casale di Condofuri asserisce
di aver ricevuto da don Domenico Nesci, depositario della Cassa Sacra della
città di Bova, la somma di ducati 60 comprensivi di 6 ducati pagati al
sagrestano Giuseppe Manti dal Dottor
Don Filippo Pizzi fiscale della Cassa Sacra di detto Casale. |
7500 |
26.9.1787 |
Il Reverendo Sacerdote Michele Mandalari attuale economo e curato del Casale di
Condofuri compare con il fratello Bruno Mandalari del Casale di Condofuri e
asserisce di aver ricevuto da don Domenico Nesci, depositario della Cassa
Sacra della città di Bova, la somma di ducati 74 mentre altri sei ducati
furono stati pagati direttamente da Don domenico Nesci al Dottor Don Filippo Pizzi
fiscale della Cassa Sacra di Condofuri per il mantenimento dell’olio sacro ed
altro. |